martedì 31 luglio 2012

La mia omonima bella e brava

Sto parlando della ginnasta Vanessa Ferrari. Uno scricciolino di nemmeno un metro e mezzo tutta muscoli, visino da bambolina malinconica, sguardo tra il concentrato e il preoccupato e leggiadria e precisione da mozzare il fiato. E oggi a Londra la Vane, nel concorso a squadre, si è comportata benissimo.

L'Italia ha chiuso settima, ma le nostre ragazze hanno dato il meglio di loro contro rivali che in confronto a noi sono delle extraterrestri, per cui non vale nemmeno la pena indignarsi di non essere riusciti a salire sul podio.


Vanessa infatti, quando divenne famosa per aver vinto dei campionati nazionali, ancora si allenava in una piscina riempita di "cuscini" (scusate, non so che materiale fosse, sembrava spugna semirigida, boh) con montate sopra le parallele asimmetriche, seguita da suo padre!!! Poi, alle olimpiadi, fece prestazioni modeste soprattutto a Pechino, anche a causa di un recente infortunio.
Quest'anno però sembra rinata, considerato che ha quasi 22 anni e certo all'esperienza si somma un minimo di logorio fisico.
E dire che a febbraio rilasciò un'intervista molto dura. In essa diceva che la vita della ginnasta è molto dura, che ogni minimo dettaglio ruota attorno ad essa e che, se potesse tornare indietro, non la praticherebbe di nuovo.
Sono talmente incasinata con queste olimpiadi che non so nemmeno se Vanessa può ancora aspirare ad una medaglia individuale, ma sono già contenta così.


Mi piacciono moltissimo le tipe toste come lei, che parlano poco e solo se interrogate e piuttosto agiscono, che si ammazzano di fatica e di dolore in silenzio, che combattono e trovano la forza di migliorarsi, che non sono soltanto le belle bamboline che la gente vede e crede di conoscere.

E quasi quasi mi faccio le unghie delle mani azzurre!!!

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