lunedì 24 febbraio 2014

Piccoli grandi bloopers delle pubblicità

Non voglio passare per saputella o per tuttologa, anche se in effetti un bagaglio (a mano) di cultura personale, per mia fortuna e impegno, ce l'ho...ma a volte, guardando la tivù, mi si accapponano le unghie per alcune clamorose inesattezze.

Primi brividi verso novembre-dicembre, a causa di quella frase di Adriano Celentano nel trailer del suo ultimo programma televisivo, in cui si udiva, parola più parola meno "A volte i telegiornali esagerano sempre un po'...". Ok Molly,  scegli un solo complemento o avverbio di tempo: a volte o sempre? Perché se li metti tutti e due nella stessa frase ti contraddici...

Poi, Vanessa Incontrada e Giorgio Panariello che, al bar della palestra dove è ambientata la reclame di una famosa compagnia di telefonia mobile, chiedono centrifughe invece che centrifugati. Bah, lei è spagnola, ok, ma lui è italiano (e toscano)...no?

Infine, i rotoloni Foxi. E qui ho notato due errori: uno storico e uno sostanziale. Peccato, perché li trovo amabilissimi nella loro ironia, comicità e politezza.
Primo spot. La scritta "Firenze, casa di Dante, 1308" ci introduce in uno studio dove appunto l'Alighieri sta scrivendo la Commedia. Ohi ohi...ma è un omonimo o è il DA che gli studenti italiani studiano dalle medie alla maturità (con tanto di tema d'esame fisso su un canto del Paradiso) ??? Perché quest'ultimo se ne partì dalla sua Firenze nel 1300 come ambasciatore e dopo essere stato parcheggiato due anni alla corte papale da Bonifacio VIII, iniziò il suo lungo esilio, durato fino alla morte avvenuta nel 1321, tra un posto e l'altro senza riuscire a trovare una residenza fissa, terminando il Paradiso poche settimane prima di spirare. Per quel che ne so il divin poeta non rivide nemmeno da lontano casa sua, come la sua città: d'altronde era un condannato a morte. Quindi non venitemi a dire che DA ha compilato la Commedia bello e bellino nel suo studiolo, tra le mura della sua casa fiorentina, con tanto di compagnia femminile appresso, perché è falso.
E ora, una pignoleria. Chiedo scusa in anticipo per questa, ma ogni volta che vedo questo spot non noto altro - tanto varrebbe guardare il muro.
Stavolta siamo a "Casa di Mozart": in un salone studio settecentesco, Mozart bambino è seduto al clavicembalo, intento a comporre, tutto circondato da spartiti. Entra una dama, sicuramente sua madre, e gli chiede lumi sul suo capolavoro, stremata dal sentirlo provare e riprovare. Ora...a parte che la dama lo chiama "Amadeus", nome che in realtà lui non aveva ricevuto al battesimo ma che ebbe come soprannome dall'eta di sedici anni (e qui abbiamo un bambino al massimo tredicenne), chi come me ha visto e rivisto il film di Milos Forman sul geniale compositore o chi semplicemente ha studiato storia della musica saprà che il grande non componeva al clavicembalo o al pianoforte, ma allo scrittoio. Sembra un dettaglio banale, ma non è così, anzi. Mozart era fin da piccolissimo un genio musicale e un orecchio assoluto, oltre che dotato di una memoria portentosa; componeva mentalmente, quindi, senza nemmeno spremersi troppo le meningi; dopo, gli bastava mettersi allo scrittoio e riportare tutto su carta, senza bisogno di provare più di tanto o di fare grandi correzioni.

Che dire? Alla prossima castroneria commerciale!

1 commento:

  1. ahahah non avevo mai notato sta roba! Dovresti farci una rubrica!!!!

    Passa dal mio blog che ci son 10 domande per tutti :)

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