mercoledì 31 ottobre 2018

Un pensiero a Federico e a River (1993-2018)

Non è un post sul cinema né un tributo, è uno stato d'animo, eppure sono mesi che penso a questo momento: mettere giù due parole dignitose su due grandi rappresentanti della settima arte. 

Tanta gratitudine ma anche tristezza nel 25esimo anniversario della scomparsa di Federico Fellini e River Phoenix. Non saprei cosa altro aggiungere, credo di aver detto tutto col post di cinque anni fa, scritto nel mio primo mese di domicilio in terra piemontese in una giornata malinconica e senza neanche l'allegria black della festività di Halloween.
E oggi questo 31 ottobre non ha un briciolo di buonumore in più anche (soprattutto?) ora che vivo nella città che ha dato i natali al grande regista e non c'è stata serata, anche quella chiassosa della music parade al molo, in cui passando davanti al Grand Hotel non abbia provato un fremito e un piccolo groppo in gola, gli stessi che ho provato quando sono stata alle feste del Borgo a San Giuliano, passando davanti agli affreschi in tema felliniano. O davanti a quelli in via XX Settembre. O leggendo i cartelli delle stradine che collegano Viale Vespucci al lungomare, tutti intitolati alla filmografia del grande artista.

River era un attore giovane e promettente, stroncato prematuramente quasi all'apice di una carriera sempre più d'autore che commerciale - mentre il suo erede putato Leonardo di Caprio ad un certo punto ha cambiato rotta con "Titanic" - e di lui mi affascinavano la sensibilità, l'intelligenza, la personalità in un periodo in cui le persone erano fascinose senza orpelli, anche spettinate e vestite trasandate, perché colpivano con lo sguardo, coi modi, col carattere. E poi si, mi sarebbe piaciuto un fidanzatino dolce e particolare come era lui in "Vivere in fuga", ruolo che dubito abbia faticato a incarnare.

Con Federico è un po' diverso. Mi è bastato vedere "Amarcord", "Roma" e qualche altra pellicola per innamorarmi del suo saper raccontare apparentemente ingenuo ma aperto a spunti e riflessioni anche amare, con parentesi oniriche molto moderne e molto copiate tutt'oggi, seppur camuffate con effetti speciali e battutine ad effetto. E' come voler bene ad un antenato che ci ha dato tutto, dal sangue alla cultura, dai tratti del viso alle sensazioni. Una coordinata quasi istintiva, un riferimento costante, un ago di una bussola anche se non si conosce bene la destinazione del proprio viaggio. 

E si va avanti anche senza, ma con un po' più di tristezza e con una sensazione di solitudine. Come mi sento oggi, in questa giornata col cielo azzurro ma col sole semicoperto, un po' ventosa e un po' stufosa. 

giovedì 11 ottobre 2018

L'Evian griffata Ferragni? Non mi bagna

Bottiglie in vetro di acqua Evian con logo disegnato dalla fashion blogger Chiara Ferragni a 8 €. 

Grida e post scandalizzati o pseudo ironici a riguardo: esagerazione, schiaffo alla miseria, sberleffo a chi non ha acqua e muore di sete.

A me è scivolato come una goccia di pioggia.
Perché ho una visione venturiana della vita, ne vedo il totale delle contraddizioni, stranezze, diversità di vedute che convivono assieme nonostante i pensanti contro. Come le famiglie arcobaleno: esistono, dunque sono famiglie anche quelle, non vedo perché negarle.

E' da quando sono ragazzina che vedo persone di ogni ceto sociale, dall'operaio al borghese medio al figlio di professionisti, spendere e spandere anche per cose inutili e magari pure brutte. 
Quelli che hanno armadi pieni pur mettendo sempre le stesse cose. E quelli che hanno fatto "una pazzia" sganciando cifre per regalarsi articoli assurdi, esagerati o eccessivi, di quelli che si usano poco e sempre col timore di rovinarli? Visti e rivisti.

Poi si, la crisi, le crisi, il mercato asiatico, il dilagare del low cost. Ma i generi di lusso persistono e pochi, che siano poveri, borghesi o ricchi, vi rinunciano. 

Ci siamo già dimenticati le maxifile ai grandi store di tutto il globo per i saldi? O per i modelli di iPhone, iPad, iwatch via via usciti negli ultimi dieci anni, anche in periodi critici come a ridosso delle vacanze estive?

Nessuno ha mai fatto caso a quanti capi di abbigliamento firmato in ottimo stato, a volte ancora con l'etichetta, si trovano ai mercati dell'usato? No? Si vede che compra solo nei negozi, magari a prezzo pieno.

Ma io dico quindi, se la benestante moglie di un professionista (ci lavorava quel mio zio delle maxi spese) con studio da dieci dipendenti possiede una villa, quattro auto e tre armadi di vestiti griffati, quanto credete che possa possedere e spendere il figlio o il nipote di un imprenditore che fattura cifre a sei zeri? O quei super ricchi che potrebbero stracampare solo con gli interessi degli interessi che fruttano loro i conti in banca? 

E perché non farlo anche con l'acqua? Come non potrebbe esistere un'acqua a prezzo "da ricchi"?

"Ma l'acqua è un bene primario! Due miliardi di persone muoiono di sete e venderla a 8€ è una bestemmia!" dicono gli scandalizzati - e a pensarci il loghino easy della Ferragni non è neanche un bozzetto di Leonardo.

Ma questi scandalizzati, mi chiedo, dove erano quando ci fu l'Ice Bucket Challenge? Quante volte si fanno la doccia a settimana? E i rifiuti li separano? Evitano gli sprechi?

Bah, secondo me anche quelli nelle case popolari sprecano soldi, acqua, cibo ed energia e non se ne rendono conto. Figuriamoci i ricchi. E' un mondaccio, si.

E gli scandalizzati sono mai stati nei ristorantini vicino al Centre Pompidou a Parigi, dove 33 cl di acqua Evian s-logata costa 3,50€?
Ma lo sanno che al popolarissimo Conad c'è l'acqua Lurisia al costo di oltre 5 euri al litro?

E gli stessi hanno mai sentito dire che la nazione di provenienza dell'Evian da sempre spadroneggia economicamente, per usare un delicato eufemismo, le sue "ex" colonie africane?

O che certe coltivazioni intensive di frutta secca diventata di voga grazie alle ultime ricette e diete veggie richiedono uno sproposito di acqua per essere tirate su in maniera produttiva? ...il che si ripercuote con un effetto a catena sulla salute e sull'economia delle nazioni, quasi sempre del terzo mondo? - le vegan victim!

A furia di scrivere mi è venuta sete. Ma berrò la mia solita acqua di supermercato comprata quasi sempre in offerta perché, in questo mondo dalle mille sfumature di consumismo, per fortuna esiste anche il sottocosto.

giovedì 4 ottobre 2018

L'algoritmo di Beautiful - e Google muto!

Post scritto col sorriso sulle labbra, da prendere nello stesso modo.

Si parla tanto dei meccanismi del ventenne Google, si accenna a quelli del più giovane Facebook, ma nessuno vanterà mai l'efficienza dell'algoritmo di Beautiful :D :D :D

Ne ho avuto la riprova in questa settimana in cui, rincasando verso le 13,30 dal nuovo lavoro part time, ho acceso la televisione mettendo distrattamente Canale 5 nella speranza di beccare le ultime briciole del telegiornale. E invece mi sono ritrovata davanti un ripetuto modello incredibilmente vincente, per quanto assurdo. 


L'algoritmo, la ricetta, la formula o quel che è, capace di attirare ciclicamente l'attenzione di un pubblico prevalentemente femminile (anche quello che si era allontanato) e per lo più stanco, stressato e bisognoso di cose stupidine per tirarsi su e riprendere con le battaglie quotidiane, mi è stato servito su un piatto d'argento in neanche tre puntate: 

1) l'eroe e l'eroina senior si rimettono assieme e si dichiarano innamorati per la cinquantesima volta

2) i suddetti annunciano il cinquantesimo matrimonio, non sia mai che convivano e basta

3) in un'altra coppia più giovane, la donna ha avuto rapporti sessuali ravvicinati sia col fidanzato che col suocero

4) durante il rapporto adulterino col suocero, di cui in passato è stata invaghita, la ragazza non si rendeva conto, non era lucida, era come in trance

5) i rapporti sessuali ravvicinati erano non protetti, non sia mai che si guardino anche solo dalle malattie veneree

6) la sgualdrina di cui sopra rimane incinta riacquistando magicamente la fertilità persa almeno cinque stagioni prima

7) nel frattempo 3/4 degli altri personaggi stanno proprio parlando della giovane coppia e della loro gravidanza, ma con un minimo indizio iniziano a sospettare qualcosa di brutto

8) prove e dettagli da tenere segretissimi come test di paternità finiscono nelle mani di cani e porci, eh già

9) a cadenza regolare come le porzioni di frutta e verdura in una dieta sana, vengono propinati monologhi micidiali sull'importanza dell'unità in una famiglia, dove tutti devono benvolersi, collaborare e potersi confidare l'uno con l'altro

Scene simili, se ricordo bene, si presentavano ciclicamente ogni sei mesi: personaggi diversi, ma dinamiche identiche. Comicamente adorabile, no?