venerdì 13 dicembre 2013

Ballare per non sbandare - film per adulti

Ho appena visto per la prima volta "La febbre del sabato sera". Si, lo so che è un film del 1977 e che avrei dovuto vederlo di già, se non altro in linea con la tradizione cinefila della mia famiglia, però quando una ventina di anni fa lo diedero in televisione, i miei genitori (dopo avermi fatto adocchiare i 5 minuti iniziali, con la scena della cena in famiglia) dissero che era meglio non lo vedessi: "troppe parolacce". Ma il linguaggio non è la sola cosa pesante del film, anzi alla fine è la più soft. La trama è ben nota: un ventenne figlio di immigrati italiani si prepara per un concorso di ballo indetto dalla discoteca dove ogni sabato si scatena assecondando la sua passione per la discomusic. In più, la famosa moda delle camicie fighe, dei pantaloni a zampa, dei capelli cotonati pettinati con cura. A far gelare il sangue, più di quanto possano esaltare le scene di ballo, oggigiorno effettivamente un po' ingenue, è il contorno. La famiglia di Tony: cattolica e di vedute ristrette tanto da inibire ogni forma di comunicazione con il figlio, ma non alcune litigate furiose e angoscianti. La comitiva di amici: quattro imbecillotti che vanno in discoteca per bere, prendere droga e portarsi nei sedili posteriori della loro macchina le conquiste dell'ultima ora - si danno pure un tempo massimo, 10 o 15 minuti, e nemmeno si prendono la briga di posteggiare lontano dall'ingresso della discoteca o di prendere precauzioni prima delle loro squallide copule. Le ragazze: delle comparse che si fanno usare in cambio di un blando orgasmo oppure fan adoranti di Tony, che le sceglie, le bacia e le allontana a suo piacimento - alla faccia di anni di femminismo e proclami di emancipazione; solo Stephanie esula da questo schema, pagandolo con la nomea di stronza. Il sesso: come si può già intuire, è uno sfogo fisico, un divertimento consumistico, rapido e pubblico, senza amore né passione. Bisogna aspettare il ballo finale per vedere un po' d'amore, che trapela dagli sguardi e dal bacio che si scambiano i due protagonisti. Tony stesso, poveraccio, è un ignorante e cafone, impulsivo e fumino, ma perlomeno si redime grazie alla sua volontà di migliorarsi e cambiare vita. Si salva solo il ballo, come culto e dottrina, come stile e spettacolo, anzi lo si prende talmente sul serio da fargli orbitare intorno persone, sentimenti e progetti. E chi non ha nemmeno questa passione apparentemente frivola sembra ancora più svuoto e svuotato, qualsiasi cosa faccia: un amico di Tony è in ospedale pestato da chi non si sa, altri due strafatti come zucchine si accoppiano penosamente l'uno dopo l'altro con la patetica Annette e l'ultimo, inascoltato e depresso, si suicida per scappare da un matrimonio riparatore.
Per tutti questi motivi non posso dire che "La febbre del sabato sera" mi sia piaciuto, semmai è uno spaccato ben realizzato, suggestivo e illuminante della complessa e variegata sociologia statunitense. Tra l'altro John Travolta ci prese pure una nomination all'Oscar; il regista John Badham, un professionista di tutto rispetto, era qui al suo esordio, direi uno dei più eccellenti di quegli anni.
Comunque, avevano ragione i miei genitori: questo non è un film per bambini...e forse nemmeno per ragazzi. E' per adulti, che almeno hanno un po' di pelo sullo stomaco.

mercoledì 11 dicembre 2013

Quale parte del vaff@ non hai capito? - Non saremo il Darfur, però....

Post pesantuccio e indignato. Per questo uso il rosso sangue :D

Un flashback. E' il 2011, febbraio. Festeggiamo tra familiari il compleanno della mia amatissima Martina, che è la figlia di una delle mie venerate cugine ultraquarantenni. Siamo tutte donne, compresa una mia prozia settantenne, più i bambini, che saranno 7-8, un paradiso insomma: regali, battute, sorrisi, una merenda artigianale da applausi. Dopo più di un'ora, noi ultramaggiorenni ci mettiamo a parlare di animali domestici, in particolare di vaccini e cure - io stessa racconto di come sto curando la mia gatta attempata per i suoi disturbi ai reni. Ad un tratto la prozia, che di amici a 4 zampe non ne ha più da oltre trent'anni, irrompe con una di quelle filippiche cui avrei preferito il sermone del 2 giugno del presidente della repubblica: "Ah, siete delle esagerate...state solo buttando soldi per quegli stupidi animali...crepassero tutti...". Noi, sbalordite, non facciamo in tempo a rispondere che costei esce dalla veranda e ritorna subito con un volantino con la foto di un bambino africano in lacrime. E pur rivolgendosi a tutte, lo sventola davanti a me: "Ma come fate ad amare le bestie, ma come fate a non commuovervi di fronte a questi occhi...". Io allibisco e non so dove trovo la forza per dire, calma e ragionevole, che forse si, spendere troppi soldi in cure veterinarie sarà esagerato, ma che l'affaire Africa purtroppo non è semplice come ce lo propina quel volantino, perché dietro ci sono multinazionali e giri d'affari di uomini per lo più bianchi che fanno in modo che nel continente nero i bambini (e non solo) rimangano in povertà totale e si "accontentino" di vivere con un dollaro al giorno e con mezzo secchio d'acqua a testa. Le cugine intervengono, la "conversazione" si spenge dopo pochi minuti e un filo di nervosismo. Menomale che i bimbi sono nelle altre stanze a godersi la giornata.
Che poi mi dicevo tra me e me, come se la povertà fosse solo quella che ti spediscono per posta con richiesta di aiuto al conto corrente X. Che poi io ero pure quella più "povera" lì dentro, con lo stipendio, la casa e la macchina più piccoli di tutte, e persino quella con meno peso in eccesso :D

Un mese e mezzo dopo, la mia gatta passa a miglior vita, sotto gli occhi miei, di mia madre e di mia cugina FS, che pure le vuole un gran bene.

Ieri, 10 dicembre 2013, esce questo, ribadito stamattina dai vari telegiornali:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/10/crisi-un-bambino-italiano-su-dieci-vive-in-poverta-assoluta-save-the-children-30-nel-2012/807862/
E al Letterman show, di recente hanno parlato di quaranta milioni di statunitensi che rischiano ogni giorno la sottoalimentazione, si, nella nazione più potente di tutte e che inquina come quasi mezzo pianeta.

Io dunque dico a te, cara prozia, senza stare a fare i conti in tasca o frugare nella spazzatura a te, a tuo figlio e ai tuoi nipotini obesi, che la fame è più vicina a noi di quanto si voglia ammettere e no, non è prerogativa dell'Africa solo perché un pieghevole studiato a tavolino e inviato per posta ha attirato la tua attenzione e deviato il tuo buonsenso verso un sermone buonista. E toccare certi argomenti nei momenti meno indicati è una grande sciocchezza; ti avrei almeno stimata per coraggio e coerenza se tu, dopo aver augurato una morte repentina ai nostri amici animali, ci avessi chiesto un contributo pecuniario da mandare a quella presunta onlus.

martedì 26 novembre 2013

Cecità o eccesso di affetto - quando fare un regalo diventa un'impresa

La scorsa settimana si è laureata una mia giovane e simpatica amica. Dopo giorni di confabulazioni e un sopralluogo al centro commerciale, il giorno stesso della cena sono andata con un amico comune a comprare il regalo. Andiamo nel negozio della marca X tanto amata dalla neolaureata e cerchiamo un certo maglione -vestito bello colorato, dalla stessa adocchiato mesi prima. Dopo venti minuti di ricerche tipo cani antidroga, troviamo l'oggetto in questione: bello e variopinto, disponibile solo nella taglia S, d'altronde è una fine serie. Scatta però il dubbio: andrà bene 'sta taglia, andrà male? Tanto per torturarmi, mi offro di provare il maglione-vestito, visto che la festeggiata è normopeso come me, e magari da questo possiamo renderci conto se potrebbe andarle bene o no.

Superata la fila ai camerini prova, dopo i defilè di tre 40enni accanite che si erano appartate con 3 capi da testare, entro nel claustrofobico bugigattolo e indosso, con una certa fatica, il capo d'abbigliamento (perché oltre ad essere una S è pure un modello slim, quindi è di quelli che aderiscono modello sottovuoto) e mi guardo allo specchio, osservata costantemente dal mio accompagnatore. La prima impressione è un melanconico dejavù: sembro una salsiccia vestita, questa volta a strisce, quadri e fantasie varie. Cerco però di ragionare: non è per il mio fisico, ma per quello della mia amica...ma come le andrà? Perché la vera domanda, l'unica che dovevo pormi, era: come è fatta lei??? Panico, vuoto totale tipo domanda shock ad un esame universitario. Eppure non sarebbe un quesito difficile. Ma mi rendo conto che non ho molti criteri sulla fisicità di questa ragazza, che conosco da un paio di anni e recentemente ho visto sempre con indosso maglie e maglioni larghi. E' un po' a mandolino tipo me, ok, è l'unica cosa che so con certezza. Ma i dubbi mi assalgono: è più bassa di me o siamo alte uguali? E la sua taglia di seno è maggiore rispetto alla mia prima scarsa? Ma di busto è esile o è più robusta? E le spalle, normali o strette? Mi sembra di non sapere nulla, di averla sempre e solo vista per come è di carattere: socievole, disponibile, dinamica. Potrei parlare a lungo del suo sorriso, del colore dei suoi capelli, dei suoi tatuaggi, ma ignoro le sue dimensioni!!!
Alla fine abbiamo corso il rischio e abbiamo preso il maglione-vestito, assieme ad un bel cappello invernale con ponpon. "Male che vada, lo cambierà - abbiamo pensato - poi a breve andrà all'estero e magari perderà qualche etto...".
Lì per lì mi sono data della stupida o della cieca: come si fa a vedere senza guardare? Poi però ho preferito pensare a me come ad una persona molto affettuosa e in buona fede soprattutto verso le amiche, forse anche un po' buonista, ma che vede solo il meglio delle persone e non bada troppo alla loro conformazione fisica. La prossima volta, però, prenderò io in mano le redini dell'acquisto di un regalo e opterò per libri o trucchi!

venerdì 22 novembre 2013

Repliche - non è un film, è realtà

Un giorno qualsiasi di qualche mese fa, a casa mia e di mia mami.
Ingenuamente, mi provo un vestitino da sera comprato in liquidazione nero a palloncino e incautamente decido di prodigarmi in un defilè nel mio salotto, dove c'è mia mami con mia zia e Cugina FS in visita temporanea. Per esibizionismo, per la contentezza di testare un abito nuovo, per avere un parere, che tanto non ho specchi interi, non capisco se sono dimagrita e figuriamoci se sto bene abbigliata a cotesta maniera.

Fatti i dieci passi in mezzo alle belv...alle familiari, si scatena l'inferno. Ora so a cosa si è ispirato Ridley Scott per "Il gladiatore".

Mami: Ohhhh tesoooooro, come sei carinaaa!
FS: Mah, a me non piace per niente, le accentua il culone e le spalle curve...Almeno stesse dritta...Sta' dritta, Vane!
Mami: Beh, un po' si, ma magari, aggiustando qualcosa, chissà...
FS: No no, non stare a perdere tempo zia... tanto vale che lo butti, quel coso, guarda, fate prima!
Zia: Mhhh....Forse facevi meglio a metterci delle scarpe col tacco...
FS: ...ma tanto non ci sa camminare....
V (cercando di stare dritta): Insomma, mi sta davvero così male?
Mami: Fai come credi cara, so solo che fino a quando ti ho vestita io eri sempre perfetta...Poi dal liceo in poi hai voluto fare di testa tua...
FS: Se vuoi sembrare ancora più goffa di quel che sei te lo metti, altrimenti via, aria, nel secchione...E guarda che stare dritta non significa stare impalata...
Zia (sorridendo a 32 denti): Che tipe che siete, ma basta che piaccia a lei in fondo, no?
V: Zia, scusa, a te come ti sembro?
Zia (sorridendo a 64 denti): Ma tesoro, basta che piaccia a te! Tanto non pensavi di uscirci con quel vestito, giusto?

Da quel giorno c'era un vestitino da sera in meno nel mio armadio. E mi sono sforzata di fare esercizi per la schiena e il portamento :D

venerdì 15 novembre 2013

Ma quanto è cool dimagrire? Parte terza

...e fare la fame con le verdurine, aggiungerei?

Si, proprio così. Non c'era bisogno di avere in antipatia le pseudo notizie web sui dimagrimenti Vip per notare un articolo sulla raggiunta presunta taglia 40 di Rosalba Pippa, nota come Arisa e per la sua voce angelica.
La simpatica e brava cantante aveva già perso peso negli ultimi due anni, mostrando una bella silhouette nella penultima edizione di X Factor Italia (quella in cui credette che avevano nominato i suoi Freres Chaos per far passare loro il turno, mentre invece li stavano eliminando), ma evidentemente ha continuato a seguire un regime alimentare controllato.

E come molte Vip, ahimè, anche lei si è autofotografata in vari momenti della sua quotidianità e pubblicata sui social network, tanto da indurre i web di gossip a scriverne. E non è gradevole vedere usate parole come "dieta", "taglia 40" e "verdure", tutte nello stesso articolo, con una banalità da seconda elementare.


 
 

Fermo restando che nelle foto non si riesce nemmeno a vedere con chiarezza se la nostra Rosalba sia davvero diventata una taglia 40 (e per me una con la sua struttura fisica e il suo seno sta benissimo anche con una 44-46) l'articolo in questione fa apparire il dimagrimento come una condanna alimentare che prevede solo cibi deprimenti, ovvero le verdure. Pasta e dolci diventano uno strappo alla regola, un peccato innominabile, da consumarsi ogni tanto e con la sensazione del condannato a morte che esprime l'ultimo desiderio peccaminoso.
E tutto questo va a cozzare con la mia concezione di alimentazione, che non è per niente fanatica o esagerata ma prevede un po' di tutto e non esclude il consumo quasi quotidiano di pasta a pranzo, in quantità di 70-80 gr al giorno. E le verdure? Possibile che nell'impero del cibo sano quale è l'Italia (tra l'altro inondata da mesi da programmi di cucina di ogni tipo), ancora si pensa che verdura è uguale a mortificazione del palato?
Io allora chiedo a queste Vip che si fotografano a dieta di sforzarsi e avere un briciolo di volontà in più e d'ora in poi di farsi autoscatti con spuntini sempre vegetali, ok, ma meno deprimenti: carote e maionese light, cavolo stufato con sale e un po' di olio, trancetti di pizza con zucchine e melanzane, zuppe di legumi (yumm!)...Insomma, donne Vip di tutto il mondo, sforzatevi e sostenete come me la causa della bontà intrinseca  ma anche acquisibile del cibo verde! Ne guadagnerà anche il vostro palato oltre che il mio senso del buonsenso!
Purchè però non diventiate estremiste come Goldie Hawn o Madonna, che spergiurano di amare alla follia i buonissimi centrifugati di sedano o i deliziosi brodini di rapi e germogli di soia!

giovedì 7 novembre 2013

Tanto vale che faccia io il politico!

Latitano sulla stesura - o almeno fino a poco fa: chi ha capito se hanno agito? - di leggi sugli omicidi stradali, sul femminicidio, sull'eutanasia animale.
Negano cure a malati di malattie rare che si stanno curando con rimedi attendibili ma da loro dichiarati inadeguati, senza però proporre un'alternativa valida.
Girano attorno al tema della separazione civile senza trovare il coraggio di modificare la legge e ridurre gli attuali tre anni di tempo per sciogliere un vincolo matrimoniale.
Aprono le braccia sui tempi lunghissimi della legge italiana, con troppi pochi giudici per troppi processi.
Rimandano all'infinito un taglio sostanzioso sui finanziamenti ai partiti - in Gran Bretagna, tanto per fare un esempio, sono un ventesimo che da noi - come sulle diarie, sulle auto blu, sulle auto grigie, sulle scorte, sul numero di parlamentari e senatori a vita. 
Continuano a girare attorno al problema delle carceri senza trovare soluzione alcuna, come se nessuno avesse mai sentito parlare di lavoro sostitutivo e pene pecuniarie per reati minori (e fino a quarant'anni fa, cavoli, facevano pignoramenti ad hoc agli insolventi, altro che chiacchiere).
Permettono a destra e manca di iniziare a costruire opere pubbliche senza pensare se vengono finite o meno o se vengono mantenute funzionanti (vedansi i mondiali di nuoto 2009).
Chiudono gli occhi su tematiche spinose come una migliore regolamentazione - anche utile a livello fiscale - del gioco d'azzardo, delle droghe leggere e della prostituzione, come se casinò regionali, case chiuse e quartieri rossi siano roba di un altro pianeta.
Hanno messo nel dimenticatoio il bisogno di diminuire il costo del lavoro per agevolare aziende grandi e piccole. 
Si ricordano dei disastri ambientali una tantum e ignorano il concetto di prevenzione.

Ogni volta che si presenta un problema, i nostri costosi politici cascano dal pero come se non fosse di responsabilità loro e la nostra legislazione rivela grandi falle su un po' tutto, è come una coperta piena di buchi. E si rimanda, si rimanda, si rimanda. Poi si presenta un altro caso simile e ricomincia la tiritera senza provvedimenti concreti.

Il ritardo sta alla legislazione italiana come il pessimismo alla filosofia di Leopardi: entrambi sono cronici, storici, cosmici.




giovedì 31 ottobre 2013

Federico e River sempre nei nostri cuori

 Di solito non parlo molto delle persone morte. Dalla mia posizione di privilegiata che non ha mai avuto defunti in famiglia, penso che bisogna amare e rispettare i propri simili da vivi e saltuariamente predico il detto "chi muore giace, chi vive si da pace", intendendo che alla fine il peggio è per chi continua a vivere con un lutto, che poi deve superare.
Oggi però ricordo con affetto e ammirazione due personaggi dell'universo cinema scomparsi entrambi il 31 ottobre 1993, ovvero venti anni fa, già compianti allora nonostante la mia giovanissima età: il regista italiano Federico Fellini e l'attore americano River Phoenix.

Diversi, diversissimi. L'uno anziano, riminese, sposato da mezzo secolo con la sua amata e attrice prediletta, autore di film che hanno fatto la storia della pellicola italiana e poi mondiale, osservato dalla critica ma non sempre capito e tributato, insignito di numerosi premi tra cui 5 Oscar, compreso l'ultimo alla carriera, qualche mese prima di spegnersi. L'altro giovanissimo appena 23enne, statunitense, figlio di figli dei fiori, animalista attivo, talentuoso, bello come un modello di Calvin Klein ma intenso tanto da richiamare paragoni con il celebre James Dean, tra le migliori promesse del cinema di vent'anni fa, con pochi buoni film anche d'autore, una Coppa Volpi e una nomination agli Oscar.

A Federico è sopravvissuta, ma solo per pochi mesi, la moglie Giulietta Masina, spentasi la primavera successiva: non avevano figli, o meglio l'unico che ebbero, negli anni '40, morì dopo pochi giorni.
A River è sopravvissuta la famiglia d'origine, ovvero genitori e 4 fratelli, tra cui il noto Joaquin, anche lui attore, che avrebbe per qualche tempo abbandonato il cinema disgustato da come i media avevano parlato della morte del suo fratello, prima di ripartire con ruoli particolari, in cui ogni volta sembrava lasciarci un pezzo di cuore.

Federico e River, che probabilmente non si sono mai conosciuti e difficilmente avrebbero potuto lavorare insieme (ma, visto il caso di Woody Allen e Riccardo Scamarcio, chi lo sa?) , lasciano orfani anche noi ammiratori, che abbiamo pianto, palpitato, riso e riflettuto con le storie da loro proposte e interpretate. Venti anni sono tanti, eppure dubito che li dimenticherò mai, e non c'entra niente la vicinanza con la festività dei morti, né me li hanno mai fatti adombrare i festeggiamenti di Halloween. Né mi aspetto qualche erede o epigone: erano "troppo" unici e irripetibili perché la sorte riesca a donarci ancora qualcuno che ci faccia sentire un po' meno la loro mancanza.

giovedì 24 ottobre 2013

Dopo Saviano, mi ha fregata anche la Mazzantini

Non so se l'ho già scritto da qualche parte, ma mi piace leggere. Non sono una di quelle che ha grandi intuizioni sulle trame, per niente, e in un paio di casi sono rimasta fregata dal finale, in cui è accaduto ciò che meno avrei voluto leggere.

Sarà stato il 2009 o il 2010. Il film "Gomorra" era stato escluso dalla cinquina finale per gli Oscar, però impazzava nelle sale italiane e dappertutto si parlava del caso che aveva sollevato. Decisi di leggere l'omonimo libro - che preferisco prima di vedere il film da esso derivato -  soprattutto perché incuriosita dal personaggio di Ciro Petrone, si, da quello scugnizzo magro allampanato che si diverte come un pupino a sparare in una campagna desolatissima, con quelle mutande fintamente griffate da coatto. E mentre mi leggevo l'ambito volume, che iniziava parlando di cadaveri di cinesi congelati nel porto di Napoli, di vestiti artigianali, di laboratori, di droga e omicidi a profusione, di kalashnikov, in cuor mio mi sentivo sollevata perché ancora il libro non faceva parola dei rifiuti in Campania. E invece no. Arrivata all'ultimo capitolo, che non potevo non leggere, ecco tutto uno srotolarsi di sotterfugi e retroscena nella gestione dei rifiuti sia normali che tossici, con tanto di mazzette a bambini inconsapevoli affinché portassero la merce nel deposito dalle esalazioni cancerogene. Ecco, fregata. Avrei pagato per non leggere dei rifiuti, invece eccoli lì spiegati ai miei occhi, in tutta la loro tragica verità, in tutta la loro incredibile realtà.

Passano gli anni. Settembre 2013, ho appena finito la "Storia della filosofia greca - i presocratici" di Luciano De Crescenzo e, come ipnotizzata, prendo "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini. Ovviamente, non ho visto l'omonimo film, ma finalmente posso leggere la seconda opera famosa della scrittrice, moglie di Sergio Castellitto, che mia cugina si era divorata in quattro giorni. E inizio: una grande storia d'amore, lo sfondo della Sarajevo degli anni '80, il dramma della sterilità della protagonista, il ritorno a Sarajevo, la decisione di affittare un utero e il contemporaneo inizio del drammatico assedio che per quasi quattro anni avrebbe distrutto la città e oltre undici migliaia di vite. La descrizione dell'assedio è straordinaria, considerato che avviene mentre i personaggi ne sono dentro, avvinghiati ad un destino non loro ma in qualche modo collegato alle loro vite. E mentre leggevo, completamente rapita dai personaggi e dalle loro vicende, mi dicevo: "Mah, strano che non si parli nemmeno di uno stupro, con tutte le donne che ci sono in questo libro e considerato che ce ne furono moltissimi in nome dell'odio etnico...strano...". Ecco, detto e fatto.

ATTENZIONE: SPOILER!

Nei capitoli finali, c'è il colpo di scena che ribalta completamente l'ottica della protagonista Gemma (e dei lettori più ghiozzi) sugli accadimenti posteriori alla notte del concepimento di Pietro, che Diego aveva negato esserci stato, anche se di fatto la "cicogna" Aska rimase incinta. E' la stessa Aska, sedici anni dopo, a spiegare tutto a Gemma. Quella notte, in cui iniziarono gli eccidi, dopo una breve parentesi di giochi e tenerezze con Diego, mentre questi era a prendere delle frittelle, la giovane punk venne sequestrata e ripetutamente stuprata da un gruppo di cetnici e al mattino portata in un campo di prigionia assieme ad altre ragazze e donne. Le violenze continuarono da parte di uomini in divisa, in maniera a dir poco brutale. Il bambino ahinoi era di uno di loro, di "uno dei diavoli". E Diego, che aveva assistito, non visto, allo stupro iniziale di Aska senza fare niente, subirà uno shock fortissimo, che spoglierà la sua vita di ogni senso se non quello di rimediare in ogni modo possibile al dolore che ha provocato a quella ragazza bosniaca. Ecco quindi spiegati la sua apatia, il suo pensiero continuamente rivolto a lei, il suo ritorno-fuga a Sarajevo, le premure verso la ragazza, la richiesta sorda di soldi e viveri dall'Italia per lei, il disinteresse verso il bambino, il mancato ritorno a Roma.

Aska, la musicista punk bella e figa, artista e intelligente, incazzata e indipendente, era passata da intellettuale furba a sfascia famiglie, con un giovane uomo che le andava dietro come un cagnolino perché più giovane, affascinante e stimolante della moglie matura, stressata e incupita da una mancata maternità. E invece no. La Mazzantini me l'ha fatta stare in antipatia per mezzo libro e poi  - paf! - me l'ha fatta compiangere appioppando la pena peggiore, per lei come personaggio e per me come lettrice. E Diego, il fotografo dalla vita priva di preoccupazioni materiali, beato lui, lo fa ricadere nella sua dipendenza dalle droghe fino a farcelo morire. Non avrei voluto leggere quello che ho letto. Aska è un personaggio di un libro, eppure esiste veramente, con tutti i suoi traumi, dolori, incubi e lotte interiori. Il significato più vero dell'essere vittima di uno stupro, totalmente all'antitesi con certi obbrobbri di cronaca di cui si sente parlare ultimamente.

martedì 22 ottobre 2013

Grazie Gegge!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ritorno a scrivere perché finalmente ho fatto un po' di ordine nella mia vita e poi, scusate, chi non potrebbe riprendere a postare dopo il premio che mi ha assegnato il mitico Gegge? E anzi approfitto per ringraziarlo due volte, per il premio e per la pubblicità al mio sito, che mi ha portato una trentina di visite nelle ultime 24 ore!

Il premio è un campione di ironia, e quindi ancor più gradito: il Little Brown Thing Award!



E mi accingo subito a rispondere alle suddette domande :D :D :D

1)Ti capita mai di controllare quello che hai emesso?
2)Consumi tanta carta?

3)Il tuo tempo medio , da seduto ad alzato?
4)Quando sei costretto a farla in qualche locale pubblico, usi qualche tecnica particolare?
5)L'hai mai fatta Viola?
6)Se un giorno un coprografo te lo proponesse , gli venderesti il tuo prodotto?
7) Ed a quanto all'etto?
8)Ti è mai capitato che per il Principio di Archimede un corpo immerso in un liquido ti facesse bagnare le chiappe?
9)C'è qualche alimento che appeno lo mangi sbatabam?
10)Resti ancora stupito quando ci trovi del mais, pur sapendo di aver mangiato mais la sera prima?

1) Quando le energie spese per l'emissione sono tante, a volte si.
2) Se sono a casa, solo un po' per poi passare ad acqua e sapone!
3) Mah, io leggo sul trono, quindi il tempo mi vola!
4) Mah, do una pulita se occorre, per il resto improvviso!
5) No, ma giuro non c'entra la fede calcistica!
6) Si, ma mi tutelerei legalmente con un contratto che mi dispensa da ritorsioni di ogni tipo!
7) Bah, direi che 5 euri ogni 100 grammi siano equi!
8) Si, eccome. Sigh.
9) No, non credo! Lo sbatabam dipende dagli arretrati più che dall'ultimo arrivato!
10) Eh, mais non ne mangio, però le buccette dei pomidori mi hanno stupita a sufficienza!

E ora che ho ritirato il mio premio e risposto alle domande, mi auguro di portare con onore il suddetto riconoscimento! Qual è il mio sogno, ora che sono Reginetta delle Piccole Cose Marroni? La pace nel mondo, ovvio, ma anche nel wc!

giovedì 26 settembre 2013

Per me ha già vinto così

Sarebbe solo un inizio, ma per me è come se avesse già sbaragliato tutti, per dividersi tra interviste, fotografie, ammirazione e invidie:

 http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2013/09/25/news/la_grande_bellezza_di_paolo_sorrentino_l_italiano_agli_oscar-67228381/

E comunque la strada è lunga, perchè praticamente è il candidato italiano, non uno dei cinque nominati. Incrocio le dita e spero.

lunedì 9 settembre 2013

Dimmi che scarpe compri e ti dirò che fanno schifo!

E' proprio vero che comprare un bel paio di scarpe, nuove fiammanti e perfette, mette di buonumore.
E' quanto è successo a me oggi pomeriggio, anche se devo dire che la mia giornata era stata già di per sé piuttosto tranquilla e piacevole.

Vado in un maxinegozio di scarpe che ha aperto da un anno e in cui non ero ancora stata. Lo scopo? Trovare un paio di scarpette da corsa, quindi morbide e pratiche, di colore scuro o comunque con meno rosa possibile e che non superassero i 50 euri, visto che c'erano i saldi e l'assortimento lasciava intuire una scelta più ampia di altri negozi. Vado, vedo, saluto da lontano un mio amico che stava parlando al cellulare...e in effetti vinco. Su uno scaffale trovo infatti un modello di Reebok da corsa semplice, morbido e leggero (tra l'altro, un modello Kids, da ragazzi!!!) e super economico, roba che non raggiungeva i 30 euri!
In quel mentre, presa una scatola con un paio del mio numero, mentre cerco una seduta per misurarmele, ecco che mi ritrovo faccia a faccia con il mio amico, Tommaso, che ha smesso di parlare al suo Iphone. Ci salutiamo, due parole su amici, cuore e palestra e, ahimè, lui lancia un'occhiata impietosa verso le "mie" Reebok.
E parte una specie di ramanzina: "Non ti comprerai quelle brutture lì, blu che non si possono guardare, da pensionata? Fanno schifo!! Ma comprati una scarpa fighetta, allegra, colorata, alla moda, così quando conoscerai altri ragazzi loro te la vedranno al piede e farai colpo e avrai un successone...Ma compra queste Adidas...o queste Nike, sono appena uscite....". Io lì per lì arrossisco e mi difendo timidamente: "Ma dai, ci devo correre, mica andare a rimorchiare, e poi mi sembravano carine, semplici... Vorrà dire che le userò nelle notti senza luna piena, eheheh...", nel frattempo però mi guardo intorno, osservo per gentilezza le scarpe che lui mi indica, di quelle bianche-arancione fluo-verde strobo o nere-verdi-grigie, con suole zigzag, con allacciature grottesche, tra l'altro tutti modelli da uomo e con prezzi non altissimi, ma ben oltre il mio budget mentale. Ma appena l'Iphone di Tommaso risuona, mi impossesso del pouf più vicino e mi provo la scarpina agognata, che si rivela perfetta per il mio piede. E quando mia mami mi passa vicino e chiede se ho trovato qualcosa, asserisco e mostro la mia preda. Mi congedo da Tommaso, gentile nel consolarmi per la mia storia spezzata quanto critico verso il mio acquisto, oltre che annoiato per il maxiritardo della sua fidanzata, vado rapida verso la cassa e pago coi miei umilissimi soldini, fiera della mia perseveranza e soddisfatta delle mie nuove running. Eh si, perché il piede è mio e me lo vesto io, ma soprattutto voglio un oggetto adeguato al bisogno...e che mi assomigli un po'. Che me ne faccio di una scarpa superstar (da ginnastica poi, ricordiamolo, mica da discoteca o da cerimonia!) se io mi sento l'ultima delle sfigate, delle reiette, delle abbandonate? Che me ne faccio di un oggetto colorato e luminescente se dentro sento grigiore e oscurità? Che me ne faccio di una cosa che dovrebbe esaltarmi o farmi apparire più allegra quando invece devo sfogare negatività e malumore, anche col mantenere toni bassi? Meglio una cosetta anonima nell'aspetto ma ottima nella funzionalità, che è quanto mi occorre, e di un bel blu malinconico-ma-non-troppo. Un oggetto efficiente ma non impegnativo, che non mi metta a disagio perchè "troppo". E come ho detto a inizio post, che mi piace moltissimo e mi ha fatto gongolare per tutto il tragitto fino a casa, con mia madre contenta quanto me.

  

martedì 27 agosto 2013

I have a dream - la versione di Vanessa

Oggi era il 50esimo anniversario di "I have a dream", il famoso monologo di Martin Luther King che invocava una società senza più razzismo, violenza, discriminazioni.


Senza andare troppo a scavare sulla storia di questo straordinario personaggio storico (definito peraltro "donnaiolo manesco" dal mio polemico genitore), proverò ora a dare una mia versione del succitato discorso, pur senza grandi ambizioni - ma si capisce, non posso parlare solo di tinte per capelli, vip femminili discutibili o dolori cardiaci :D

Ho fatto un sogno.....

....in cui i capi di stato, i ministri, i sindaci, gli amministratori a qualsiasi livello pensavano e agivano davvero nell'interesse delle loro nazioni (ricordo JFK dell'ottimo Stone: "patriota è colui che salva il suo paese dal suo governo". Geniale, no?), senza più mosse egoistiche, leggi ad personam e, peggio che mai, ruberie di ogni tipo

...in cui chi già aveva avuto la fortuna di avere molto o la possibilità di averlo, ad un certo punto si accontentava del benessere raggiunto e pensava a donarne in parte agli altri

...in cui ricchi e poveri non erano più così diversi e ostili tra loro, ma in collaborazione e cooperazione reciproca, con in mente e nel cuore un futuro migliore per i figli degli uni come degli altri

...in cui uomini e gruppi di uomini con in mano formule per costruire armi o realizzare tecnologie potenti ma pericolose o inquinanti tiravano fuori un bel pezzo di coraggio e rinunciavano a realizzarle per il bene non tanto comune quanto mondiale

...in cui il buonsenso era uno dei valori più importanti dopo la famiglia, l'amicizia e l'amore, perchè la vita è lunga e siccome abbiamo capito e approvato di essere animali tutto sommato sociali, è nostro dovere più che diritto usare il cervello e fare pulizia di qualsiasi atto scellerato, sprecone e qualunquista

...in cui il migliore o il più ammirato non era il più ricco, bello, forte, veloce, titolato, anzi nemmeno si pensava a record simili

...in cui non esistevano al mondo abusi di nessun tipo e su nessun soggetto, perchè la cattiveria può anche essere umana, ma la diabolicità no

...in cui non esisteva la menzogna in tutte le sue sfaccettature, a cominciare da quella "di stato" fino a quelle di tipo economico

...in cui tutti erano sereni e soddisfatti perchè facevano il loro dovere con passione e impegno, vivendo semplicemente e lasciando vivere, secondo i loro gusti e attitudini personali, assieme alle persone che più amavano

Poi certo, con la consapevolezza del terzo millennio, invocherei un mondo in cui le persone parlino più tra di loro dal vivo che tramite le tecnologie...i blog però fanno eccezione :D 

lunedì 19 agosto 2013

In un'estate a metà, ecco un post in ritardo sulle Serebro!

L'ho anche scritto nel blog del mite Paolo che ancora avevo un colorito da limone candeggiato per via delle mie pochissime incursioni marinaresche. Però è pur sempre la stagione più calda dell'anno, con relative musichette, presunti tormentoni e cantanti figherrime - leggasi Serebro.
Ebbene si, le tre giovani, bellissime artiste dance made in Russia già da giugno ci deliziano i padiglioni auricolari con il loro ultimo singolo, tale Mimimi, ma soprattutto ci irretiscono con un video accattivante, per quanto meno provocatorio del riuscitissimo Mama Lover.
Una bella piscina vicino al mare, un pratino con palme, una vasca con palline colorate, costumi, occhiali da sole, labbra sensuali, bigiotteria e ammiccamenti a volontà:


La cosa più sconcertante è il testo con relativa traduzione, in cui domina il più consumistico, lussurioso e spavaldo stereotipo femminile estivo:

http://www.rnbjunk.com/traduzione-testo-mi-mi-mi-serebro-113/

D'altronde queste ragazze russe hanno un grandissimo pregio: possono fare le fatalone o le mangiauomini ma, nel momento in cui smettono tali panni e ritornano normali o addirittura serie, sono comunque credibilissime!

domenica 11 agosto 2013

Altri lati della libertà

Iersera mi sono goduta una bella serata con due amiche storiche, di quelle che non ti deludono mai. Una di loro tra l'altro aveva indosso una maglietta di Paperina che le avevo regalato e portato a casa a fine aprile, proprio il primo giorno del calvario ospedaliero di mia mami.
Un concerto di uno dei nostri cantautori preferiti, tanta gente, clima tiepido, atmosfera gradevolissima, un vecchio amico che scherza e sta nelle vicinanze, che non si sa mai, un po' di vino bianco e una birra per le mie bimbe, un gelato alla fragola per me, che di assumere alcolici anche leggeri non ne avevo voglia - libertà di restare lucida come un brillante.
Un gruppo di ragazzi un po' brilli, dopo essere stato alle nostre spalle per mezzo concerto, si è fatto avanti invitandoci a ballare e a scherzare. Un tipo ha attaccato bottone* anche con me, che ho risposto in stile telegramma e con un'espressività degna di un armadillo anestetizzato - libertà di non essere socievole, scherzosa e sorridente.
Nella scaletta, non mancano tre canzoni che anche in tempi felici mi avevano strappato lucciconi e qualche singhiozzo, replicati senza vergogna e in discrezione - libertà di piangere un po'.
Tra gli ultimi brani, una canzoncina allegra e irresistibile, che mi induce a canticchiarla assieme ad una delle mie bimbe - libertà di cantare una canzone sola e ascoltare le altre a braccia conserte e a bocca serrata.

*
Tipo: "...l'importante è essere, giusto?"
V: "Eh, si"
Tipo: "Ma stasera chi vorresti essere, solo per stasera?"
V: "Mhh, direi Eichmann"
Tipo: "Aaaah, quello dei surgelati!! E perchè?"
V: "..............."

Eppure mi sembrava sufficientemente famoso oltre che fuori luogo per tirarlo in ballo in una conversazione nonsense

venerdì 9 agosto 2013

E poi se l'erano presa tanto con la cara Cicciolina

Evitiamo di parlare di cuore, va', se no mi impazzisco.
Dissentirò invece di pensioni e invocherò un minimo di coerenza e similarità di trattamento, perchè certe cose, scusate, mi fanno cascare le braccia.
Non sono una che segue molto la politica e nè mi applico a capirla più di tanto, vista anche la coltre fitta di ambiguità e inesattezze che la circonda, però certe notizie mi fanno drizzare le orecchie. Sto parlando delle pensioni d'oro, di cui alcune sono state rese note ieri dai vari giornali e telegiornali:

http://www.corriere.it/economia/13_agosto_08/pensioni-oro-90mila-euro-mese-baccaro_ec49b994-ffec-11e2-b484-e2fa3432c794.shtml

Come si può evincere, l'Inps sta erogando somme a cinque cifre ad acuni pezzi grossi che non necessariamente hanno sborsato contributi degni di tali importi. Wow. La medaglia d'oro, per non dire di platino, va ad un manager Telecom che incassa qualcosa come 90mila euri al mese, ovvero 3000 al giorno. Al giorno! E la stessa somma, al lordo delle tasse, incassata dall'autunno del 2011 dall'ex pornostar e parlamentare Ilona Staller, alias Cicciolina, fece tanto indignare gli addetti ai lavori e scatenare le ironiche ire della satira! Ricordo l'intervista de Le Iene alla Staller: un interrogatorio in cui le chiesero con dovizia di particolari cosa avesse fatto nei suoi 5 anni in forza ai Radicali, quali disegni di legge avesse appoggiato e altro. Lei però rispose con tranquillità e sportività, dimostrando impegno e una certa competenza oltre che una innegabile intelligenza. Poi capisco bene che suona stonato che una sessantenne ungherese che ha calpestato per soli 5 anni il parlamento italiano intervallando quell'occupazione a quella di regina dell'hard adesso si possa beare di una bella sommetta mensile, ma allora cosa si deve dire, obiettare e polemizzare contro i signori citati nell'articolo??? Almeno un'intervistina Lucci&soci gliela dovrebbero fare, no? Se non altro per farli arrossire un po' e avvicinare a quella sensazione strana chiamata imbarazzo...

E non è bello constatare che la mia prozia non prende un soldo di pensione sociale perchè "colpevole" di avere un marito che supera appena appena i mille euri (giusto per fargli aprire un costoso conto corrente in cui erogarli?) mentre gente come Prodi prende addirittura tre assegni pensionistici...O che decine di migliaia di persone a ridosso dei 60 anni si sono dovute licenziare per far domanda di pensione - per poi ritrovarsi esodate a tempo indeterminato - mentre gente come Draghi, Brunetta, Buttiglione e Geronzi prende contemporaneamente stipendio e assegni Inpdap/ Inps.
Ma poi, mai che sentissi di qualche politico o pensionato d'oro che usa parte dei suoi tanti soldoni per beneficenza o opere di bene! Chi ne sa qualcosa mi aggiorni, perchè davvero a parte la Michela Brambilla (con tutti i suoi difetti e limiti) non mi viene in mente nessun ex politico che metta nome e impegno in faccende di pubblica utilità!


giovedì 25 luglio 2013

Consoliamoci così, per ora

Voglio pensare di non essere l'unica al mondo, in questo momento, a sprizzare invidia e altri brutti sentimenti di fronte a queste immagini di gioia e autocompiacimento vip mostrate dai vari telegiornali:

Belli, innamorati, ammirati, straricchi, strapotenti e ora riprodottisi: ma ce lo fate apposta?

Michelle è una di quelle che mostra il suo corpo perfetto 11 mesi l'anno e probabilmente non ha mai pensato che a qualche comune mortale di genere femminile fa venire voglia di indossare il burqa a vita

I Brangelina spagnoli, sempre più affiatati e affascinanti dopo il loro secondogenito

L'unica cosa positiva, parlando strettamente di me, è che mi sta passando il nervoso allo stomaco e posso mangiare senza nausea!!

giovedì 18 luglio 2013

Intanto, l'abbiamo scampata bella e ci siamo levate una trentina di punti

I punti sono quelli che hanno tolto a mia mami. Una trentina, tanto per restare bassi. Ferita a posto, appena un po' di irritazione nella zona aperta, dove si applica quella che chiamano protesi. Occhi sgranati e bocche aperte al momento di vedere e toccare con mano ove necessario il suo fisico incredibilmente deperito e indebolito, di appena 47 kg per 1,60 m.
E il dialogo con il dottore incaricato della faccenda è stato sconcertante.

Quando l'hanno operata, signora?
Il giorno X, anche se nel foglio hanno scritto Y...Ma pensi, il mio primo ricovero risale a fine aprile!
E cosa le avevano detto allora?
Niente, dopo la tac mi hanno dato antibiotici su antibiotici...ma poi, uscita di qua, dopo una settimana rientravo, sempre peggio, mi creda...Mi guiardavano come se fossi stata un'invasata, una commediante...volevano operarmi a settembre, pensi un po', ma settembre è lontanuccio!
E invece menomale che l'hanno operata, perchè ha rischiato molto, la sua situazione era davvero al limite, era quasi in peritonite e l'infiammazione si stava attaccando agli altri organi interni...
Ah si? E potevo morire?
Diciamo che c'è andata molto vicina, signora.

martedì 16 luglio 2013

Ancora un gancio e stavolta vado ko

Mi facevo più resistente. Ahahah, mi sbagliavo.

Vivere l'odissea della propria madre con una grave infiammazione ai diverticoli, dividersi tra mille piccole grandi responsabilità, ritrovarsi con poche ore di lavoro e pochissimi soldi e ora un ultimo scherzo del destino (crisi amorosa, ndr) no, forse non ce la faccio a gestirli tutti insieme. Psicologicamente, intendo. Fisicamente potrei lavare per ore, eseguire cento ordini all'ora, dare il massimo col minimo ma certi macigni sull'anima no, non li sto reggendo. Per una sciocchezza, una frase infelice detta ancora mezza addormentata ma senza alcuna polemica, inoffensiva, ero solo un po' abbacchiata e in lieve paranoia, ma lontana anni luce dall'essere stata stronza o attaccabrighe. Evidentemente in passato dovevo parlare di più di quell'argomento, o forse solo essere un po' rimbrottata e poi riportata alla normalità, non certo tenuta in un limbo da panico. Perchè anche io a volte apro la bocca e gli do la via, mica sono lucida, dosata, misurata e attenta al 100%, magari! E forse, se a volte allento la tensione e mi sbrago un pochino, forse è perchè sono umana, umanissima, e soprattutto è perchè mi sento libera con chi mi ascolta di poterlo fare, di essere non dico capita all'istante, ma almeno supportata. E invece no. Ma che diamine.





Ed è proprio vero che in certe situazioni si mangia e si dorme poco e male, roba che la bilancia segna 3 kg in meno da aprile, mi sveglio sempre prima e col mal di reni e non mi riassopisco nemmeno col cianuro.

lunedì 1 luglio 2013

Mia mami, che donna letale! Humor nero apotropaico antinoia

Ormai la prendo a ridere su mia mami e sul suo quarto ricovero in due mesi. Che devo fare, se no - a parte il poco lavoro, le cose di casa e la scarsa vita mondana?

Siccome l'appetito di mia mami è scarso, la sua soddisfazione nel mangiare è zero (sente tutto alterato in peggio), il suo sonno altalenante, il suo umore instabile e il suo peso in caduta libera, ovviamente in ospedale argomenti come cibo, riposo e forma fisica sono da evitare il più possibile, a meno che lei non sia in giornata tranquilla.

Con mia cugina e mia zia allora mi sono inventata il tormentone dei Vip appena defunti: tutte insieme o una per volta, quando andiamo a trovarla, le rinfacciamo che lei è sì ricoverata all'ospedale, dolente e malata, ma intanto sta seppellendo sempre più personaggi famosi, finora sani come pesci o quasi. Tanto per sghignazzare due minuti, niente più.

All'inizio, con questo qui sotto ci abbiamo scherzato e riso tutte



Poi lei si è concentrata su due artisti amatissimi dal pubblico italiano e internazionale.....e noi abbiamo riso verde



Poi è stato il turno di un apprezzato attore morto d'infarto, il cui personaggio più popolare nella fiction veniva spesso ammonito perchè mangiava troppo


Ma con quest'ultima, veramente, è stata quasi cattiva! Ma non poteva risparmiarla??? Mi piaceva così tanto, in tutto e per tutto!!!

lunedì 24 giugno 2013

Io crisi, tu crisi, egli crisi

Crisi, crisi, crisi.
Ormai non si respira altro, anzi, diciamo che è diventata il nostro azoto: è il 70% del totale che inaliamo durante la respirazione. Ma invece che essere inerte, la crisi è dinamicamente destabilizzante!
E non c'è nemmeno bisogno di tirare fuori le cose più eclatanti oltre che drammatiche, come i licenziati, i cassintegrati, gli esodati, i falliti, i suicidi, per cui nutro grande rispetto.
Ma ci sono anche i dettagli, un po' più nascosti, ma sempre più numerosi, del fenomeno crisi. Molte persone del mio quotidiano sono sempre più diffidenti, più aggressive, più aride, più egoiste, più superficiali, più esasperanti e purtroppo più tristi e depresse. E qui non tirerò in ballo la solita Caia, spendacciona e parolaia, no, sarebbe troppo facile anche se un pelino più divertente.
Il fatto è che parlo con X e salta fuori che ha venduto la macchina nuova di due anni e ora gira in motorino, sperando di farlo anche in autunno e forse anche in inverno; parlo con X2 i cui vicini di casa hanno venduto due negozi e provano a sopravvivere in cinque con il terzo; non vedo più in giro o alle rare cene X3 perchè lei e il suo tipo hanno lavoro e soldi a intermittenza e quindi si sono semibarricati in casa, roba che a fatica riescono a cenare insieme; mi scrivo con X4, che vive da un anno in Gran Bretagna, dove già lavorano suo cugino e un suo amico storico, e si mantiene facendo il lavapiatti. Mi confido con la mia cugina senior che riscuote il 20% di quanto dovrebbe incassare il suo negozio cinquantennale; scambio due chiacchiere con la vicina settantenne che non può più fare le pulizie perchè ha piedi e gambe a pezzi e ha un figlio disoccupato e un nipote licenziato dopo sei mesi di apprendistato da un meccanico. E se faccio un giretto a piedi, i negozi in vendita o rimpiazzati da un negozio cinese o da un kebap non si contano.
Tre curiosità. La prima è vecchia, è dell'anno scorso: il costo della benzina era sceso perchè sempre più persone stavano usando la bicicletta a svantaggio dell'auto. La seconda è che, almeno in Italia ma di certo anche altrove, il numero delle persone sovrappeso è calato: siamo quasi alla fame. La terza è clamorosa: ci sono state migliaia di tonnellate in meno di rifiuti prodotti, perchè le persone comprano e consumano sempre meno.
E quei ristoranti in cui mangi tutto quel che vuoi con 12 euro? E le farmacie (come i supermercati, le profumerie, i negozi di elettronica, le boutiques, le mercerie, le cartolerie, le gioiellerie cheap) che stanno scontando numerosi prodotti? A me queste cose fanno venire i brividi.
Mi guardo anche per me, che ho rinunciato ad un corso di stretching e al parrucchiere, che l'altro giorno scongiuravo che una tipa in un paese a 20 km dalla mia città non mi invitasse ad uscire perchè ho sempre più i soldi contati, e ho pure sparso la voce per chi avesse bisogno di una baby sitter, cercando di ignorare gli sguardi allibiti che mi venivano rivolti - forse perchè sembra che voglia sfidare la spietata concorrenza delle lavoranti non italiane?
L'unica soluzione, per me come per chiunque, è non mollare e combattere, combattere, combattere, anche facendo resistenza passiva, anche sopportando in silenzio, a denti stretti e con un sorriso schiacciato. Anche con qualche pianto liberatorio di tanto in tanto, magari davanti a una coppa gelato dell'hard discount. Però, personalmente, non mi piace per niente che la mia vecchia insonnia sia ritornata a farmi visita, in queste notti tiepide e sempre più lunghe.

sabato 8 giugno 2013

Un po' di colore ogni tanto non fa mai male

Verissimo! I mali veri sono ben altri, specie quelli che si insinuano nelle viscere delle madri over 50. No, scherzo, mia mami ha solo una diverticolite...però nel suo piccolo questa infezione si sta rivelando insidiosa e dura a morire. Difatti, non avevo fatto in tempo a finire il post precedente che lei quel giorno ha avuto di nuovo bisogno di dottoressa-pronto soccorso-ricovero in ospedale, stavolta "solo" per quattro giorni!! I medici dicono che potrà essere operata a settembre, ma purtroppo i suoi dolori addominali sono quotidiani...Speriamo bene, qui mi si prospetta un'estate vigile!
Cosa saranno mai di grave, quindi, una ciocchetta azzurro cangiante e una viola?


E comunque oggi proprio la mia ipercritica genitrice mi ha fatto più di un complimento per come ho stirato sei camicie da uomo!!!

lunedì 27 maggio 2013

Convalescenza passiva

"Vane scusa, mi prendi l'acqua?......Vane scusa, me l'hai presa l'acqua? Ah, era qui"
"Che puzza che sento! Ma è il mio pigiama? Si...che schifo"
"Non andare in bagno, devo tornarci! No, non mi scappa ma non si sa mai!"
"Ma non ci sono più mutande pulite in questa casa? No, dicevo di quelle che piacciono a me"
"Che fame che ho...ma non mi va niente!"
"Che freddo terribile, mi fai la borsa dell'acqua calda?"
"Ma me l'hai messa su l'acqua per la borsa?"
"Vai via, bestiaccia unta!"
"Ma glielo hai dato da mangiare a questo povero gatto?"
"Vane ma l'hai pagata la bolletta? Ieri, dici? Ma la ricevuta te la sei mangiata che non la trovo?"
"O come li hai tesi questi panni? Lascia fare, vai...."
"Che fame che ho...non sento nessun sapore, governo ladro!"


Nel dubbio, sto sempre zitta, sorrido o gesticolo appena.




O sbaglio???

mercoledì 15 maggio 2013

Pensieri passati e azioni presenti. Insomma, la differenza tra il dire e il fare

Che divertimento se per caso dovessi stare in casa da sola qualche giorno, che figo, che spasso!
Sono due settimane che mia mami è ricoverata in ospedale.

I miei pasti? Sofficini, cordon bleu, pizza, bastoncini Findus e ogni tanto qualche minestrone in barattolo (molto Pop, tra l'altro :D)!
I miei pasti? Primo+ contorno a pranzo, secondo+contorno a cena, con ottimizzazione di avanzi, cibo fresco prima e cibo congelato dopo, con un occhio alle scadenze e al consumo di frutta e yogurt.

Il mio abbigliamento? Magliette rock, felpe colorate e jeans strappati giorno e notte, yeee!
Il mio abbigliamento? Comodo per le pulizie e basic chic per il lavoro, con grande uso di camicette e collanine con ciondolo.

Le pulizie? E' sufficiente spazzare al mattino e lavare tutti i piatti della giornata la sera. Per il resto si vedrà!
Le pulizie? Praticamente tutto, dallo straccio per terra ai vetri, dalla polvere fino alle lavatrici quasi quotidiane, incluso il "rassetto" della lettiera del mio gattone. Non voglio mica ritrovarmi un metro di zozzo in casa!

La spesa? Un divertimento in cui si riempie il carrello di schifezzine, dolcetti, cioccolata e qualche prodotto di bellezza!
La spesa? Essenziale e super razionale, con stadera e calcolatore. E veloce, che non ho tempo da perdere e ho mille cose da fare.

Il tempo libero? Letture, film, film, letture! E magari un po' di fitness!
Il tempo libero? Col contagocce, quindi zero libri e solo un po' di trucco serio, fondotinta in primis.

Il dettaglio quotidiano? Televisione e computer sempre accesi e musica ad alto volume il più possibile!
Il dettaglio quotidiano? Le visite all'ospedale a mia mami, con tanto di ricambi puliti e ritiro della biancheria sporca. E il cellulare sempre in carica, che la batteria sta invecchiando alla velocità della luce.

Le serate? Folte di amici, con tanto di cena trash, birra, musica e playstation!
Le serate? Ovviamente in casa, tranne i sabati con Fianchi Stretti e la nipotina e un venerdì con un paio di amiche....ma con l'orologio sott'occhio e poca voglia di farmi la seconda birra.

sabato 4 maggio 2013

Le ho fatte tutte!

Riscaldare tutti gli avanzi possibili e immaginabili infrattati in frigorifero. FATTO.
Levare la pasta quando è ancora cruda: FATTO.
Levare la pasta cotta giusta ma senza sale. FATTO.
Passare lo straccio in sala e cucina senza aver chiuso in terrazza il gattone lascia-impronte. FATTO.


Dimenticare i panni tesi in terrazza col cielo che prometteva pioggia. FATTO.
Rimuovere completamente lo svuotamento delle tasche di pigiami e vestaglie da eventuali kleenex. FATTO!!!
Non sincerarsi che in lavatrice non siano rimasti eventuali pezzettini dei suddetti kleenex. FATTO.
Fare le scale del mio palazzo in punta dei piedi tipo ninja* e tenere pronta in mano la chiave della porta d'ingresso per evitare il placcaggio delle preoccupatissime vicine di casa che sotterrano di domande-diagnosi-lamentele-preghiere-benedizioni. FATTO.

Insomma, stendendo un velo su preoccupazione, disagio, solitudine e malinconia, ho pagato cara la mia inesperienza in questi primi giorni senza mia mami, ricoverata all'ospedale :(((

*da una vecchia canzone degli 883!!!

lunedì 22 aprile 2013

Gucci I £ove You $o Much

Da oggi amo ancor di più la griffe Gucci, e come non potrei???

http://www.ilmessaggero.it/ECONOMIA/gucci_richard_ginori_porcellane/notizie/272504.shtml


Il marchio ormai è praticamente francese e non più italiano, scarpe e capi di abbigliamento sono sempre più ridondanti loghi e loghini, i prezzi sono accessibili solo per chi ha uno stipendio a tre zeri, ma alla fine l'importante di questa casa di moda è come reinveste i suoi capitali :D

martedì 9 aprile 2013

E' primavera, mi riscopro interessata alla moda e mi propino l'intervista alle Vip di Elle

Ebbene si, anche una camionista come me in concomitanza con la primavera percepisce stimoli modiferi, desiderosa di scoprirsi gradualmente e vestirsi in maniera più curata e, perchè no, carina e adeguata al momento storico in corso. Praticamente da febbraio seguo sempre più spesso i programmi di moda di Real Time, appassionandomi ai consigli di Carla Gozzi, curiosando negli armadi altrui, prendendo spunto dalle idee di altre ragazze e donne, ma sfoglio con più attenzione le riviste di moda e, ovviamente, mi guardo meglio attorno quando esco.
Intanto però, mi sono letta l'ultima intervista su look e tendenze alle Vip di Elle e, in un afflato di frivolezza fashionista, me la sono propinata. Ecco qua sotto cosa ho verbalizzato!

L’ispirazione viene sempre con fatica, ma a volte basta un dettaglio per innescarla; ad esempio, un collant, un paio di scarpe o una maglia che non metto da troppo tempo
La mia uniforme jeans skinny, adidas nere in ecopelle, maglioni medi
Cosa indosso la sera vestitini di lana aderenti con golf tattici
La mia palette blu, verde, viola
Spendo denaro per lupetti e magline sottogiacca, sempre utili; in genere compro col contagocce, ho troppa roba!
Risparmio denaro per scarpe da ginnastica nuove
L’ultima mania sciarpa di pelliccia di coniglio bianca: l’ho portata quasi tutto l’inverno!
Le mie scarpe all star cinesi di velluto, anfibi se piove, stivaletti Gucci o stivali di pelle per la sera
Il mio sempre forse la riga nera agli occhi/ il lucidalabbra/ il ciondolino con la lametta d’argento
Il mio mai giubbini e camicie di jeans (ODIO), Doctor Martens (bleahh), maglioni senza maniche
Il mio segreto beauty essere il più naturale possibile – e in effetti la natura con me non è stata cattivissima
L’ultimo acquisto felpa bianca col logo del Pacha, yeee!!!
Il prossimo jeans skinny cinesi del tipo “lavati nel the” e ballerine nuove
Cosa non butterei mai jeans della Guess e della Richmond
Il make-up riga nera con eyeliner, ombretto sfumato di due toni, un po’ di argento, mascara blu o nero; di rado fondotinta sabbia + poca cipria; rossetto rosa
L’oggetto vintage una canotta bianca con scritta “Peace” del 1993 e una felpa dei Chicago Bulls del 1994 – giuro!!!
La mia valigia piccola, brutta e schifosa! Scherzo, comunque è un trolley di seconda mano marrone con tascona esterna, che contiene dieci chili di roba stipatissima, pessimo per i viaggi invernali!
Cosa indosso quando dormo nove mesi l’anno pigiama casacca con pantalone, calze, scialle e…gattone!
Un errore un ultimo dell’anno a Rimini, freddo e piovoso, ho incredibilmente dimenticato anfibi, cappello e guanti!
Non mi vedrete mai indossare cose dell’ultimissima moda, vestiti in stile anni '50 e in generale roba firmata troppo pacchiana e costosa

I miei must have p/e dico jeans leggeri, t-shirt con collo ribassato, ballerine, sandali modello schiava di cuoio, pullover leggeri

In questi giorni smanio perchè prima di comprare dovrò visionare bene il mio armadio, visto che a novembre la mia amata cugina quarantenne mi regalò diversi capi di abbigliamento primaverili, uff, non vedo l'ora che arrivino 25 gradi fissi!!!

Ovviamente chi è interessata può sottoporsi a sua volta all'intervista! 

giovedì 4 aprile 2013

Scusate ma per qualche minuto sono femminista...e polemica

Sono una donna amica delle donne, non ho grandi invidie nè grandi rivalità verso le mie colleghe del gentil sesso...e oggi, ascoltando il telegiornale, ho gioito come una bambina sentendo questa notizia:

http://www.luxury24.ilsole24ore.com/GustoMete/2013/04/nadia-santini-chef_1.php

Ebbene si, l'italiana Nadia Santini è stata premiata come miglior chef al mondo per il 2013 da una giuria internazionale, che bellooooooooo!!!
Nostrana, lavoratrice, attaccata alle ricette tradizionali, discreta e da oggi anche la cuoca numero uno del pianeta!
E scusate, ma tutte le volte che mi capitava di parlare di cucina e cuochi (o chef, se si preferisce) accennando alla bravura di tante casalinghe di mia conoscenza, mia madre e mia zia incluse, e ipotizzando l'esistenza di un senso muliebre per il cucinare (pur ammettendo le dovute eccezioni, Clerici inclusa), venivo chetata con la banale frase "ma i cuochi più pagati e famosi sono maschi, mica le normali massaie". Ok, ok, è verissimo che in televisione dominano e spopolano i Cracco, i Borghese, i Ramsay, i Ruspoli, più tutti i designer di torte, ma visibilità non sempre coincide con qualità, coscienziosità, italianità! E poi scusate, ma sempre più spesso cosa ci fanno vedere questi guru del cucchiaio di legno se non una cucina più ornamentale che di sostanza??? Ecco qualche esempio....





Ma come si può tollerare il proliferare di portate grottesche come mousse ai ceci e gamberetti quando poi nessuno più insegna a preparare una bella zuppa di legumi, magari proprio di ceci con borlotti?
Ma come si possono leggere nel sito di ricette di Borghese cose come risotto alla liquirizia, frutta e polpo e tocco di manzo con papaya??? E con quanta tranquillità assaggereste un risotto al sesamo nero e mela di Cracco, che lo stesso prepara nel suo ristorante milanese? Vi ricordo che siamo italiani, non domenicani, cui ho visto cucinare carne bianca con banane e aromi!
Scusate se sono scettica, capisco che di mezzo ci possano essere accordi commerciali e sponsor, ma ci rendiamo conto che questo tipo di cucina, che ci incastra poco o niente con la tradizione del Belpaese, viene sempre più propinato nei ristoranti e, peggio che mai, nelle scuole alberghiere? E che i giovani cuochi sono più bravi a tagliare a quadratini e guarnire di erbette i carpacci e sempre meno abili nel preparare must come lasagne, gnocchi, zuppe, arrosti, carni in umido e torte basic? Non credo che veder preparare questi piatti in televisione possa far crollare l'audience in negativo, dai!

Tempo fa accompagnai mia cugina e mia zia a Siena a fare delle visite mediche e poi a pranzo andammo a mangiare in centro; me lo ricordo come fosse ieri di aver ordinato l'unico piatto presente nel menù a base di tagliatelle, "con salsa in cinta muraria xyz" o roba del genere: morale della favola, la pasta era disposta letteralmente come una piccola muraglia, con tanto di torrette, farcita con un sugo/salsa dal gusto buonissimo, lo riconosco, che però era un miscuglio di saporini in cui ho distinto vagamente panna e tartufo; alla fine però quello che doveva essere un primo piatto si rivelò quantitativamente appena sufficiente a togliermi il grosso della fame!!! E io che mi aspettavo un bel piattozzo di pasta, perchè no, tipo questo:


...e invece ho dovuto - orrore! - elemosinare gli avanzi di mia cugina, quel giorno quasi disappetente, e mangiarci quasi due fette di pane!

Quindi, per coloro che svalutano la verve cucinina femminile solo perchè inebriati dalle chefstar, io dico fate pure, ok, ma ricordatevi che oltre all'apparenza, alla fama e al cachet, occorre anche la sostanza, anzi a tavola ci vuole soprattutto quella!