lunedì 23 luglio 2012

Questa era davvero un talento - Amy r.i.p.

E' un mese che aspetto di fare questo post. Perchè la persona famosa con magrezza insana di cui sto per parlare era una di quelle che, in fondo in fondo, strappava un filo di benevolenza a tutti, alla fine. Sto parlando della cantante Amy Winehouse, morta esattamente un anno fa per abuso di alcolici, per cui i giornalisti del TG5, ripassata un po' di storia della musica, proposero un servizio con una carrellata di genialità musicali, tutte decedute nel loro 27esimo anno di età, in circostanze tragiche legate ad uno stile di vita di eccessi, ovvero Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Kurt Cobain. Dodici mesi fa, appunto, è toccato anche ad Amy.



Dietro un fisico e un look particolari, che l'hanno resa subito riconoscibilissima e affascinante, c'erano un timbro di voce di raro spessore, un po' black, una passione per un sound anni '60, malinconico, di atmosfera, un modo di cantare intenso, come se ogni brano fosse una tragedia greca personale e infinita, tutta autobiografica, per pathos e intensità - e purtroppo sempre con la bottiglia accanto. Si, perchè Amy lucida e serena non riusciva a stare per molto tempo, sia da sposata che da single. Sia sul palco che nel privato. Beveva soprattutto vodka, troppo spesso e volentieri. Ma anche pasticche, droga e altre schifezze pesanti.
Dopo che Amy divenne famosa a livello mondiale, mi capitò di leggere un commento di Courtney Love: la vedova Cobain raccontò di essersi impressionata moltissimo nell'aver visto più volte la Winehouse drogata persa, che si faceva continuamente ("io ho esagerato, ma lei era messa molto peggio di me")...e se lo dice una come la Love - una che si è fatta di eroina in gravidanza....

Genio e sregolatezza insomma, con musica e disperazione autolesionista nel sangue, con grandi alti e grandissimi bassi, veramente degna del periodo fine anni '60-inizio '70, come se davvero non le fosse importato niente della fama, dei soldi, del godersi quanto conquistato finora, accettando i compromessi di un sistema che prima ti sfrutta e poi ti stritola.
E il capitolo magrezza insana? Me lo risparmio o no? Ma se il boom mondiale questa straordinaria cantante l'ha fatto proprio man mano che dimagriva, che si tatuava, che eccedeva sempre più con makeup e parrucco...Come separare il suo aspetto mingherlino e allucinato dalla potenza della sua voce nera, o il suo semiperenne stato di ebbrezza dalla corposità delle sue esibizioni, quasi tutte in club privati, con tanto di orchestrina?


Amy era tutto questo, nè poteva essere nient'altro. Spero, al di là della folle notte alcolica con cui ha chiuso la sua vita, che gli ultimi periodi della sua breve esistenza siano stati decentemente sopportabili, ma chissà se davvero si sarebbe potuta salvare o se davvero non c'era più speranza per un'anima black come lei. E a quelli che dicono che "alla fine non aveva nemmeno scritto così tante hit e quindi non era poi questa grande artista", nemmeno rispondo. Amy è nella leggenda, ma lo era anche da viva, anche da sballata con il trucco sfatto e lo sguardo perso.

2 commenti:

  1. questo post mi piace tantissimo, lo voglio condividere sulla pagina FB se non ti dispiace perché è scritto molto molto bene ed esprime esattamente ciò che penso io :-)

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  2. Benvenuta bella, ma soprattutto grazie, sia per i complimenti che per la condivisione!!! Che cara che sei! In effetti non è facile capire e parlare di una cantante come Amy, ma sono contentissima che la pensi come me!

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