martedì 28 marzo 2017

Chi non muore prima o poi torna in palestra

Ebbene si, dopo cinque, sei? anni ho rimesso piede da cliente in una palestra. Un mese di abbonamento (in procinto di proseguire col trimestrale) per ripartire dal torpore muscolare in cui sono inevitabilmente scivolata, incredibile a dirsi fino all'anno scorso, quando mi concedevo 2-3 sessioni di fitness casalingo a settimana più sporadiche corsette.... e l'ultima botta di vita di luglio, in cui feci più volte un circuito di cento flessioni, cento squat, cento addominali e cento tricipiti???
Ovviamente, ambiente in cui vai, gente che (ri)vedi, situazioni che rivivi, sentimenti in cui incappi. Anche se per adesso il bilancio è in positivo.....Miracolo!!

Il battesimo di fuoco sotto "cento" sguardi. Giurerei che avesse alzato la testa e puntato gli sguardi contemporaneamente nessuno escluso, quella quindicina di clienti impegnati fra step ed ellittiche, quando sono entrata per la primissima volta in palestra, impacciata più di una suora in discoteca, costretta a suonare il campanello perché c'è il tornello ovviamente - roba che nemmeno a San Siro. Ma non stavano steppando, non stavano correndo? Hanno davvero una soglia di attenzione così bassa?

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Lo shock dello spogliatoio. A tre metri dalla sala fitness e a quattro dalle scale, con un'acustica che sembra stiano per arrivare i Visigoti e i loro compari. L'impressione di essere fuori posto, di impiccio alle altre, di ingombro, per imparare di nuovo a ritagliarsi via via il proprio legittimo spazio, che non è poi così difficile. La stranezza e la comicità di spogliarsi anche in piedi tipo gru di Chichibio e scambiarsi la visione delle proprie nudità, roba che di seno sono sempre in debito ma di sedere finisco bene o male in parità.

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La diversità nell'omologazione. In molte siamo clienti Decathlon (che qui ha aperto in autunno) e si vede dal calzino, dal logo, dalla canotta tecnica, ma mi ha fatto "strano" la diversità nella scelta dei modelli, colori e accostamenti del vestiario. Quelle che sempre e solo coi polpacci al vento, le ventenni in pantaloncino risicato, l'elegantona con orologino d'oro, canottierina rosa e golfino (!!!!), le bassotte con le maxicanotte, le all black and fluo, le fanatiche con maglia con logo della palestra e fascetta in fronte.

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L'adolescente che ne fa troppe, barcolla e persevera. Ci mancava ad una lezione la quindicenne smilza che fa rugby a scuola, non pranza, si spalma ben bene sulla cyclette, si spara zumba alle quattro e poi fa gag alle cinque: normale se prima della conclusione si trascina dall'istruttore dicendo che si sente debole. Morale della favola: lezione interrotta, corsa a chiamare qualcuno e a prendere acqua e zucchero, addominali finali fatti a freddo, mega intasamento nello spogliatoio, uscita dalla palestra fra preoccupato e irritato per poi rivedere la svenevole di prima intenta con il corso successivo. Ma v@ff@nculo tesora!

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