sabato 29 marzo 2014

Ma dai? Ma davvero?? Chi l'avrebbe detto???






La mia amica-conoscente A., che pian piano sta uscendo dal suo dca e dalla mentalità malata, si è resa conto che, pur mangiando più carboidrati e grassi "buoni" di prima (cioè quasi nulla) e nonostante non divori più tutta la verdura che assumeva, non solo non è più aumentata di peso, ma ha perso persino qualche etto.





PS: Ahhh, che bello poter inserire (grazie al cambio di pc) qualche bella immaginetta graziosa e illuminante, dopo tanti post bui e tediosi!!!

venerdì 7 marzo 2014

Stanley nell'eliseo dei registi e del mio cuore

Oggi è un altro dolente anniversario per me come per gli appassionati di cinema. Quindici anni fa scomparve il grande regista statunitense Stanley Kubrick.

Cosa aggiungere? Ho visto e amato molti, ma non tutti, dei suoi film: "Orizzonti di gloria", "Il dottor Stranamore", "Lolita", "Arancia meccanica", "Spartacus", "2001 - Odissea nello spazio", "Shining", "Full metal jacket", "Eyes wide shut" e, quest'estate, in cui caldo e malesseri d'amore non mi avevano ancora affossata del tutto, l'inedito e rinnegato "Fear and desire". I primi due li dovrei rivedere, di altri ho letto anche il romanzo da cui sono stati tratti e ovviamente, in questi giorni in cui è uscito il presunto seguito del sopracitato libro di Stephen King, mi sono riletta su Wikipedia le differenze tra versione cartacea e cinematografica. Probabilmente ho scoperto il cinema di Stanley guardando il famosissimo "Arancia meccanica", in una domenica noiosa e malinconica dei miei quindici anni, e ho riconosciuto quei quattro bricconi dei Drughi in altrettanti ragazzacci mascherati, nei carnevali del mio periodo delle elementari (chissà perché, le maschere migliori di Carnevale le ho viste indossate, a quel tempo, a persone adulte...il resto è stato per lo più moda e ripetitività senza anima né inventiva).

Cosa aggiungere? E' incredibile che lo stesso essere umano, lo stesso cervello, la stessa anima abbiamo potuto essere e fare quel che ha fatto lui - fotografo cineoperatore poi regista sceneggiatore produttore creatore di effetti speciali e scenografie, sposato ad una pittrice, pieno di interessi, talenti, passioni, spunti culturali, agnostico - ma soprattutto creare e dare una forma e una sembianza a tutto quel che le sue pellicole ci hanno mostrato, con grande originalità, modernità e avanguardia. Perché il bello di un artista, al di là che lanci o meno usi e costumi o di quante storie e personaggi fuori dal comune riesce a regalare all'umanità, è avere uno stile, un tono. Ma c'è chi, come Stanley e pochi altri, ne ha uno, molto variegato, che si evolve con grande maturità e creando sempre interesse. Se io dico "donna" ad una folla di pittori famosi, Michelangelo mi dipingerà una culturista, Caravaggio una madonna contadina, Degas una ballerina, Klimt una rossa coi fianchi larghi, Cezanne una signora che sembra una caffettiera, Picasso un puzzle cubista, Chagall una bionda volante, Botero una gigantessa con forme sferiche - mentre invece un Fellini si dividerà tra donnoni, Masine e starlette e Hitchcock si concentrerà su bionde magnetiche... Stanley no. Stanley ogni volta era un'incognita, sulle donne come su qualsiasi elemento. Gli dici "donna" e lui risponde, in un solo film, con più figure femminili indimenticabili, incisive, graffianti, anche se marginali. Pensiamo a quelle di "Arancia meccanica" o a quelle di "Eyes Wide shut", ma anche alla famosa Wendy di "Shining" o al cecchino di "Full Metal Jacket", che pure figura per pochi minuti e muore agonizzante. E così per tutto. Gli dici "cattivo" e lui, sbizzarrendosi, risponde con una guerra, un computer, una bomba, un maniaco pedofilo, mentre in altri casi il cattivo è lo stesso protagonista, affascinante e irresistibile come Alex di "Arancia meccanica", oppure lo diventa, vedasi Jack di "Shining" (qui però, tra King e Nicholson, Stanley ha veramente arato nel morbido) - e a volte fai fatica a capire chi o cosa è, come in "Eyes wide shut". A proposito del cattivo, mi piacque tantissimo, e porto dentro di me, una sua affermazione che più o meno diceva così: "non dobbiamo stupirci quando l'uomo fa del male, semmai del contrario".

Ma non trascuro anche quei picchi di ironia e comicità grottesca in molte sue pellicole. In "Lolita", il balletto che fanno il protagonista e l'albergatore per aprire il lettino, mentre Dolores dorme come un ghiro, è spassosissimo quanto inatteso, ma anche in "Eyes wide shut", quando il protagonista sta per baciare la prostituta e gli squilla il telefono, c'è un pizzico di umorismo verde che smorza la tensione e che fa ridere sotto i baffi. "Il dottor Stranamore" poi è tutto grottesco e risibile, con Peter Sellers che interpreta tre ruoli che, dice Wikipedia, ab originem sarebbero dovuti essere quattro (!!!!) ... - e ricordo che questo film ha cinquant'anni tondi tondi.

Che strano, sto scrivendo di uno dei miei registi preferiti e continuerei a farlo per pagine e pagine ma mi sembra di non aver visto né di sapere niente di lui.

lunedì 3 marzo 2014

Il primato negativo di Leo Di Caprio - con postilla

Ne ho parlato la scorsa settimana a cena da amici, dividendoli tra occhiate annoiate e interessate: il record in negativo di Leonardo Di Caprio. Siccome mia cugina FS lo ha idolatrato per almeno un decennio, io mi sono vista assieme a lei praticamente tutta la prima parte della sua filmografia, esclusa la pellicola in cui esordì, Critters 3. E ho visto cose che non tutti conoscono e posso dire che Di Caprio non è solo il belloccio odiato da buona parte dei maschi etero di tutto il mondo dai tempi di Titanic, no, è anche un buon attore, la cui bellezza, tra l'altro di molto scemata dopo i suoi 25 anni, lo ha in parte danneggiato - e non sarebbe il solo.


Ok, è la notte degli Oscar e non ho grande lucidità, quindi ritorno al record negativo di cui accennavo sopra.
Eccolo. Dopo lunghe riflessioni, sono giunta alla conclusione che LDC è l'unico attore, negli ultimi 30-35 anni, ad aver avuto una nomination all'Oscar per aver interpretato un ruolo di un disabile/ minorato/ menomato (tematica molto sentita dall'Academy Awards) ma SENZA aver vinto. E questa pellicola è "Buon compleanno mister Grape", in cui figurano anche Johnny Deep e Juliette Lewis. Eh si, a metà degli anni '90, appena ventenne, Leo ha vestito i panni di un adolescente subnormale, un ritardato insomma, e lo ha fatto molto bene - anche se il doppiatore italiano ci mette il suo bel mestiere. Nomination si. Oscar no.
Sono invece stati premiati tutti gli altri che avevano interpretato ruoli simili: Daniel Day Lewis con lo spastico che dipingeva col piede di "Il mio piede sinistro"; Dustin Hoffman autistico in "Rain man"; Marlee Matlin, sorda vera, che interpretò una sorda (da prendere a schiaffi tanto era odiosa) in "Figli di un dio minore"; i "ciechi" Al Pacino e Jamie Foxx in "Scent of a Woman" e "Ray"; Geoffrey Rush pianista pazzoide di "Shine"; la muta Holly Hunter in "Lezioni di piano". Poi c'è Linda Hunt, che soffre della sindrome di Turner, che ha vinto un Oscar in "Un anno vissuto pericolosamente", impersonando un uomo (!!!) fisicamente anomalo perché di bassa statura. Questi sono gli esempi che ricordo a memoria. Sono sicura che però esiste una pagina di Wikipedia sull'argomento, ma sono quasi le due di notte e direi di aver reso il concetto.


Posso solo specificare che per adesso l'Academy non ha premiato ruoli di personaggi transessuali o simili (come per l'attore de "La moglie del soldato" o per quel film interpretato da una delle quattro Desperate Housewives, la bionda bruttina), a meno che non lo faccia tra poche ore con Jared Leto, e che ha negato la terza statuetta a Jodie Foster in "Nell", dove la grande attrice interpretava una ragazza cresciuta come una selvaggia e che parlava un linguaggio tutto suo.


Ma ad un giovanissimo Leonardo versione minorato, niente premio, zero. Peccato!






Postilla di stamani 3 marzo: a parte il bellissimo regalo di compleanno ricevuto indirettamente dall'Academy Awards, specifico due dettagli che mi sono rimbalzati in mente stanotte, pari pari dopo che avevo spento il pc:
1) Oscar a Tom Hanks per il ritardato talentuoso di "Forrest Gump"
2) il caso di Tom Cruise, mooolto simile a quello di Di Caprio. Cruise in effetti interpretò un volontario statunitense partito per la guerra del Vietnam che poi venne ferito alla schiena e costretto su una sedia a rotelle in "Nato il 4 luglio", per cui ricevette una nomination senza però vincere. Tanto per spaccare il capello in quattro, dico però che il ruolo di TC non riguardava al 100% la disabilità, ma anche una situazione psicologica e materiale delicatissima, schiacciata dai traumi dei ricordi della guerra e dall'alienazione al momento della reintegrazione nella società, quindi come ruolo è un po' borderline (per uno molto simile però, Jon Voight, il padre di Angelina Jolie, ce la vince l'ambita statuetta - in "Tornando a casa"...bah).

domenica 2 marzo 2014

A domanda, risposta!


La bella Jo mi ha invitato a rispondere a un po' di domande sul suo blog...e mi son ritrovata due questionari simpaticissimi! Come non lasciarsi sedurre???


Le domande di Cuorediciccia:

1.      Qual è il libro in cui vorresti vivere? Direi in "Uomini che odiano le donne", al netto di omicidi e traumi si intende, perché è ambientato nei nostri giorni e in una nazione dove si vive e si trova lavoro senza affanni - e dove una ragazza può andare in un locale da sola, pur con qualche rischio.


2.      Se la tua vita potesse essere una canzone, quale la rappresenterebbe? Un po’ “Pretty fly for a white guy” e un po’ “Proud Mary”


3.      Perché curi un blog? Per comunicare idee, informazioni, notizie e pensieri che ritengo meritino di circolare nella rete


4.      Qual è il tuo sogno nel cassetto? Eheheheh….suonare in una banda il tamburo che scandisce il tempo principale!


5.      Il primo pensiero della mattina dopo “devo fare la pipì”? Oi oi, mi devo sbrigare a fare le mie cosette….


6.      Ti chiama Obama e ti dice che…...che ha bisogno di un’addetta stampa/ segretaria come me!


7.      L’ultima volta che hai riso è stato per? Una scena carina di un film, sicuramente


8.      Se ci fosse una lotteria dei desideri, cosa vorresti vincere? Il lavoro che sto facendo ora a tempo pieno, indeterminato e a 2000 euro al mese - si, lo so, è pura fantascienza!!!


9.      Ti senti bene nel tuo corpo? Si, abbastanza…e più di prima per fortuna!


10.     La prima cosa che viene in mente. Scrivi senza pensarci troppo su! Se il film di Sorrentino vince l'Oscar vado fuori a cena e mi faccio un regalo!!!

 

 Ed ecco qui le domande di Jo:


1) Quale è stata la tua colazione oggi? Come sempre, caffellatte e plumcake/ biscotti novellini

2) Hai un segreto inconfessabile? Si, ma niente di chissà che… come dice Lisbeth Salander di “Uomini che odiano le donne”, tutti hanno un segreto, basta solo scoprire qual è.

3) Mi dici un libro che non ti è piaciuto, che hai faticato a finire o addirittura mollato a metà? Pian de la Tortilla e I Versetti Satanici, ma li ho ripresi e finiti nel 2013, yeee!

4) Le persone che hai accanto (amici, famiglia ecc) ti conoscono davvero? Ovviamente no, per quel che ci ho capito io :D

5) Quale canzone ti ricorda il momento più felice della tua vita? Mah, sono tanti momenti felici..e poi ai picchi della felicità preferisco la costanza della gioia serena..forse una di Fat Boy Slim dopo un esame passato all'università


6) Quante lingue conosci? Due oltre all’italiano, ma scolastiche: inglese e tedesco (il latino non conta, lo traducevo e neanche benissimo)


7) Hai mai picchiato qualcuno? Mia cugina, ma per rabbia e debolmente, forse un paio di volte


8) La cosa più noiosa che ti viene in mente (a parte queste domande xP)? Quando ho lavorato in una galleria dove il pittore principe, 87enne, veniva tutti i pomeriggi per ammazzare la solitudine…e me col tedio coi suoi racconti di vita


9) Ti dici mai che tutto andrà bene, o vorresti te lo dicessero solo gli altri? A volte la seconda, ma cerco di arrangiarmi e sbrigarmela. Nei momenti critici non mi dico mai niente, cerco di agire senza pensare troppo.


10) Che titolo daresti alla tua vita, se fosse una storia? Avanti a piccoli passi, tra lacrime e sorrisi