Battesimo di fuoco nella zona calda della capitale romagnola quindi, assieme a Davide e a due suoi colleghi. Ma soprattutto una lezione di vita su un altro mondo che spesso si sente nominare o citare nei film ma che esiste davvero e che voglio conoscere sempre più e rendere parte della mia vita, specie adesso che abito qui.
Perché Rimini è questa: una realtà urbana dai tanti volti, "dal multiforme ingegno" tanto per scomodare una definizione omeriana, che per pigrizia e comodità si possono riassumere in due, 1) quello "canonico" di città d'arte e ricchezza varia e 2) quello di terra di divertimenti formato XXL dove i numeri parlano chiaro: 15 km di coste attrezzate con circa 1000 alberghi di ogni categoria - un terzo aperto tutto l'anno - e oltre 15 milioni di pernottamenti nel corso di un anno solare (dati del 2016) alias un milione a km alias 83mila pernottamenti al mese per km.
Tutto è in proporzione, in un'orchestra turistico-commerciale estremamente variegata: ristoranti, bar, pub, discoteche, sale da ballo, piadinerie, pizzerie, chioschi, negozi, negozietti, supermercati, parrucchieri, farmacie, palestre, attrazioni, giochi, sale da giochi, noleggi di piccoli mezzi di trasporto come anche lavoratori stagionali sia autoctoni che esterni e non ultimi venditori abusivi, prostitute, borseggiatori, spacciatori.
E percorrere in auto il boulevard del mare da Piazzale Arturo Toscanini verso sud e vedere questa umanità è stata la prima lezione/ripasso di vita locale, emozionante e ammaliante.
---------- DUE DEJAVU' E UN PENSIERO REATTIVO --------
Parcheggiando in una stradina parallela al viale Regina Margherita ho avuto due dejavù spagnoli di una decina di anni fa, d'altronde un po' ansiosa lo sono. Uno è stato Benidorm quando, lasciando la zona calda per tornare alla macchina e al nostro alloggio ad Javea, abbiamo riattraversato le retrovie dei mega alberghi, bestioni anche di quaranta piani, finché accanto a stracolmi bidoni dell'immondizia abbiamo visto una zingara addormentatasi sul gradino del marciapiede con addosso un bimbo di neanche un anno e con una coppia senior di turisti nordici che sembrava volerglielo portare via e brontolarcela.
L'altro è stato il giovane "buttadentro" indigeno di un pub a Lloret de Mar, che ci diceva che col giusto atteggiamento mentale si poteva anche vivere dodici mesi l'anno in un posto dal turismo movimentato come quello, in un viaggio che mi aveva visto dalle stalle alle stelle: la prima sera l'ultima e pure inconsapevole sbornia della mia vita e l'ultimo giorno l'ancor più memorabile capatina a Figueres, città natale di Salvador Dalì.
Ok, un ricordo negativo ed uno più positivo. Ma iersera come adesso e ogni giorno della mia vita, la giocata è mia: sta a me plasmare la mia quotidianità, mentalmente e materialmente. Avanti tutta quindi, senza perdersi in paure.
Seconda lezione/ripasso, la clientela del Top Club Show Dinner by Frontemare.
Come gli alberghi, i turisti, gli avventori e gli "illeciti" sono di ogni fascia economica ma in questo ristorante dancing si parla di un target medio/alto e sicuramente amante del lusso, apparente o di sostanza che sia. Esemplare la presenza femminile: un fiume di ragazzine, giovani e signore mature, già ben abbronzate, con vestitini aderenti, scollature, spacchi, tacchi 12, super makeup e parrucchi, pochettine e borsette griffate e arie disinvolte di chi ha passato parecchie estati in Romagna e qui si sente come a casa pur abitando altrove, danzanti, ammiccanti e sorridenti tipo l'inizio de "La grande bellezza". Proprio un formicaio umano che, finito di cenare, si alza, inizia a sgambettare e si prepara alle danze girando e girando per il locale... quante spallate ho incassato!
Dopo i primi minuti in cui i miei pantaloni di Primark e le mie simil converse cinesazze mi avevano fatto sentire una Cenerentola ripulita, è stato sempre più allietante e comico vedere così tante bellezze di decine di nazionalità...e soprattutto notare le facce degli uomini di fronte a certi combo balconcino+ginocchio in vista!
Terza lezione, l'agilità oltre alla grande professionalità dei camerieri: non avevo mai visto portar via interi tavoli da otto ancora da sparecchiare, con sopra decine di calici e bottiglie, come anche file di poltroncine, per far posto per ballare!! Perché al polo opposto dei turisti, ma perfettamente collegati, voglio ricordare che ci sono i "lavoratori", che siano appunto camerieri, lavapiatti, vocalist, dj, commessi o facchini, grande silente macchina organizzativa con ingranaggi tanto funzionanti quanto invisibili.
La "bravezza" della mia nottata non è stata certo come il mio debutto a Lloret de Mar o "Una notte da leoni", affatto! Si è limitata al posto, alla seconda tappa (alle tre hamburger e patatine al Rose and Crown, il primo pub italiano - uno dei tanti primati di Rimini) e all'aver spento la lucina sul mio comodino alle quattro inoltrate, come non mi capitava da tempo: una Lemonsoda, due sorsi di birra e l'irrinunciabile ballettio in sala fra musiche e nebbie anni '90 e lo slogan del vocalist "Sei già in vacanza e adesso lo sai" erano il giusto minimo sindacale come inizio, ma che bello tutto questo, come uscire e vedere "il cielo stellato" riminese "sopra di me", con la spiaggia ancora da attrezzare e il brulichio della fauna umana, che crescerà sempre di più weekend dopo weekend!
Fuggi Vanessa, fuggi da quella terra di perdizione :-)
RispondiEliminaevvai ti stai già perdendo!!!
RispondiEliminaBimbi :-*
RispondiElimina@ PN eh no, non fuggo!
@ SuperSara, oh si, lucida e analcolica, ma sempre perdizione è :D
Rimini da giovane non mi piaceva, adesso non mi dispiace
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