mercoledì 27 giugno 2012

Red lights nightmare

Stanotte ho fatto un altro sogno strano, ma anche molto, molto, molto inquietante. Osceno per lo più sostanzialmente e concettualmente, non volgare. Di quelli che sarebbero piaciuti moltissimo a Sigmund Freud.
Ho sognato un rapporto carnale con un mio consanguineo, più giovane di me, addirittura minorenne. Quello delle crostatine del post qui sotto, che negli ultimi due anni ho aiutato più volte a settimana coi compiti e proprio in questi giorni ha avuto gli orali per la licenza media.
Devo parlare di questo che praticamente è stato un incubo, così magari lo esorcizzo e ridimensiono, perchè è da stamani che, svegliatami, ne sento l'ombra, ne rivivo frammenti di sensazioni e mi metto la mano sulla fronte, con vergogna, stupore, smarrimento. E ripeto, sono in gran parte le sensazioni in questo sogno ad avermi disarmato, visto il complice della mia visione onirica. E il 90% dei miei sogni sono intensi e pesanti più per quel che provo lì per lì - gioia, dolore, paura e mille altre sfumature di stati d'animo, con un realismo agghiacciante - o per quel che dico (cose ben più brillanti e acute che nella realtà, una hyperVanessa insomma), piuttosto che per quel che faccio, che non è nemmeno molto dettagliato.
Sarò breve. Sono in vacanza in una casetta al mare, con tante stanzine da letto, con alcuni miei cugini 40enni e appunto i loro figli, fra cui il mio scolaro 14enne; siamo stati al mare e ad un certo punto, dopo cena, io e lui ci troviamo in corridoio, ci guardiamo negli occhi giusto un attimo e ci chiudiamo in una camera, dando vita ad un'intimità fisica per la quale, nel mondo reale, mi meriterei morte istantanea per linciaggio e sputtanamento mondiale. Ma le cose scioccanti sono state le "parti" forse più dell'"intero": la complicità degli sguardi (lui, che è ancora un po' infantile e bambino, qui appariva molto più maturo, serio e consapevole), la volontà precisa di compiere l'atto, che non era un capriccio o una voglietta ormonale fugace, ma un vero desiderio, forse anche con una certa dose di gratitudine da parte sua.


L'intensità degli abbracci e delle carezze, anche a livello di "inquadrature" (ho ancora in testa un fotogramma delle sue spalle e del suo torace, peraltro ancora più atletici che nel reale, o del mio viso appresso al suo collo, visto che è uno spilungone), roba che sembrava di vedere un film.


Il silenzio scosso solo da respiri sempre più tesi, fra paura e piacere. La mia testa che faceva coabitare tranquilla un senso del vietato con la gioia per la bellezza di una sensazione da preinnamoramento, in cui ci si sente desiderate e si desidera, insomma il meraviglioso dare-e-ricevere di un rapporto carnale che si può definire d'amore. Infine quella sensazione fisica di *se fossi stata maschio avrei avuto un sogno bagnato*. Poi ci rimettiamo in ordine, io scelgo un vestitino bello estivo e mi preparo, visto che era in programma di uscire, e mentre siamo soli per strada gli faccio una mezza battuta e un sorrisetto tra l'allusivo e il collaborativo, e già mi ronzava in testa a ripetizione il concetto del fattaccio che avevo, ma anche avevamo (lui era consapevole e complice, eccome se lo era) commesso.
Non ricordo nient'altro...ma direi che è sufficiente quanto sopra. Menomale che la pizzata per la sua licenza media ci sarà a metà luglio, quanto basta per riprendermi un po' e per mitigare il mio attuale imbarazzo! Ho anche intenzione di portare in premio per la promozione un libro interessantissimo, "Auschwitz spiegato a mia figlia".


Che brava generosa ragazza che sono, eh?

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