mercoledì 28 marzo 2012

La dieta della normalità

L'altro giorno, uscendo dal lavoro, ho fatto un salto all'edicola per la guida dei programmi televisivi e ne ho approfittato per regalarmi un settimanale di wellness. Purtroppo da anni non c'è più il colorato e divertente "Fit for fun", anche se più che un giornaletto sembrava la guida per diventare novelli marines, visto che propinava sia esercizi aerobici che anaerobici, in casa, in palestra e all'aperto, predicava le meraviglie della corsa, della bicicletta, del trekking, delle superproteine, degli attrezzi giusti, delle stretegie per far lavorare i muscoli anche durante il sonno. Quindi, ecco una rivistina più "da ragazze", in formato tascabile tanto per risparmiare qualche centesimo.

Ora, siccome siamo a fine marzo, è primavera e il clima è discretamente estivo, molte pagine di questo giornaletto cominciano a ricordare alle lettrici l'imminenza della cosiddetta "prova costume", e quindi pubblicità a gogò su prodotti snellenti, integratori, creme anticellulite, articolini sui giusti cosmetici, sulla ginnastica per una parte del corpo in particolare (ogni settimana ce n'è una, eheh), su una disciplina orientale dai tanti benefici. Inoltre, il settore "diete". Ogni settimana ce ne saranno 2-3 per ognuno di questo tipo di giornale: del minestrone, del colore, del pesce, dello yogurth...Nel mio, una in particolare mi ha colpito: la dieta dell'insalata, roba da perderci 2-3 chili in una settimana.

Ok. Un chilo significa circa 700 Calorie, quindi se una donna perde 3 kg in sette giorni, vuol dire che si priva di 2100 Calorie = 300 al giorno, se si includono sabato e domenica. Ovvero una porzione quasi normale di pasta al pomodoro. Infatti la dieta prevede solo due volte la pasta a pranzo e una volta riso, ma in dosi da bambini (50 o 30 gr); i secondi invece sono limitati alla cena. Si ammette l'uso dell'olio per condire, menomale, e si raccomanda il consumo di verdure fresche e di stagione e di bere due litri d'acqua al giorno. Ci sono anche un paio di ricette di insalate gustose, come la Caesar, che è con formaggio, ma secondo me la sostanza non cambia: questa dieta, come il 90% di quelle proposte da queste riviste, è troppo drastica e impersonale. Sfido una persona che lavora anche 5 ore al giorno a poterla seguire regolarmente, figuriamoci chi fa un full time o gli straordinari! Ma come si fa senza pasta? E poi una dieta è come un paio di scarpe: a ognuna il suo. Se una è come mia cugina 40enne, che è alta 1,82 (non scherzo, è una gigantessa) e supera i 70 kg, che se ne fa di dimagrire di 3 kg? Per poi ritrovarsi con una fame mostruosa la settimana dopo? Fermo restando che è difficilissimo stare a dieta anche il sabato e la domenica.



(Qui sopra, l'insalatona rinforzata con cui feci pranzo, in una settimana di vacanza estiva, all'estero)

E' anche vero che questi regimi alimentari fanno tutto sommato pochi danni, visto che probabilmente non li seguirà a dovere quasi nessuno. Il vero rischio è quello di sviluppare meccanismi mentali sbagliati nei soggetti "a rischio", come chi di chili ne deve perdere tanti o chi è obiettivamente poco ben informato. Il primo di questi meccanismi mentali errati è che una dieta non dovrebbe essere il sacrificio di una o due o tre settimane, in cui ci si tortura con cibi ipocalorici. No, sbagliatissimo. Nè si dovrebbe stare a regime solo per un costume. Io mi sono messa a dieta per rientrare nei miei vestiti dell'anno scorso, è vero, ma sto facendo un lavoro quasi invisibile per quanto è lento e a lungo termine. Si dovrebbe insomma mangiare meglio e un po' meno ogni giorno, e non per un periodo di tempo limitato! Almeno fino ai 50 anni, se non oltre - e ovviamente, insegnarlo ai figli e ai nipotini!
Non si scala una montagna in un giorno, Roma non è stata costruita in un anno, non ci si fa una cultura studiando nelle ultime due settimane di scuola. Nè si perdono 8 kg con tre settimane della dieta di cui parlavo più sopra - cioè, forse si perdono, ma poi si riprendono: una vittoria di Pirro.
Ma scalare, costruire (queste due metaforicamente, eh!), studiare e appunto mangiare il giusto necessario dovrebbero essere normale quotidianità, cose di ogni giorno come alzarsi al mattino, lavarsi, uscire di casa per doveri.
So bene che anche chi scrive queste riviste e questo genere di articoli deve campare, infatti siamo noi lettori a doverci informare prima e saper prendere con le molle i consigli di certe diete. E non escludo che queste possano funzionare con chi deve davvero perdere pochi chili per un evento isolato. Ma che non diventi la soluzione ad un problema più grosso o dalle radici più profonde!

Nessun commento:

Posta un commento