martedì 25 agosto 2020

L'importante era combattere, giusto?

Eh appunto. Combattere. Fare anche passi da formica ma sforzarsi, muoversi, a costo di girare in tondo. Come nel film "Cube", no? Dove - MEZZO SPOILER!!! - i protagonisti scoprono di essere finiti in un punto in cui sarebbero capitati anche solo aspettando, ma chi ne sarebbe stato capace?

Combattere resistendo alla reclusione forzata da pandemia, all'alienazione conseguente, alla lontananza da familiari e amici - sopportando il minor lavoro, lo stipendio ridotto, l'aumento di peso da eccesso di liquidi.

Tollerando la sfiga di un mancato lavoro che ci stava proprio a pennello e a settembre invece chissà... Digerendo a forza il mancato lavoro stagionale full, con possibilità poi di chiedere la disoccupazione.

Rassegnandosi ad un'estate di incognite, che però si è risolta fra giugno e luglio con due viaggetti in famiglia, intervallati da cinque giorni di vacanza in una località balneare abruzzese con quattro amici da baci - fra cui i due adorati della squisita vacanza nell'amato Salento.

Sempre nel mezzo, la seconda donazione di sangue della mia vita, che mi facevo mancare qualcosa?

Finalmente a luglio un po' di sole per bene in Abruzzo, dopo il mio cosiddetto trekking balneare sulle spiagge riminesi a camminare anche due ore sul bagnasciuga e attivare la circolazione - pelle a buccia d'arancia, non possiamo separarci un pochino???

In famiglia ci è scappata anche una giornata in una zona termale piccola ma di media bellezza, a rosolare al sole e fra acque sulfuree con la generosa adorabile suocera - che offre anche un bel pranzetto healthy.

Tornata in Romagna, la telefonata che cambia ulteriormente il mio quotidiano, sottraendomi ad un loop bello ma privo di soldi e potenzialmente deviante fatto di letture, mare e concertini: una proposta di lavoro per agosto in un albergo degli stessi capi e coi medesimi colleghi dell'anno scorso. Colazioni e pulizie passando dal delirio della Notte Rosa a quello di Ferragosto, più gli ultimi abbagli di estate: pesante, si, ma come rifiutare?

Ed ecco che le mie giornate sono di nuovo piene e produttive, anche se faticose e sempre più doloranti per le mie povere estremità.

Un'estate variegata più che mai la mia, forse con poco senso, disconnessa, improvvisata, insolita - prima il piacere e poi il super dovere!!! - ma va bene così. Posso dire che non mi sta mancando quasi niente. E che per fortuna ho ancora voglia di incrociare i guantoni.

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