domenica 24 novembre 2019

"Solo perché Donne...", corsa e riflessione a Cesena


E' una frase della poetessa Alda Merini, breve ma significativa, a capeggiare nei pettorali dei podisti della WiRun Italy Cesena, organizzata da Women in Run, svoltasi nella giornata contro la violenza sulle donne.

"Solo perché Donne..."... e io? Ma si, svuotiamo il sacco!

Solo perché donna mi sono sentita dire molte volte, nei miei anni del liceo scientifico, che le donne non sono brave in matematica, fisica e chimica.

Solo perché donna ho subito l'ostilità di donne più grandi di me, spesso e volentieri madri di figli maschi, incluse la mia maestra, una mia professoressa delle scuole medie e, mi dispiace dirlo, anche da una mia nonna.

Solo perché donna sono stata infarcita di sensi di colpa, pregiudizi, divieti, limitazioni e imposizioni.

Solo perché donna non ho potuto dire parolacce o usare un linguaggio aggressivo-liberatorio anche se adeguato alla situazione.

Solo perché donna sono stata spesso trattata come una menomata, una bigotta e una stupida, per poi dover incassare mobbing, antipatia e ostracismo per aver dimostrato di essere capace e assennata oltre che riservata e non esibizionista.

Solo perché donna altre volte ho invece dovuto limitarmi e fingere per apparire più infantile, ingenua, impreparata, distratta e quindi indifesa di quanto non fossi, proprio per evitare quanto accennato sopra.

Uomini e donne non sono propriamente uguali: biologicamente la differenza ormonale ha scandito un divario fisico, mentale e sentimentale spesso a svantaggio proprio di noi donne, con la società a fare il resto - come se l'importante fosse ribadire un'inferiorità che in realtà è anche una diversità, un'altra categoria, in cui si gareggia fianco a fianco ma ognuno a modo suo e in cui rispetto, educazione e collaborazione dovrebbero essere, in un mondo davvero civile, pane quotidiano.

lunedì 11 novembre 2019

Breve storia famelica della mia 10,5 a Ravenna

Una bella corsa di 10,5 km in una città stupenda, che ho corso a ritmo basso ma costante con un'amica di team che non avrebbe potuto accelerare per problemi ad un ginocchio.

Alla partenza:
V: Che bello, quanta gente, e menomale fa caldo! Ma ristori ce ne sono due o solo uno? Ma perché a quelli della maratona i Guns 'n' Roses e a noi Jovanotti?

Dopo due chilometri:
V: Menomale non ho dolori....Ale, tu come stai?... ma che belle pasticcerie, mhh potessi mangerei qualcosa, ho fatto colazione più di tre ore fa, va beh pazienza

Al quinto chilometro:
V: Ristoro, siiiii!!!! Ma qui c'è solo acqua... ma meglio che niente!

Al settimo chilometro:
V: Chissà a che punto sono le altre... mh che profumo di paste, che odore di zucchero a velo.... guarda Ale, i panettoni!!

All'ottavo chilometro:
V: Ok, ora ho proprio fame e comincio a sentire male all'attaccatura della schiena uffaaaaa

Passando davanti ad un bar del centro una barista mostra un cartello "Qui caffè buono"
V: Eh, magari!!!

Al decimo chilometro:
V: Ale mi sento le gambe di legno, ma questi ultimi 500 metri erano proprio obbligatori?? 

Con la medaglia al collo:
V: Brava Aleee!! Viva noi!!! ...Ma il ristoro dov'è?

Commestibile ingurgitato nelle successive due ore: un plumcake, due pezzi di panettone, due bicchieri di acqua e sali, un piatto di pasta al pomodoro, un bicchier d'acqua. 
Alle 15,30, rincasata: gnocchi al ragù, acqua, caffè e un frutto.

lunedì 14 ottobre 2019

Se mi fanno male non voglio più soffrirne + RISPOSTE

E' pesante rivedere persone che hanno fatto parte del tuo passato più nero, quello delle paure, delle insicurezze, delle paranoie, del muoversi e pensare come in un campo minato perenne. E anche se è passato un ventennio da allora, basta poco per capire che non è cambiato molto: riecco l'antica sordità, l'ottusità che non ammette freni né tantomeno critiche. 
Grazie alla sorte però, col tempo si impara a leggere meglio persone e situazioni e si intuiscono cause ed effetti quando non vengono quasi inventati perché cavoli, non può non esserci nessun perché a certe cose, deve esserci una spiegazione. 
Il brutto è che a volte cercarne significa andare a ritroso all'infinito e perdersi in un tentativo di giustificare tutto. Ma in questo caso si sta cercando di giustificare una persona negativa che fa diverse cose negative e ops!, ora che ho qualche ruga e quasi quaranta primavere, mi rendo conto che non mi basta più la buonafede, l'assurda cecità di chi non riesce a staccarsi da sé, rinunciare a un po' di orgoglio, scalare mentalmente la marcia e pensare e agire davvero per il bene degli altri.
Non voglio correggere nessuno, d'altronde queste persone sono totalmente sorde e se gli dici bianco capiscono nero, ma neanche voglio più dovermi sacrificare per loro. Intanto, compassione per la loro limitatezza, non è colpa mia se "non ci arrivano", se sono stupidi. E soprattutto, voglio convertire le negatività in positività, saltare a pie' pari i momenti brutti senza farmi travolgere ma fare un bel respiro e costruirne di belli, regalare sorrisi, dare incoraggiamenti, risolvere problemi, godermi ogni cosa e momento. Andare avanti, pensare meno, vivere meglio e di più nel vero senso della parola.

AGGIORNAMENTO RISPOSTE
Scusate, ma non so per quale motivo, quale mia ignoranza o bizza di Google non riesco a rispondere ai commenti. Ma lo farò qui :-)

@Francesco, grazie intanto per leggermi e commentarmi ancora, io purtroppo sono un po' fuori dai binari del web... ad ogni modo no, non è un ex per fortuna!

@PNV grazie carissimo!!

WatchMojo Italia, su Joaquin Phoenix potevi fare di meglio

La partecipazione al film "Joker" di Joaquin Phoenix, più tutto il successo e gli elogi ricevuti a Venezia, è stata per giorni in vetta alle cronache cinematografiche. La biografia del suddetto attore è passato. Quindi, se lo si riesuma nel presente e lo si cerca di ricostruire, sarebbe opportuno farlo con un minimo di metodo, indipendentemente dall'intonazione usata.

Un atteggiamento ben diverso mi è saltato a occhi e orecchie vedendo il video su YouTube di WatchMojo Italia che appunto ha recentemente parlato della vita di colui che molti definiscono l'attore del momento in maniera a tratti erronea e un po' troppo leggera, facendo leva su "follia" e traumi familiari spiattellandoli un po' a casaccio.
Intanto non si ricostruisce una biografia a salti e balzoni. Invece WM I, dopo aver scherzato sulla difficoltà a pronunciare il nome di Joaquin, inizia a parlarne dell'infanzia, accenna alla sua adolescenza, compie un ardito salto temporale di quindici anni per affrontare l'argomento dipendenze in riferimento al film "Walk the line" e poi-poi-poi parla "finalmente", come per dare equilibrio a tutto, della più grande tragedia della vita di Phoenix: la morte del fratello River. Nel filmato viene esaltata la bravura dell'attore, ok, si accenna a tante sue belle interpretazioni anche di film che non ho visto ma no!, una biografia così delicata non la si può riassumere a questo modo sbrigativo, per quanto in buonafede, dal momento che di cose da dire ce ne sarebbero parecchie.

Forse per me è facile bacchettare questo youtuber  perché Joaquin Phoenix non l'ho scoperto con "Joker", anzi, lo conosco, attraverso suo fratello River, da quando si faceva chiamare Leaf - quante volte ho visto il film "Parenti, amici e tanti guai", dove recitavano anche Martha Plimpton e Keanu Reeves, rispettivamente fra le ultime fidanzate e il miglior amico proprio di River.
Non credo che al posto di WatchMojo Italia avrei fatto chissà quale bel video sull'argomento, ma almeno un paio di approfondimenti doverosi si. Eccoli.


Dopo quel tragico autunno del 1993, in cui accadde il fatto terribile di cui ho parlato in due post commemorativi, uno del 2013 e uno del 2018, Joaquin si allontanò dal circuito hollywoodiano per l'insensibilità mostrata da stampa e sistema e vi ritornò con il film "To die for - da morire" del regista Guus Van Sant, che aveva diretto River nel suo capolavoro "Belli e dannati" dove figurava anche Keanu, oltre a "Cowgirl - il nuovo sesso" dove invece era stata la sorella Rain ad avere una parte. Insomma, Joaquin aveva sì ripreso a recitare ma solo sotto l'ala di un regista d'autore, fidato e che era quasi un amico di famiglia. 

Seguono vari ruoli fino a quello di Commodo ne "Il Gladiatore", che ha dilatato la sua fama, sdoganato la sua bravura e assegnatogli una nomination agli Oscar. Cinque anni dopo, in concorso come miglior attore protagonista per "Walk the line" alla pari di Hearth Ledger in "Brokeback Mountain", Joaquin viene "battuto" da Philippe Seymour Hoffman in "Capote"(da notare che questi ultimi due attori sono morti per cause non troppo diverse da quella di River).
Sempre a proposito del film "Walk the line", dedicato alla vita del cantante country Johnny Cash, qui WM I doveva andare un pelino più a fondo e non alludere solo al fatto che Joaquin in quel periodo aveva avuto problemi con droghe e alcol, ma almeno accennare ad un perché: Cash bambino infatti aveva visto morire l'amato fratello maggiore e ne aveva sofferto moltissimo addossandosene anche la colpa, non molto differentemente da Phoenix, che chissà con quanti flashback avrà avuto a che fare durante le riprese.

Tutto qui, non sono una fan scatenata di Joaquin Phoenix e quindi non sono informatissima sulla sua vita, come sto evitando di lasciare commenti come se puff!, all'improvviso fosse uno dei miei attori preferiti solo perché appunto media e social ne stanno parlando tutti. Però, come sono solita dire, a ciascuno il suo, quindi ben vengano le sviolinate last second e i clickbait su questo attore ma no, non le superficialità.

lunedì 23 settembre 2019

Lodi all'autunno? Per me è NO


Si, come no. Sveglia, siamo solo al 23 settembre!!! 
Arriva il fresco, si... ma alternato a folate di caldo e umido. 
Si suda anche quando ci si è coperti per uscire, si cammina da dieci minuti e disgraziatamente il vento smette di soffiare. 
Le zanzare non sono ancora sparite - magari - e anzi sparano le loro ultime cartucce con rinnovata cattiveria. 
Le caldarroste le lascio a quella $tron#@ di Cornelia. 
E la pioggia cade anche quando si è fuori casa, magari proprio appena usciti e con entrambe le mani occupate!

Fra uno starnuto e un brivido vi do due settimane, adulatori delle pseudo gioie dell'autunno, per ripensarci!

lunedì 22 luglio 2019

Frasi fatte, quanta verità

Rompersi la schiena di lavoro - vero, perché la tipa che doveva fare le pulizie si è fatta operare proprio alla schiena e qui fra tutte quante abbiamo male alla zona lombare e dorsale, chissà perché 

Patire i morsi della fame - eh si, l'ho provato durante le vacanze di Pasqua e negli altri primi giorni di lavoro in cui ho sottovalutato il mio bisogno energetico e sopravvalutato crackers, mele e noci

Cascare giù dalla fame - sarà stato il lunedì di Pasquetta. Ero appena rincasata dopo 8 ore di turno e mezz'oretta di tragitto a piedi e stavo mettendo in carica il cellulare: per un nanosecondo mi sono sentita le gambe piegarsi appena come se stessero cedendo. Più volte, anche l'altro giorno, ho invece avuto la sensazione del pavimento come se mi si muovesse sotto i piedi tipo terremoto, ma erano "solo" consunzione e bassa pressione

Crollare dal sonno - il torpore arriva dopo cena, si allenta durante il lavaggio di piatti e stoviglie (non cucinando io, voglio fare almeno questo e subito) e ritorna forte e implacabile da seduti sul divano: cinque minuti neanche e le braccia pesano come macigni e gli occhi iniziano a chiudersi.

Senza il caffè non connetto - Al mattino sono in stato di grazia: caffè d'orzo, fette biscottate con marmellata e via, ma nel primo pomeriggio rischio molto spesso di andare in crash senza un bell'espresso zuccherato.

Le donne sono multitasking - già lo avevo verificato, ma in queste ultime settimane l'ho più che mai riscontrato in me stessa come nella mia amica e super collega: uso del pc e telefonate, pulizie e pubbliche relazioni, rammendo di cuscini durante la scansione di documenti, prenotazioni via telefono durante un pagamento col pos, discesa dal secondo piano passando per il primo per lasciare del materiale e fare un salto in ufficio per finire di buttare la spazzatura, quasi sempre differenziata. A molte di queste azioni si aggiungono spesso piccoli fulminei rifornimenti di solidi e liquidi.

Mangiare pane e acqua - quando la sera si rincasa tardi e non c'è tempo di prepararsi un pranzo per il giorno successivo, mentre il mattino dopo tempo e fantasia latitano ecco che due-tre fette di pane (asciutte se del giorno prima, bagnate se già indurite) con appena un po' di pomodoro diventano più volte un pranzo neanche tanto male, specie insaporite al lavoro con l'olio e il sale avanzati dai clienti. E acqua di rubinetto, fresca e gradevolissima.

mercoledì 29 maggio 2019

Toh, un lavoro a tempo pieno - the beginning

Correndo gomito a gomito

"Sto cercando lavoro..."
"Ma allora dai, vieni al residence da me"
"Ah grazie!! Bada, come cameriera ai piani però, non ho esperienza come cameriera ai tavoli"
"Ma no, ci serve una persona alla reception"
"Ma non ho nessuna esperienza"
"Non importa"
"...e non parlo le lingue"
"Non le richiediamo"
"Ah, fico... ok!..."

giovedì 25 aprile 2019

Negazionismo, zero empatia o pancia piena?


Nel bel mezzo di una chiacchierata via whatsapp, il seguente epilogo

Ex collega: pensavo che avessi iniziato all'albergo
V: Purtroppo se non trovo un impiego con stipendio, do di balta… È terribile a questa età vivere come un'adolescente squattrinata
Ex collega: le capacità di una persona non sono direttamente proporzionali a ciò che fa
V: Quindi? Devo continuare a vivere con gli spicci contati e mille smanie?
Ex collega: ormai è dura per tutti Vane… in una famiglia è normale che ci sia uno che lavora e l'altro no se ci pensi
V: Credo di aver diritto di desiderare almeno uno stipendio part time
Ex collega: ma Davide quanto guadagna? non basta per tutti e due?
V: 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣 Ah già!

Ex collega: no?

Un decennio di lavoro gomito a gomito e confidenze al vento, non c'è che dire. O forse i due lavori e il Bmw rendono sordi.

lunedì 15 aprile 2019

Il cinema è arrivato secondo anche stavolta, vincono i mutilati consenzienti di Palermo

Stamani, in cronaca.

Niente male direi. La realtà supera quasi sempre la fantasia di cinema e televisione, già lo sapevo e lo avevo detto anche usando come termine di paragone il pacchiano "Beautiful".

Questo episodio di truffe, soldi e mutilazioni consenzienti mi ha richiamato il film "Pietà" del mio amore coreano Kim Ki-Duk, col quale riprese a scioccare il mondo, dopo la per così dire tregua dell'autobiografico docufilm "Arirang". 
"Pietà" vinse a Venezia il Leone d'Oro come miglior pellicola nel 2012. Protagonista della storia lo scagnozzo di un usuraio che mutila sventurati debitori per saldarne i conti: una volontarietà estorta quindi quella dei mutilati, deturpati nel corpo, nell'anima e nella dignità anche se liberi dalle grinfie del debito... e anche il finale è molto più "umano" e "giusto" della realtà. Fra tempi e paradossi della giustizia italiana, non è improbabile che molti dei 42 fermi si dissolvano in bolle di sapone o in soluzioni di compromesso per poi continuare come se nulla fosse. Invece nell'opera di KKD, violenta e spietata più che mai, allo spaccaossa andrà a finire decisamente male.

venerdì 15 marzo 2019

Fridays for Future, ma impegno soprattutto in tutti gli altri giorni!

Appoggio e sostengo gli studenti di tutto il mondo che stamani hanno saltato la scuola per protestare contro i governi per sensibilizzarli sul clima, dando un seguito alla proposta della giovane svedese Greta Thunberg, per chiedere fortemente di attuare in modo concreto le belle parole dette al precedente accordo di Parigi del 2015. Perché nei congressi internazionali, che si potrebbero fare anche in videoconferenza, si è tutti d'accordo su cosa fare, ma poi finita la festa bisogna mettersi subito al lavoro.

Ma in soldoni è proprio quello che vorrei facessero gli studenti stessi dopo questa mattinata/giornata: che ogni giorno fossero davvero loro i primi attori di un mondo più ecologico, nel loro piccolo.

Parole banali? Forse, ma vere. Probabilmente io e i miei coetanei siamo stati gli ultimi adolescenti green perché andavamo a scuola in bicicletta, viaggiavamo in auto a bassa cilindrata, riciclavamo soprattutto la carta e riutilizzavamo vestiti e libri dai nostri fratelli e cugini più grandi. E anche da adulti continuiamo a farlo in famiglia mia. 
Ma le generazioni nate a metà degli anni '90 si sono ritrovate un benessere maggiore, un consumismo amplificato, una tecnologia sempre più diffusa e ahinoi una minore sensibilizzazione per il risparmio energetico. 
Come fare a dire ad un adolescente di tenere spento l'iphone per evitare di ricaricarlo tre volte al giorno o di non farsi la doccia sette giorni su sette, quando fino a ieri l'ha fatto con la stessa naturalezza del respirare e quando le stesse famiglie non li sollecitano più di tanto all'economia, forse per non ripensare alle ristrettezze passate? E vogliamo parlare dei bambini più piccoli? Inutile regalare loro le ecologiche costruzioni di legno se poi permettiamo che consumino decine di album da disegno per scarabocchi anti noia.

Quindi ricapitoliamo: oggi gli studenti hanno protestato per sollecitare i governi inoperosi ma tutti quanti siamo colpevoli ogni giorno, per periodo storico o mala educazione, noi 35-60enni per non aver educato bene (mettendo qualche paletto) i minori, e questi ultimi perché chissà se davvero da oggi, dopo la parata fra cartelloni e selfie separeranno di più i rifiuti, useranno di più la bicicletta, controlleranno gli sprechi di energia. Però sono i politici che dovrebbero premere sui colossi mondiali, controllare le grandi multinazionali che più inquinano, vigilare sulle emissioni eccessive, livellare gli sprechi, incentivare il riciclo, tassare gli scorretti.

La vedo dura per questo povero pianeta, ormai impossibile da salvare ma non da risanare.

giovedì 7 marzo 2019

Stanley Kubrick RIP 1999-2019




Oggi 7 marzo altra giornata di memoria cinematografica luttuosa - non che me ne andrò al cimitero con magone e lagrime a fotografare una tomba, come feci per Federico Fellini lo scorso 31 ottobre, no...però....

Vent'anni fa se ne è andato Stanley Kubrick, noto regista, sceneggiatore e produttore ma anche fotografo, montatore, scrittore e creatore di effetti speciali, ruolo in cui vinse il suo unico premio Oscar.

Già un lustro fa gli ho dedicato questo post, di cui mi sono ricordata quasi a metà di questo, ma ho preferito non rileggerlo e andare avanti a scrivere. Se ci saranno ripetizioni quindi, non potrò che scusarmi appellandomi all'amore e alla smania di parlare liberamente di lui e delle sue pellicole

Kubrick, lo sappiamo tutti, era un autore con una preferenza per il genere bellico ma straordinariamente versatile - più o meno come il primo Steven Spielberg - e grande visionario, avanguardista, controcorrente, polemico, tagliente, intenso, ironico, che parlasse di tecnologia o di sentimenti umani, di donne o di soldati.

Ha dato vita a diversi titoli, sempre più diradatisi col passare degli anni, in gran parte diventati pilastri della storia del cinema per la loro eccezionale qualità narrativa, da "2001 - Odissea nello spazio" (basilare anche per certe innovazioni in materia di tecnica di regia) a "Il dottor Stranamore", da "Spartacus" a "Full Metal Jacket", sui quali si potrebbero mettere giù fiumi di inchiostro e magari avere ancora qualcosa da annotare.


Fra i suoi film più famosi e controversi, amati-odiati e citati direi "Arancia meccanica", allora seconda pellicola nella storia del cinema vietata ai minori ad essere stata candidata come miglior film dall'Academy - non molto dopo "Un uomo da marciapiede"...che però la statuetta se la portò a casa.


Notevoli il perfezionismo di Kubrick, che lo spingeva a ripetere anche sessanta volte una stessa scena ("In realtà filmo anche le prove") pur di dar vita alla sua visione, come il suo bisogno di controllare completamente tutta la fase di produzione di un film, non senza grandi interventi nelle stesure delle sceneggiature, che lo portavano a distaccarsi fortemente dai romanzi da cui attingeva, testi di Nabokov e King inclusi.

Singolare la sua capacità di impreziosire e rendere noti dettagli che all'interno delle sue storie diventavano quasi essenziali: pensiamo alle colonne sonore, con prestiti dalla musica classica (dal valzer di Strauss alla Nona di Beethoven, fino alla Suite n. 4 di Haendel) a quella moderna (il country, il garage rock, l'inno dei Marines e molto altro in "Full Metal Jacket", il rockabilly "Baby did a bad bad thing" in "Eyes Wide Shut", le ballate anni '20 in "Shining"); pensiamo ai quadri e alle sculture in "Arancia Meccanica", fra cui comparivano anche alcune opere della di lui moglie, pittrice; pensiamo al triciclo in "Shining" o anche semplicemente alla canottiera easy indossata da Nicole Kidman in "Eyes Wide Shut".

Film spesso e volentieri rock-e-shock quelli di Kubrick, non facili da vedere e ancor più complicati da capire anche solo per la "lentezza", lunghezza e verbosità di molte scene, anche quando aperti a più significati. Scandalosi, arditi, pesanti, pensanti, con la censura e la critica a mettere paletti a volte anche comprensibilmente.

In molte storie spiccava la sua tendenza a dare spazio ai (super) "cattivi" e alla cattiveria, protagonisti in "2001 - Odissea nello spazio", "Arancia Meccanica" o "Shining". Anzi - l'ho detto in più di un momento in questo spazio virtuale - Stanley preferiva quasi i cattivi ai buoni perché davano più spessore alle sceneggiature e perché fondamentalmente credeva nella natura malvagia del genere umano: "Non dobbiamo stupirci quando viene fatto qualcosa di brutto ma al contrario quando viene fatto qualcosa di bello".

Ritornando al concetto di shock potrei definirlo "biunivoco", che non si limitava a schiaffeggiare lo spettatore fra scene di violenza, amori proibiti, menti malate o relazioni tossiche, ma anche gli attori stessi che hanno interpretato alcuni ruoli scomodi. 
Malcolm McDowell pagò con un ostracismo non frequente nella storia della cinematografia l'interpretazione politicamente scorretta del drugo Alex, mentre Shelley Duvall ci rimise addirittura la salute mentale per aver incarnato la Wendy di "Shining" in un set dove forse solo l'attore bambino poteva regalarle un qualche sollievo; nello stesso film Jack Nicholson peraltro da una parte avrebbe voluto aiutare la collega, dall'altro dovette seguire particolari indicazioni, nelle scene più paurose, per spaventarla ulteriormente, come ad esempio l'improvvisazione*. Questa "licenza" venne fra l'altro concessa da Stanley soltanto a lui e a Peter Sellers ne "Il dottor Stranamore" per un triplo ruolo che certo non avrà che alimentato lo sfasamento di identità dell'attore che in seguito, sempre più depresso e insicuro, dichiarò di non credere di avere più una propria personalità.
Tom Cruise e Nicole Kidman, assoldati per "Eyes Wide Shut" in quanto coppia anche nella realtà, si lasciarono non molto tempo dopo l'uscita del film, che aveva rimosso negativamente i loro problemi relazionali. Anche i giovani soldati di "Full Metal Jacket" Matthew Modine e Vincent D'Onofrio non hanno avuto con l'ennesimo capolavoro di Kubrick il successo sperato, soprattutto Modine che avrebbe poi ricoperto tanti ruoli, si, e anche con registi di spicco, ma molto molto meno impegnativi e memorabili.

Spero che continuino a proiettare su piccolo e grande schermo ed eventualmente restaurare i film di Kubrick e che sempre più persone si sforzino di vederli e leggerli al meglio possibile, perché sono davvero delle opere d'arte straordinariamente moderne che hanno molto da ispirare e insegnare.

*= cosa vi ricorda questa cosa? Forse "Ultimo tango a Parigi"? A me si

martedì 5 marzo 2019

Quando i ruoli si invertono: non corro più come Fantozzi!

   


Non che sia diventata la Mary Keitany riminese ma neanche la Catherine Bertone romagnola, MA-GA-RI, ma qualcosa sta cambiando, ebbene si.

Più precisamente, da quando a ottobre ho iniziato a correre sotto la guida di un coach di un club podistico della mia nuova città, ho appunto iniziato a correre. Piano piano, ai miei tempi lumacheschi, ma con costanza e in crescendo, con maggiore tecnica, scioltezza, dignità, fra stretching mirato e ripetute. E mi sono allenata con 3 gradi, con l'umidità che tagliava fiato e faccia, sotto la pioggia, col buio.

Domenica pomeriggio, l'ulteriore svolta: i ruoli che si invertono. Prima di cena sono andata a correre con Davide, che non svolge nessuna attività fisica e da gennaio non va neanche sempre alla partitella di calcetto del giovedì sera., ma che ha notoriamente sempre avuto più fiato e gamba di me. Ebbene, tranne i primi 500 metri in cui andavamo pianissimo anche per fare un qualche riscaldamento, gli sono sempre sempre sempre stata 5-6 metri avanti se non di più, anzi sentivo di starmi trattenendo per non staccarlo troppo e quando ho fatto quelle due-tre piccole accelerazioni nelle salite o per sorpassare pedoni lenti, poi correvo sul posto per aspettarlo. 



Al quinto chilometro lui mi fa: "Cavolo, si vede che corri": io muta ovviamente, ma dentro di me ho gongolato. Al sesto chilometro (ne volevo fare sette abbondanti) gli dico: "Quanto manca al settimo? E se arrivassimo a otto?" e lui, in percettibile affanno: "Eh, se ci arrivo a otto".



Ebbene si, dopo quasi quattro anni Fantozzi e il T1000 si sono scambiati i ruoli. Yeeee!!!

giovedì 31 gennaio 2019

Juventus, Atalanta, cialde e ragione: dialogo flash col fidanzato

Post lampo meditato stanotte in preda ad una lieve insonnia.

Iersera, come ben noto, partita di Coppa Italia fra Atalanta e Juventus. Davide ed io la guardiamo con la stessa golosità con cui guardiamo il 90% delle partite di calcio, basta che una palla rotoli insomma - anche se cerco di fargli vedere anche qualche corsa quando si degnano di darne in tv.

Squadre in campo.
V: "Ma chi è l'avversario della Juve, l'Inter??"
D: "No, Atalanta"
V: "Ah dai....che bello se l'Atalanta vincesse la Coppa Italia quest'anno"
D: "Ma così la Juventus verrebbe eliminata..."
V: "Si, ma anche il mio povero Milan, che pure ci resterebbe peggio essendo già in semifinale..."

Sono all'acquaio a lavare i piatti ed ecco che l'Atalanta passa in vantaggio.
D: "...."
V: "Ah... beh, adesso l'Atalanta è più vicina alla conquista della Coppa. Caffè?"
D: "Ok grazie.... vuoi una mano ad aprire la cialdina? Dai qua..."
V: "Non si strappa sta bustina, ci vogliono le forbici..."
D (dopo mezzo minuto): "Si, ci vogliono le forbici, tieni..."
V: "Mh, è già la seconda volta che ho ragione stasera".

Seratona, eh?

lunedì 21 gennaio 2019

Ragazze, non permettete ad un sms di rovinarvi la vita!


Tanto vale usare questa immagine, si parla sempre di menzogne e illusioni!

Scrivo disgustata per il terribile servizio trasmesso iersera dal programma televisivo "Le Iene", in cui si è riparlato di blog e siti che incoraggiano a terribili comportamenti alimentari e vitali che rischiano di portare a disturbi come anoressia e bulimia. Ma il servizio è andato oltre e lo si è visto dalla testimonianza di una giovane minorenne, adesso diciannovenne, cui non sembrava mancare una vita normale e gradevole ma si è ritrovata vittima di un istigatore seriale. Costui, che frequentava gli stessi blog incriminati in cui è incappata la ragazza, ha iniziato a incoraggiarla a non mangiare e a rimettere con continui messaggi con lodi e complimenti (secondo i quali con le ossa in vista sarebbe stata più bella!!!) riuscendo a innescare un meccanismo mentale di ascolto, dipendenza e ubbidienza cieca che alla vittima sono costati oltre venti chili, la salute, il rapporto coi familiari, la regolarità scolastica.

In tutto questo scenario da film dell'orrore, la cosa che più mi fa rabbia, prima ancora del dispiacere, è sapere di tutte queste ragazze, quando non si tratta di ragazzine, che si fanno intortare dagli sconosciuti fino a permettere loro di manipolarle. E neanche tramite un vero rapporto umano, in cui c'è una frequentazione, no!!! Ma solo attraverso lo schermo di un computer o, peggio, del cellulare, compagno inseparabile della stramaggioranza delle persone per motivi lavorativi ma anche personali e relazionali. 

Mi fa rabbia che tante, troppe ragazzine abbiano bisogno di compagnia virtuale quando magari non si forzano di guardarsi attorno e apprezzare quella reale vicino a loro, dal familiare al compagno di scuola al volto che vedono ogni mattina al campo sportivo - e comunque ci sono anche i buoni libri, anche di antropologia e filosofia!

Mi fa rabbia che tante, troppe ragazzine "caschino come pere" di fronte ad un complimento estetico o peggio una dichiarazione di affetto fatti attraverso lo schermo di un cellulare, dietro al quale ci potrebbe essere chiunque, compreso un software o un algoritmo generati da qualche insano di mente - se non quest'ultimo: homo homini lupus.

Mi fa rabbia che tante, troppe ragazzine siano le prime vittime al macero di questa società dove bisogna essere sempre più belli, perfetti (per il genere femminile leggi magre con tettone), fashion, popular, social, ricchi, spendaccioni, attivi sessualmente, consumatori e in cui in poche hanno il coraggio, la forza e la fortuna di dire "io no".

Chiedo scusa se sono ripetitiva, avendo affrontato argomenti simili almeno una volta.

sabato 19 gennaio 2019

Per un'ora di invidia con Vanessa: la nonchalance di Wanda Nara


Siamo alle solite, ci casco sempre. Guardo più a cosa hanno gli altri senza soffermarmi sui miei punti di forza, ritrovandomi a pensare di dover inseguire, sempre e comunque, anche se in parte, modelli comportamentali. E si, un po' invidio.

L'altra sera, in un noto programma televisivo, un non meno conosciuto inviato porge un premio a Wanda Nara, procuratrice sportiva del calciatore e marito Mauro Icardi oltre che madre, modella, influencer, commentatrice televisiva. Bionda, belloccia, indaffarata, danarosa, famosa.

Ma io a Wanda non invidio la notorietà, la bellezza, il lavoro, il portafogli, lo stato di famiglia e alla fine neanche la dichiarazione dei redditi, checché siano tutti molto più "interessanti" e desiderabili dei miei. 

Nel servizio televisivo, palesemente ironico e bonario, Wanda sfoggia una nonchalance degna della regina Elisabetta, mostrando iniziale sordità di fronte ai richiami dell'inviato, parlando il meno possibile, schermandosi dietro ad un paio di occhialoni neri, sorridendo e gesticolando in maniera quasi impercettibile, con quella che più che gentilezza fredda sembrava indifferenza menefreghista. 

Ha giocato il suo gioco o come dir si voglia si è fatta i cavolacci sua, anche se poi qualche dichiarazione l'ha lasciata, in quel turbinio di domande con cui il cortese inviato l'ha tampinata fino all'ascensore. Non si è fatta condizionare, non ha mostrato il minimo imbarazzo, non ha detto niente che non voleva dire anche a costo di risultare antipatica, che tanto i suoi 4 e passa milioni di follower non si disiscriveranno certo per queste bazzecole da impiegatini o gli sponsor si scanseranno - giammai!

Impara Vanessa, impara! Tu che con le tue remore, i tuoi fantasmi, i tuoi devo-perché-devo innestati, i tuoi freni inibitori e la tua eccessiva empatia ti stai malinconicamente strozzando da sola! Imparaaaahh!! E magari, quel taglio di capelli....perché no?

martedì 8 gennaio 2019

Le mie vacanze natalizie in dieci punti fra dolci, famiglia, shopping e divertimento!!!

Davvero belle e ricche, le mie vacanze natalizie appena trascorse! Iniziate con un pizzico di malinconia per il pessimo esito del mio nuovo lavoro, naufragato senza contratto né soldi, proseguite fra famiglia e parenti, pranzi e regalini più un'adorata natività, sono maturate con una super nottata di San Silvestro, un capodanno dormiglione e un inizio di saldi niente male!

10) La settimana prima, una cena col mio gruppo di runner: antipasti come se piovesse, un primo buono da dare il batticuore, carne alla brace, una fetta di panettone, due mandarini, spumante e ammazzacaffè! Yum!!!

9) Nebbia alla partenza, alle 7 del mattino in viaggio per casa dei miei, già diradatasi assieme alle amarezze per il sopracitato lavoro: quando un tragitto in treno si rivela purificatore e rigeneratore nonostante il pranzo arruffato e, una volta arrivata in patria, i due appuntamenti irrinunciabili. Il tutto con 4 ore scarse di sonno. Ci credo che poi sono crollata e ne ho dormite 11 di fila!



8) In tema di dolci, sono stati più golosi i giorni prima e dopo Natale che lo stesso 25 dicembre, in cui mi sono deliziata con appena due porzioni di tiramisù, una dopo pranzo e un'altra dopo cena - cui sono arrivata letteralmente affamata. Il 24 ho mangiato una porzione di pandoro con Nutella e mascarpone: mai fatto prima di allora ma se capita lo rifarò, yum! 



Il 26 un bombolone con la cioccolata e una fetta di panettone col the, il 27 biscotti a colazione, una brioche con marmellata a metà con mia cugina (merenda-premio dopo una commissione mattutina) e nel pomeriggio un altro bombolone con la cioccolata e un ricciarello gigante fatto in casa. Il 29 merenda pomeridiana con una fettina di dolce al cioccolato ed una barrettina Kinder. La notte del 31 mi sono divisa con Davide una crepe al cioccolato fatta espressa in centro a Rimini.

7) Come ho lasciato intuire, il mio pranzo del santo Natale non è stato per me e la mia famiglia un'abbuffata... ma neanche una scorpacciata! Buonissimo ma giusto nelle quantità, è durato neanche un'ora e pur pienandoci non ci ha impedito di cenare regolarmente. Eravamo da mia cugina, in dolce attesa - motivo per cui è stato un pasto ancora più semplice di altre annate. Appena arrivati alle 10 e poco più ci siamo messi subito a cucinare: mia mami e mia zia ai fornelli per le carni, mia cugina addetta al purè, mio papi ed io al tiramisù, mentre mio zio si divideva fra nipotini e piccole mansioni. Come antipasti c'erano solo olive e peperoncini ripieni di tonno e quando è arrivata la pasta al forno avevo talmente fame che non sono riuscita a mangiarla piano e rilassata come mio solito. Un po' meglio per il roast beef e il tacchino, mangiati con più calma nonostante l'emozione crescente nei miei nipotini, ansiosi sia di mangiare il tiramisù (mia Cugi li aveva tenuti a stecchetto di dessert per una settimana) come di scartare i regali. Un po' di purè, due noci, frutta e si arriva a questo fatidico dolce, delizioso nonostante le tre ore di giacenza in frigo. Come capita spesso a casa nostra, non è stato aperto nessun pandoro né panettone e quindi siamo passati al caffè e alle fatidiche strenne.

6) A Natale ho ricevuto regali bellissimi e ne ho fatti abbastanza belli, limitatamente alle mie risorse, quasi tutti portati dalla Romagna. Ma di uno sono particolarmente fiera, ovvero un libro che ho donato a mio zio. E' stato l'ultimo presente che ho acquistato, proprio alla vigilia. Non era neanche sicuro che mio zio venisse per tutta una serie di problemi di famiglia e nonostante lo volessimo tutti con noi. 



Ma in libreria era uscito questo volume su Mussolini, argomento di cui questo mio parente è appassionato (non è un fanatico o un "nostalgico", semplicemente ama molto la storia contemporanea, pallino che in effetti coinvolge un po' tutta la mia famiglia) e non ho resistito: l'ho comprato come se la presenza del destinatario fosse certa al 100%. "Male che va, glielo porto i giorni avanti", mi ero detta. E la mattina del 25, pronta per la colazione, ecco che vedo mia mami tutta contenta ad annunciarmi che ci sarebbe stato anche il suo lunatico cognato! Che bello, me feliceee!!!!

5) Ancora regalini nei giorni successivi, da parte di mio papi, oltre ad un pranzo in stile iberico ospite della mia cara suocera, con scambio di pacchetti incluso! 





Che bello essere coccolate e viziate, anche pochi giorni all'anno!! Ammetto di essermi sentita un po' più principessa e molto meno camionista e non mi è dispiaciuto affatto! Grazie grazie grazie!!!

4) L'unica cosa inerente allo sport in queste mie vacanze è stata solo la capatina da Decathlon, my own private (cit.) Tiffany. 



Come attività fisica ho fatto un po' di pulizie domestiche, una camminata in campagna e nei centri commerciali. I know, sono pessima.

3) La meraviglia che si ripete: mia Cugi ha avuto il suo bambino a fine dicembre, con parto naturale e a tempo di record: un tesoro di maschietto, adorabile e mangione <3

2) Ultimo dell'anno a Rimini dopo un viaggio della speranza fra treni affollatissimi e un malore di un passeggero, per fortuna non grave. 
La capitale della Riviera ricca di eventi e divertimenti a cominciare dal mattino. Cenone super easy chip quanto gustoso con panino alla salsiccia, verdure e vin brûlé al Parco Fellini aspettando il concerto di Nek che poi, al termine di un'esibizione più che buona, per un minuto mi fa pensare che "Laura non c'è" sia la più bella canzone italiana. 
Mezzanotte, fuochi d'artificio, botti, brindisi, poi la longa marcia attraverso Viale Principe Amedeo: un fiume umano compostamente festoso in direzione centro storico, trasformatosi per l'occasione in una "discoteca labirinto" a cielo aperto di note, musica, colori e bella gente, con cuore pulsante in Piazza Cavour.




1) Ultimi doni, uno arrivatomi per posta da un'amica prima di Natale ovvero un calendarietto dell'avvento con trucchini, più uno shampoo antigiallo, autoregalo che agognavo da anni e infine uno sfizio ai saldi per l'Epifania: una grottesca maglietta fitspiration che vuol essere uno sprono non soltanto per le sgambate ginnico-podistiche. 





Nonostante tutti questi oggetti, queste vacanze sono state fatte anche di pensieri, riflessioni, sentimenti, sensazioni. Si ricomincia, si riparte, insomma ancora una volta bisogna spezzare l'inerzia. Sono pronta, più o meno.