lunedì 11 gennaio 2016

Addio al mito David Bowie, adorato con malinconia

Come al solito arrivo sempre in ritardo per queste cose. Sono dodici ore circa che il mondo è venuto a conoscenza della scomparsa del cantante rock David Bowie, dopo un anno e mezzo di patimenti dovuto al cancro che l'ha portato via a 69 anni suonati, ma io l'ho saputo solo nel pomeriggio. Non mi consola aver appreso già verso le 2 di ieri notte del Golden Globe all'amatissimo Ennio Morricone.

Adoravo David Bowie sia come persona che come artista a tutto tondo e non sto certo qui a ripercorrere la sua meravigliosa carriera, d'altronde l'ha appena fatto benissimo il Tg5. Posso dire di averlo conosciuto da bambina nel film "Labyrinth", dove impersonava il fascinosissimo Jareth principe dei Goblin, con una signorilità tutta british che mi aveva colpita e fatta un po' innamorare, ma di averlo apprezzato tantissimo anche in "Myriam si sveglia a mezzanotte" di Tony Scott (altro proprietario di un pezzo del mio cuore, scomparso suicida ma pure lui affetto da un cancro invincibile), nella parte del vampiro algido ed elegante accantonato dalla sua compagna per una partner femminile.

Ma il motivo per cui mi si è stampato nel cuore è il suo cameo in "Noi ragazzi dello zoo di Berlino" - film shock del 1981 che in parte deve a lui la grande fama che ebbe negli oltre dieci anni a seguire - soprattutto per l'indimenticabile scena della fuga dalla polizia di Christiane in metropolitana dopo un atto vandalico ma anche inizio di quella vita sregolata e maledetta che l'ha quasi uccisa: quella sequenza era scandita dalle note di "Heroes".


                        
                            
                                         

David, ma chi ti dimenticherà mai? Se esiste l'eterno riposo, che tu possa averlo.

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