Ok, Burian è arrivato domenica pomeriggio mentre uscivo dallo stadio, bersagliata da vento e nevischio. Temperature in picchiata, spruzzata di neve, vento freddo, aria polare... e dire che ci si lamentava già con 6 gradi sopra lo zero!
Iersera ci mettiamo a tavola con minestrone passato e pastina, avanzo di pollo, insalata, finocchi ripassati in padella. Il mio gatto volpone marca a donna mia mami per avere qualche boccone, poi ad un certo punto sentiamo in salotto un rumore tipo grattio. Mia mami strilla al gatto credendo si stesse arrotando le unghie sulla poltrona, e invece il bel felino è lì con noi, che ci guarda ed esige ancora commestibile. Ci domandiamo cosa possa essere ma ci rimettiamo a mangiare. Un paio di minuti ed ancora grattio e scricchiolio.
Vanessa: "E' un sacchetto della spesa, una shopping bag accartocciata?"
Mio papi: "E' un animale... Un uccello o un topo...Eppure è tutto chiuso..."
Mami: "Il pavimento... State a vedere che è il pavimento..."
Andiamo a vedere. Nessun animale, tutt'altro: le mattonelle davanti al mobile del televisore si stavano leggermente "bombando", con gli scricchiolii che aumentavano sempre più, un colpetto qui, uno lì.
Mio padre ha sdrammatizzato - probabilmente se venisse una piena lui si preoccuperebbe solo con l'acqua alle porte - e si è messo a fare il caffè, io poi sono uscita.
Stamattina, mi sono alzata che già erano state levate diverse mattonelle:
e onestamente non è stato un belvedere, la situazione è critica e dubito si possa risolvere in maniera rapida e indolore considerato che in salotto abbiamo una maxilibreria 2x2,5 metri. Vedremo ma con questo freddo che elettrizza le ossa e mia mami ancora in lento recupero non sarà una passeggiata. E poco fa mi è sembrato di sentire un fastidioso rumorino in corridoio...
Piccole soluzioni per piccoli problemi - Vanessa 3.0, The Rimini Age
martedì 27 febbraio 2018
giovedì 22 febbraio 2018
Volete dimagrire? Non invidiate le ammalate!
Lo so che molta gente quando parla lo fa giusto perché non capisce la bellezza del silenzio o che molti vogliono apparire simpatici ignorando completamente di cosa si stia parlando. E un po' va bene, ma se sapessero e provassero cosa si vive, scommetto che eviterebbero di dare fiato alle trombe.
Tolgo subito questo alone di mistero. Mia mami negli ultimi due mesi ha mangiato molto meno del solito e perso peso essendo stata male....e più di una volta, raccontandolo, mia cugina ed io ci siamo sentite dire da vicine di casa e conoscenti frasucole di questo andazzo:
Ma mi venisse anche a me una bella influenza intestinale!
Potessi essere io inappetente!
Ma riuscisse anche a me di perdere qualche chilo!
...pronunciate non da persone che sono a dieta, sgobbano col fitness o al contrario non hanno tempo per mettersi a regime, ma da persone certamente golose ma soprattutto indolenti e pigre che ritengono che una malattia sia un modo alternativo e fortunoso di perdere peso.
Ma tutte queste teste vuote ignorano una cosa: mia mami è stata male, a tratti malissimo...e mio padre ed io abbiamo sofferto con e per lei.
Mia mami ha iniziato a metà dicembre ad avere febbriciattole invalidanti, doloretti, coliche grandi e piccole, stanchezza semiperenne.
E non auguro a nessuno di vedere la propri madre stanca a metà mattinata.
Una settimana prima di natale, ha avuto quel forte disturbo gastrointestinale con febbre di cui ho parlato e che ho avuto anche io.
Davvero c'è qualcuna che accetterebbe di rimettere l'impensabile per poter "perdere peso"??
Ancora debolezza e febbre leggera, forze minime. Abbiamo sfangato non si sa come il natale, l'ultimo dell'anno e l'epifania. Ogni giorno sembrava durare cinquanta ore. Ogni pasto sembrava un test di sopravvivenza. E tante ore in più a letto a recuperare energie.
A metà gennaio, oltre a febbre e dolori, è iniziata a comparirle una leggera nausea: un possibile ritorno della diverticolite; viene ricoverata 4 giorni in ospedale quasi tutti a digiuno totale.
A parole evidentemente è fighissimo, ma vedere un proprio familiare digiunare e soffrire è uno schifo anche se all'ospedale si fa finta di niente e si dicono tante cosine buffe.
Tornata a casa, mia mami ha continuato a sentire poco i sapori a causa delle medicine, ma quando ha assunto del liquido di contrasto per una colonscopia che poi non ha fatto (il liquido le ha causato dolori acuti, diarrea e febbre fisiologica) è stata dieci giorni con sapore metallico in bocca e gengive e labbra "cotte", percepiva tutto troppo salato e sgradevole. Insomma, a tavola ancora più boccacce e meno sorrisi.
Le culone pigre vogliono provare anche questo solo per calare da 60 a 55 kg?
A seguire mia mami ha fatto varie analisi, che prima doveva concordare e prenotare ovviamente.
Invece che andare da Pittarosso ai saldi....
Nel frattempo aveva ritrovato appena il gusto per latte e sottilette, che mangiava (una, non dieci o cinque!!!) ad ogni pasto più qualcos'altro...ma la nostra nuova dottoressa, che è anche dietista, le ha vietato proprio i latticini, gli zuccheri e il caffè a digiuno, stravolgendo quindi la sua colazione e diverse abitudini alimentari.
Ma le indolenti che vorrebbero dimagrire sono mai state da un buon dietista? E ne hanno seguito per bene i consigli?
Dopo i primi cinque giorni di gallette mia mami ne ha quasi il rifiuto, quindi le alterna al pane. Ha detto addio a mozzarelle, caciottine e yogurt - di cui abbiamo il frigo ben fornito. Non ha mai mangiato così tanto miele in vita sua. Sta smettendo di chiedersi quasi ogni mattina come si fa a non bere caffè appena svegli e a prenderlo, quando si può, con il dolcificante. Continua a mangiare porzioni da novantenne senza denti. L'altro giorno si è pesata ed è 52 kg, ma almeno non ha più febbre e dolori da due settimane e sta recuperando vitalità e forze. Ma ogni giorno è una fatica.
Alle pigrone dico di pensare di più prima di parlare e di essere grate di essere sane, perché perdere peso per una malattia è orribile.
lunedì 19 febbraio 2018
Oggettini spariti, rubati, regalati - post ispirato dal video di The Lady
Ho appena visto un filmato di The Lady, youtuber appassionata di make-up, questo per la precisione, in cui racconta da ragazzina di aver beccato un'amichetta a frugarle fra le sue cose per poi intuire che era stata derubata di vari oggetti ed euri.
Subito mi sono venuti in mente un paio di episodi simili della mia vita, ma anziché commentare sotto al filmato, non avendo voglia di farmi un account per youtube, li racconterò qua sotto, senza rancore né rimpianto ma con la mia solita indole liberatoria!
Posso dire tranquillamente di essere stata una bambina molto ingenua, complici carattere ed educazione rigida ma anche il non aver frequentato quello che allora si chiamava asilo. Quindi a sei anni mi ritrovai in una classe con una ventina di bambini tutti più rodati o anche solo più sfacciati di me. Ne pagai subito lo scotto quando un bimbo, tranquillo e pacifico, mi chiese candidamente se gli potevo "prestare" un blocchetto di Snoopy, nuovo di zecca comprato in vacanza in una grande città, per "farci un blocchetto suo": io ingenua e timorosa dissi di sì pensando che me l'avrebbe ridato a breve, d'altronde prestare significa dare e riavere un oggetto, no? Ebbene dopo chissà quanti mesi glielo richiesi e riebbi subito il mio taccuino, ma brutalmente sfrondato del 90% dei foglietti e tutto sgualcito.
Stesso disagio e imbarazzo mesi dopo quando entrai in classe con una confezione di graffette colorate: tutti si sentirono in dovere di averne una ed io mi ritrovai con un decimo delle graffette iniziali e tutte di colori come blu, verde e nero, senza più un rosso o un rosa! Rammento di essere riuscita a farmene ridare qualcuna, ma mi beccai anche delle critiche: "non è educato richiedere indietro un regalo"!!!
Passano gli anni e sempre durante le scuole elementari ospitai un paio di volte mia cugina con una sua compagna di scuola, M., non ricordo se a fare i compiti o a giocare; fatto sta che mi sparirono tre /quattro giochini tipo un abitino particolare di una bambola e dei puffi, che adoravo ma erano difficili da trovare - non esistevano negozi "vintage" o di collezionismo come adesso. Giorni dopo anche a mia cugina sparì un borsellino rosa a forma di cuore che le aveva regalato la maestra e a cui era molto affezionata. Sospettammo subito di M. ma lasciammo perdere, alla fine erano piccole cose, non era neanche il caso di scomodare termini come cleptomania o simili! Rammento che successivamente, a casa di M. per il suo compleanno, mia cugina prese il coraggio a quattro mani e le chiese se poteva riprendersi il borsellino, che aveva intravisto sul comodino di costei, diventato ormai quasi grigio.
Tanto per dire quanto fossi padrona e consapevole della mia vita e soprattutto dei miei giochini, sempre in quel periodo si smaterializzò l'ultimo dei miei baby puffi e solo dopo essermi rassegnata ad averlo smarrito per sempre, ingoiato "misteriosamente" da camera mia (e dopo aver fatto litigate epiche con mia cugina che non voleva mai farmi giocare con il suo), ormai alle scuole medie mia mami mi rivelò di averlo regalato di sua iniziativa ad una mia compagna di classe durante la festa del mio decimo compleanno!!
Qualche anno fa infine mi sono di nuovo separata da un oggetto che a posteriori direi fosse "per destino" impossibilitato a rimanere a me. E' una banale collanina di perline in stile etnico, che feci una quindicina di anni fa o poco più, copiandola da un giornale. Lunga, estiva, originale. Appena mia mami me la vide, non ricordo se la stavo indossando o gliela stavo mostrando, cominciò a miagolare che le piaceva moltissimo, che voleva tanto una collana così, che ne aveva sempre desiderata una simile. Allora cosa feci, ottimista stupida quale ero? Gliela regalai, ai tempi ne avevo diverse anche se più infantili e quindi potevo benissimo rinunciarvi per compiacerla! Solo che lei la mise in una bella scatolina sul suo cassettone e le poche volte che usciva di casa non si è mai scomodata a mettersela. Stessa sorte è toccata ad un'altra collana che comprai in una bancarella, bianca e nera stile Raspini: sottrattami senza che l'avessi usata due volte, forse indossata dalla mia genitrice in un'unica occasione e poi inscatolata e occultata.
Un giorno d'estate decisi di riprendermi la collana handmade e tutta contenta la indossai ad una cena fra amici; la notarono subito tipo anello de "Il signore degli anelli" ed un mio caro amico me la chiese in prestito. La tenne diverso tempo, poi mi sembra di avergliela ufficialmente regalata, l'importante era che non si perdesse o si rompesse; lui ce l'ha tutt'ora nonostante un trasloco, la conserva con cura e ogni tanto se la mette.
Se ripenso a questi episodi ci ridacchio sopra ancora adesso: mi sembrano delle gag tipo lo Charlot dei cortometraggi o tipo il gioco della sedia mancante in cui sono io la protagonista un po' sfigata, ma alla fine senza aver subito alcuna perdita, né economica né sentimentale.
E la finta Raspini? E' ancora là sul cassettone di mia mami, che nel frattempo ha decuplicato le sue scatoline con dentro chissà quali braccialetti, girocolli e spille.
Subito mi sono venuti in mente un paio di episodi simili della mia vita, ma anziché commentare sotto al filmato, non avendo voglia di farmi un account per youtube, li racconterò qua sotto, senza rancore né rimpianto ma con la mia solita indole liberatoria!
Posso dire tranquillamente di essere stata una bambina molto ingenua, complici carattere ed educazione rigida ma anche il non aver frequentato quello che allora si chiamava asilo. Quindi a sei anni mi ritrovai in una classe con una ventina di bambini tutti più rodati o anche solo più sfacciati di me. Ne pagai subito lo scotto quando un bimbo, tranquillo e pacifico, mi chiese candidamente se gli potevo "prestare" un blocchetto di Snoopy, nuovo di zecca comprato in vacanza in una grande città, per "farci un blocchetto suo": io ingenua e timorosa dissi di sì pensando che me l'avrebbe ridato a breve, d'altronde prestare significa dare e riavere un oggetto, no? Ebbene dopo chissà quanti mesi glielo richiesi e riebbi subito il mio taccuino, ma brutalmente sfrondato del 90% dei foglietti e tutto sgualcito.
Stesso disagio e imbarazzo mesi dopo quando entrai in classe con una confezione di graffette colorate: tutti si sentirono in dovere di averne una ed io mi ritrovai con un decimo delle graffette iniziali e tutte di colori come blu, verde e nero, senza più un rosso o un rosa! Rammento di essere riuscita a farmene ridare qualcuna, ma mi beccai anche delle critiche: "non è educato richiedere indietro un regalo"!!!
Passano gli anni e sempre durante le scuole elementari ospitai un paio di volte mia cugina con una sua compagna di scuola, M., non ricordo se a fare i compiti o a giocare; fatto sta che mi sparirono tre /quattro giochini tipo un abitino particolare di una bambola e dei puffi, che adoravo ma erano difficili da trovare - non esistevano negozi "vintage" o di collezionismo come adesso. Giorni dopo anche a mia cugina sparì un borsellino rosa a forma di cuore che le aveva regalato la maestra e a cui era molto affezionata. Sospettammo subito di M. ma lasciammo perdere, alla fine erano piccole cose, non era neanche il caso di scomodare termini come cleptomania o simili! Rammento che successivamente, a casa di M. per il suo compleanno, mia cugina prese il coraggio a quattro mani e le chiese se poteva riprendersi il borsellino, che aveva intravisto sul comodino di costei, diventato ormai quasi grigio.
Tanto per dire quanto fossi padrona e consapevole della mia vita e soprattutto dei miei giochini, sempre in quel periodo si smaterializzò l'ultimo dei miei baby puffi e solo dopo essermi rassegnata ad averlo smarrito per sempre, ingoiato "misteriosamente" da camera mia (e dopo aver fatto litigate epiche con mia cugina che non voleva mai farmi giocare con il suo), ormai alle scuole medie mia mami mi rivelò di averlo regalato di sua iniziativa ad una mia compagna di classe durante la festa del mio decimo compleanno!!
Qualche anno fa infine mi sono di nuovo separata da un oggetto che a posteriori direi fosse "per destino" impossibilitato a rimanere a me. E' una banale collanina di perline in stile etnico, che feci una quindicina di anni fa o poco più, copiandola da un giornale. Lunga, estiva, originale. Appena mia mami me la vide, non ricordo se la stavo indossando o gliela stavo mostrando, cominciò a miagolare che le piaceva moltissimo, che voleva tanto una collana così, che ne aveva sempre desiderata una simile. Allora cosa feci, ottimista stupida quale ero? Gliela regalai, ai tempi ne avevo diverse anche se più infantili e quindi potevo benissimo rinunciarvi per compiacerla! Solo che lei la mise in una bella scatolina sul suo cassettone e le poche volte che usciva di casa non si è mai scomodata a mettersela. Stessa sorte è toccata ad un'altra collana che comprai in una bancarella, bianca e nera stile Raspini: sottrattami senza che l'avessi usata due volte, forse indossata dalla mia genitrice in un'unica occasione e poi inscatolata e occultata.
Un giorno d'estate decisi di riprendermi la collana handmade e tutta contenta la indossai ad una cena fra amici; la notarono subito tipo anello de "Il signore degli anelli" ed un mio caro amico me la chiese in prestito. La tenne diverso tempo, poi mi sembra di avergliela ufficialmente regalata, l'importante era che non si perdesse o si rompesse; lui ce l'ha tutt'ora nonostante un trasloco, la conserva con cura e ogni tanto se la mette.
Se ripenso a questi episodi ci ridacchio sopra ancora adesso: mi sembrano delle gag tipo lo Charlot dei cortometraggi o tipo il gioco della sedia mancante in cui sono io la protagonista un po' sfigata, ma alla fine senza aver subito alcuna perdita, né economica né sentimentale.
E la finta Raspini? E' ancora là sul cassettone di mia mami, che nel frattempo ha decuplicato le sue scatoline con dentro chissà quali braccialetti, girocolli e spille.
lunedì 29 gennaio 2018
Michelangelo in mille pezzi fra tormento e tanta estasi
Anche qui una piccola citazione cinematografica :D
Mi ci voleva un puzzle di mille pezzi raffigurante il soffitto della Cappella Sistina per ricordarmi quanto fosse figo e geniale il signor Michelangelo Buonarroti... ma anche quanto mi piacciono puzzle e altri rompicapo semplici! Adoro mettere insieme pezzi su pezzi e comporre una foto o un'immagine, è divertentissimo! Il bello è che in vita mia ne ho fatti tutto sommato pochi - ho conosciuto persone che avevano le pareti di casa decorate anche con una ventina di questi affascinanti giochi - ma sempre con gran piacere... e questo del grande Michelangelo in realtà lo avevo ricevuto in dono da mia cugina qualcosa come otto anni fa, ma per un motivo o per un altro avevo sempre rinunciato/rimandato, peggio che con l'attività fisica!!!
Qualche giorno fa, dopo pranzo, ho avuto come una visione: ho sgombrato il mio "inutile scrittoio" trovando magicamente posto a tutto quanto lo occupava, ho preso la scatola del puzzle, l'ho spolverata, scartata, ho preso le misure e iniziato a tirare fuori i pezzi. Stesso schema del passato. Prima i bordi, e quella è la parte più semplice. Più o meno. Fatto.
Poi la divisione per colori, poi.... Un attimo. E' il soffitto della Cappella Sistina come detto, non Peppa Pig a lezione di danza o Dottie la Dottoressa Pelouche, senza offesa per mia nipote!
--- UN PO' DI STORIA DELL'ARTE TANTO PER SFOGARE QUEST'ALTRA MIA PASSIONE ---
Colori? Non c'è computer al mondo che può eguagliare in pixel le sfumature che ci sono in questo soffitto, che fra l'altro si chiama così per intero, non è come la parete del Giudizio, che si chiama appunto Giudizio: questo è il soffitto della Cappella Sistina alias una galassia di illustrazioni. Nella striscia centrale sul lato più lungo e ai quattro angoli ci sono nove storie dell'Antico Testamento, perlopiù la Genesi, sui bordi dei lati lunghi ci sono settori con Sibille e Profeti, intervallati da piccole cunette con altri personaggi parenti di Gesù e ai quattro vertici episodi famosi fra cui Giuditta e Oloferne e Davide e Golia. Ma fra questi settori e le cunette ci sono anche delle colonnine, 24 mi pare, con coppie di puttini circondate da figure bronzee e in più da quelli che io ho chiamato i Ganimedi, posti nei lati corti delle storie della Genesi che reggono a coppie dei medaglioni. Fra l'altro i soggetti sulla parte esterna dell'opera sono messi in maniera "centrifuga", quindi non c'è un unico "verso" per guardare con cognizione di causa i personaggi di questo soffitto, no: ce ne sono quattro!
Insomma, un Carnevale di Roma dove abbondano nudi maschili neanche a dirlo muscolosi, bellissimi e perfetti. Perché Michelangelo, si sa, è un poliartista che si presentava come scultore, ma dipingeva la figura umana soprattutto virile come e forse meglio che nella Grecia del periodo classico, il più possibile in posizioni contorte, tese, movimentate, estreme. Chi ha studiato con attenzione o chi ha già visto "Tormento ed estasi", il bel film che ho blandamente citato prima nel titolo, rammenterà che prima della Sistina Buonarroti aveva dipinto il bel Tondo Doni, ai tempi definito "una palestra" per la posizione insolita della Madonna, con tanto di braccia tese in fasci di muscoli.
Quindi, si è capito, Michelangelo è bravissimo anche nella pittura, l'arte di mettere, e non solo nella scultura, l'arte del levare. Ed è stato straordinario nell'affrescare nero su bianco appunto muscoli, tendini, espressioni, capelli, mani, piedi, forse attingendo dalle lezioni di anatomia di Leonardo Da Vinci, quello che a fine 1400 aveva ridato fama a Vitruvio più che il suo traduttore, incontrato a Milano nel periodo degli Sforza. In più, il Buonarroti ha un'inventiva inesauribile, basta vedere le posizioni tutte diverse dei suoi personaggi, Ganimedi e Puttini in particolare, gli uni così virili e affascinanti, gli altri così civettuoli e dolci.
SI DICEVA DEL PUZZLE......
Dividere in colori? Non si può. Va beh - penso, ottimista - inizio intanto a mettere da parte i pezzettini con le figure umane e dopo un po' quelli che raffigurano le figurine bronzee.... e anche quelli scolpiti nel marmo, ah ecco, sono angiolini... cioè, puttini!
Solo che le figure umane sono da dividere nelle varie sezioni: storie, Sibille, Profeti, Parenti di Cristo con bambini al seguito o loro stessi in versione bambino. Mi ritrovo quindi a collocare i vari pezzi, rintracciati nella raffigurazione sulla scatola, nel punto in cui all'incirca dovrebbero trovarsi, all'interno del contorno. I primi due pezzi adiacenti che ho attaccato erano dell'episodio biblico del sacrificio di Noè, che credevo fosse una rinuncia e invece era un sacrificio di animali da carne, poverini!!!
Vado avanti, leggermente preoccupata. Ok, mettiamo da parte i pezzi con panneggi verdi, vah! E anche quelli con panneggi rosa... ... e violetti, e rossi... e arancio... e con vie di mezzo fra questi colori, roba che 50 Sfumature levati.
Vado avanti selezionando in un mucchietto a parte i piedi, perché molti sono vicini ai bordi, ma poi mi ritrovo ad accumulare anche mani, braccia, gambe intere o frammentate.
Vado avanti, sempre collocando dentro il mio rettangolo quasi vuoto frammenti di frammenti dell'opera.
Ok, quasi quasi metto da parte anche i cornic... ops, gli architravi.... ma quanti sono??? Ma chi me l'ha fatto fare???
Vado avanti a testa bassa, rendendomi conto che ogni gruppetto di pezzi, ancora incompleto non avendoli dragati tutti e 1000 per mancanza di superfici piane a mia disposizione (camera mia è un loculo medievale), non coinvolge una o due figure, ma parecchie. Ci sono Profeti e Sibille vestiti di due ma anche tre e quattro colori. Alcuni Ganimedi hanno un cuscino sotto al sedere, ma non tutti, e ci sono altri personaggi nudi come Adamo ed Eva cacciati dall'Eden. Il verde da fiorame è per alcuni paesaggi ma anche per delle ghirlande al di fuori delle Storie.
Poi c'è la parte in prospettiva nei lati corti del puzzle, altro delirio.
E man mano che continuo a visionare pezzi nuovi ecco spuntare altri panneggi, cinture, ciuffi di capelli, torsi di Puttini, bicipiti, medaglioni. Motivi che si ripetono tipo moduli, ma tutti diversi. Ma quante cavolo di mani ci sono ancora??? Ma non potevano vestirsi tutti con un solo colore per ciascuno??? Ma davvero mi piaceva fare questa roba???
Con una pazienza da bovino durante il più lungo dei pascoli ho continuato a collocare pezzi, stancandomi spalle e occhi, lo ammetto, iniziando a memorizzare a poco a poco le numerose scenette e soprattutto a congiungere tasselli vicini, sempre più e più, olè!!! In più, la consolazione di avere sempre più forniti i mucchietti "a tema": un conto è lavorare con il 30% dei pezzi sotto il naso, un altro è averne l'80%!!! Ma allora è anche divertente, yeeee!!!
Il divertimento più grande è stato finalmente poter inserire pezzi a fiuto e guardando quelli già incastrati, senza guardare la foto! E in sette giorni spaccati ho completato il puzzle!
Non è stato solo divertente, è stato bellissimo! W Michelangelo, l'arte e i giochi educativi...anche per la caprone come me!
Mi ci voleva un puzzle di mille pezzi raffigurante il soffitto della Cappella Sistina per ricordarmi quanto fosse figo e geniale il signor Michelangelo Buonarroti... ma anche quanto mi piacciono puzzle e altri rompicapo semplici! Adoro mettere insieme pezzi su pezzi e comporre una foto o un'immagine, è divertentissimo! Il bello è che in vita mia ne ho fatti tutto sommato pochi - ho conosciuto persone che avevano le pareti di casa decorate anche con una ventina di questi affascinanti giochi - ma sempre con gran piacere... e questo del grande Michelangelo in realtà lo avevo ricevuto in dono da mia cugina qualcosa come otto anni fa, ma per un motivo o per un altro avevo sempre rinunciato/rimandato, peggio che con l'attività fisica!!!
Qualche giorno fa, dopo pranzo, ho avuto come una visione: ho sgombrato il mio "inutile scrittoio" trovando magicamente posto a tutto quanto lo occupava, ho preso la scatola del puzzle, l'ho spolverata, scartata, ho preso le misure e iniziato a tirare fuori i pezzi. Stesso schema del passato. Prima i bordi, e quella è la parte più semplice. Più o meno. Fatto.
Poi la divisione per colori, poi.... Un attimo. E' il soffitto della Cappella Sistina come detto, non Peppa Pig a lezione di danza o Dottie la Dottoressa Pelouche, senza offesa per mia nipote!
--- UN PO' DI STORIA DELL'ARTE TANTO PER SFOGARE QUEST'ALTRA MIA PASSIONE ---
Colori? Non c'è computer al mondo che può eguagliare in pixel le sfumature che ci sono in questo soffitto, che fra l'altro si chiama così per intero, non è come la parete del Giudizio, che si chiama appunto Giudizio: questo è il soffitto della Cappella Sistina alias una galassia di illustrazioni. Nella striscia centrale sul lato più lungo e ai quattro angoli ci sono nove storie dell'Antico Testamento, perlopiù la Genesi, sui bordi dei lati lunghi ci sono settori con Sibille e Profeti, intervallati da piccole cunette con altri personaggi parenti di Gesù e ai quattro vertici episodi famosi fra cui Giuditta e Oloferne e Davide e Golia. Ma fra questi settori e le cunette ci sono anche delle colonnine, 24 mi pare, con coppie di puttini circondate da figure bronzee e in più da quelli che io ho chiamato i Ganimedi, posti nei lati corti delle storie della Genesi che reggono a coppie dei medaglioni. Fra l'altro i soggetti sulla parte esterna dell'opera sono messi in maniera "centrifuga", quindi non c'è un unico "verso" per guardare con cognizione di causa i personaggi di questo soffitto, no: ce ne sono quattro!
Insomma, un Carnevale di Roma dove abbondano nudi maschili neanche a dirlo muscolosi, bellissimi e perfetti. Perché Michelangelo, si sa, è un poliartista che si presentava come scultore, ma dipingeva la figura umana soprattutto virile come e forse meglio che nella Grecia del periodo classico, il più possibile in posizioni contorte, tese, movimentate, estreme. Chi ha studiato con attenzione o chi ha già visto "Tormento ed estasi", il bel film che ho blandamente citato prima nel titolo, rammenterà che prima della Sistina Buonarroti aveva dipinto il bel Tondo Doni, ai tempi definito "una palestra" per la posizione insolita della Madonna, con tanto di braccia tese in fasci di muscoli.
Quindi, si è capito, Michelangelo è bravissimo anche nella pittura, l'arte di mettere, e non solo nella scultura, l'arte del levare. Ed è stato straordinario nell'affrescare nero su bianco appunto muscoli, tendini, espressioni, capelli, mani, piedi, forse attingendo dalle lezioni di anatomia di Leonardo Da Vinci, quello che a fine 1400 aveva ridato fama a Vitruvio più che il suo traduttore, incontrato a Milano nel periodo degli Sforza. In più, il Buonarroti ha un'inventiva inesauribile, basta vedere le posizioni tutte diverse dei suoi personaggi, Ganimedi e Puttini in particolare, gli uni così virili e affascinanti, gli altri così civettuoli e dolci.
SI DICEVA DEL PUZZLE......
Dividere in colori? Non si può. Va beh - penso, ottimista - inizio intanto a mettere da parte i pezzettini con le figure umane e dopo un po' quelli che raffigurano le figurine bronzee.... e anche quelli scolpiti nel marmo, ah ecco, sono angiolini... cioè, puttini!
Solo che le figure umane sono da dividere nelle varie sezioni: storie, Sibille, Profeti, Parenti di Cristo con bambini al seguito o loro stessi in versione bambino. Mi ritrovo quindi a collocare i vari pezzi, rintracciati nella raffigurazione sulla scatola, nel punto in cui all'incirca dovrebbero trovarsi, all'interno del contorno. I primi due pezzi adiacenti che ho attaccato erano dell'episodio biblico del sacrificio di Noè, che credevo fosse una rinuncia e invece era un sacrificio di animali da carne, poverini!!!
Vado avanti, leggermente preoccupata. Ok, mettiamo da parte i pezzi con panneggi verdi, vah! E anche quelli con panneggi rosa... ... e violetti, e rossi... e arancio... e con vie di mezzo fra questi colori, roba che 50 Sfumature levati.
Vado avanti selezionando in un mucchietto a parte i piedi, perché molti sono vicini ai bordi, ma poi mi ritrovo ad accumulare anche mani, braccia, gambe intere o frammentate.
Vado avanti, sempre collocando dentro il mio rettangolo quasi vuoto frammenti di frammenti dell'opera.
Ok, quasi quasi metto da parte anche i cornic... ops, gli architravi.... ma quanti sono??? Ma chi me l'ha fatto fare???
Vado avanti a testa bassa, rendendomi conto che ogni gruppetto di pezzi, ancora incompleto non avendoli dragati tutti e 1000 per mancanza di superfici piane a mia disposizione (camera mia è un loculo medievale), non coinvolge una o due figure, ma parecchie. Ci sono Profeti e Sibille vestiti di due ma anche tre e quattro colori. Alcuni Ganimedi hanno un cuscino sotto al sedere, ma non tutti, e ci sono altri personaggi nudi come Adamo ed Eva cacciati dall'Eden. Il verde da fiorame è per alcuni paesaggi ma anche per delle ghirlande al di fuori delle Storie.
Poi c'è la parte in prospettiva nei lati corti del puzzle, altro delirio.
E man mano che continuo a visionare pezzi nuovi ecco spuntare altri panneggi, cinture, ciuffi di capelli, torsi di Puttini, bicipiti, medaglioni. Motivi che si ripetono tipo moduli, ma tutti diversi. Ma quante cavolo di mani ci sono ancora??? Ma non potevano vestirsi tutti con un solo colore per ciascuno??? Ma davvero mi piaceva fare questa roba???
Con una pazienza da bovino durante il più lungo dei pascoli ho continuato a collocare pezzi, stancandomi spalle e occhi, lo ammetto, iniziando a memorizzare a poco a poco le numerose scenette e soprattutto a congiungere tasselli vicini, sempre più e più, olè!!! In più, la consolazione di avere sempre più forniti i mucchietti "a tema": un conto è lavorare con il 30% dei pezzi sotto il naso, un altro è averne l'80%!!! Ma allora è anche divertente, yeeee!!!
Il divertimento più grande è stato finalmente poter inserire pezzi a fiuto e guardando quelli già incastrati, senza guardare la foto! E in sette giorni spaccati ho completato il puzzle!
Non è stato solo divertente, è stato bellissimo! W Michelangelo, l'arte e i giochi educativi...anche per la caprone come me!
martedì 23 gennaio 2018
Luca Guadagnino italiano nominato agli Oscar 2018
Non conoscevo Luca Guadagnino fino ad oggi, quando ho sentito della sua candidatura a quattro categorie di premi Oscar per questo 2018. Ebbene si, abbiamo una pellicola del nostro Belpaese nominata per il miglior film, attore protagonista, sceneggiatura non originale e canzone!
Ammetto candidamente di non aver saputo citare un solo lavoro passato di Guadagnino, che è anche produttore e regista di corti e video musicali, finché non ho dato oggi una rapida occhiata alla sua pagina Wikipedia, in cui non ho potuto non notare il discusso "Melissa P.".
Ammetto candidamente di non aver saputo citare un solo lavoro passato di Guadagnino, che è anche produttore e regista di corti e video musicali, finché non ho dato oggi una rapida occhiata alla sua pagina Wikipedia, in cui non ho potuto non notare il discusso "Melissa P.".
Il mio sarà un tifo moderato che anche in caso di poker non mi farà salire sul carro del vincitore e magari scrivere recensioni ebbre di entusiasmo: non si tratta di Sorrentino che già mi aveva irretita con "Il divo" o del veterano Ferretti o meglio ancora dell'amato Morricone icone italiane nelle loro specialità, ma una pellicola non americana che riceve più di una nomination e fra l'altro in categorie importanti non è da sottovalutare! E soprattutto, trattandosi di un mio connazionale, sono lietamente propensa a dargli sostegno e fiducia!
lunedì 8 gennaio 2018
Dieci frammenti di film che mi comunicano frustrazione
...e in cui ogni tanto mi rivedo.
Eccoli:
- in "Tootsie" quando il regista della soap opera grida alla troupe "Due a sinistra, tre a destra" con la diretta che sta degenerando
- in "Terminator 2" quando Sarah Connor ricarica il fucile a pompa ma ha finito le munizioni
- in "Wargames - giochi di guerra" il generale che dice "Che cosa non avrebbe senso?"
- in "Erin Brocovich" quando lei vede degli scarafaggi in cucina
- il finale di "Uomini che odiano le donne" con Lisbeth che butta via il giubbotto di pelle che aveva fatto fare per Mikael, dopo averlo visto con Erika
- in "Apocalypto" la donna incinta e il bambino in fondo al pozzo, con l'acquazzone che scroscia su di loro
- il nonno di Titta in "Amarcord" perso davanti casa nella nebbia: "mi sembra di non stare in nessun posto"
- in "Schindler's list" il bimbo nella latrina che si sente dire di andarsene ed alza gli occhi smarrito
- una compagna di Charles in "Chaplin" che gli grida per farsi sentire, con lui al pianoforte tutto immerso in una composizione per un film
- Molly protagonista femminile di "Ghost" che fa oscillare il barattolo di vetro con la monetina per poi farlo ruzzolare e infrangere per le scale.
Sto regredendo e non va bene. Buon 2018.
giovedì 28 dicembre 2017
Scoperte cinematografiche: il 2017 mi ha portato il grande Kim Ki-Duk
In questo universo cinematografico sempre più spaccato fra cine panettoni, fantascienza spesso becera, commediole all'acqua di rose e dall'altra parte cinema d'autore nudo e crudo, ho avuto la fortuna, anche tramite la lettura del blog del sempre mitico James Ford, di scoprire il regista sud coreano Kim Ki-Duk.

Mi è bastato il suo "Bad Guy" per invaghirmi delle sue tematiche e del suo stile asciutto e realistico, oltre che delle sue originalissime storie non facili da digerire, ma che lasciano tanti spunti di riflessione e tante emozioni dentro.
"Bad Guy" era incluso in una lista dei cinquanta migliori film asiatici degli ultimi tempi.

Una visione shock, un'illuminazione. Allora mi sono messa a cercare tutte le pellicole di KKD dall'inizio riuscendo a vedere "Crocodile", "The Birdcage Inn", "Real Fiction", "Indirizzo sconosciuto", "Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera", "La samaritana", "Ferro 3", "Soffio", "Arirang" e "Pietà".


Per ciascuno sudore freddo, emozione, tremore, suspence, mentre il mio innamoramento era sempre più forte. Non vedo l'ora di guardarmi "Moebius", che come in una favola avevo già adocchiato e mi ero procurata già qualche mese fa senza sapere che fosse anche lui di KKD.
In quasi tutte le storie di Kim ci sono conflitti o situazioni masochiste, è presente un personaggio che deve/vuole espiare una colpa o riscattarsi, ma anche uno che non parla mai (come anche in "Dolls" di Kitano) comunicando solo con gli occhi e la mimica; a volte le due figure coincidono. In "Ferro 3", Leone d'Argento a Venezia, i due protagonisti pronunciano complessivamente due frasi - scandite solo da lei peraltro.
Anche in "Bad Guy" il personaggio principale è un taciturno con una cicatrice sulla gola, ma verso la fine si scopre che potrebbe parlare seppure con voce deformata, quasi comica, cosa che non ha incidenza nella sostanza della storia per quel che ci ho capito.
Conflitti e masochismo si rispecchiano anche nella violenza come lotta per la sopravvivenza e nel modo di trattare il sesso, inquadrato spesso in prostituzione imposta o spontanea e in stupri minimalisti, appena drammatici e anche vagamente grotteschi (in "Crocodile", mentre il protagonista abusa della donna, il bambino lo morde in una natica), come atipici sono i corteggiamenti (l'apprendista asceta che ne fa di ogni per palpeggiare la ragazza in "Primavera, estate..."). C'è anche spazio per l'amore, malato e controverso come in "Crocodile", "Indirizzo sconosciuto", "Soffio", o romantico come in "Ferro 3", vera e propria apoteosi per me del romanticismo puro senza sdolcinatezze, retorica e forzature come non ho memoria di aver mai visto in altro lungometraggio.
Kim Ki-Duk è un regista molto prolifico, con una storia personale ricca di episodi che lo hanno arricchito di sentimenti e sensazioni defluite appunto nella sua opera: dal 1996 ha girato quasi un film all'anno che scriveva, montava e produceva per ricominciare, a ruota, fino ad alcuni accadimenti del 2008 che lo hanno fatto interrompere. Nel 2011 è uscito "Arirang", docufilm autobiografico in cui Kim ha spiegato la sua opera e la sua crisi per riprendere subito a lavorare più o meno come prima anzi meglio, più forte e rassicurato, girando in pochi mesi "Amen" che ahimè mi manca e l'incredibile "Pietà", Leone d'oro a Venezia, una vera bomba dove gli appassionati come me di questo grande autore si ritrovano in successione, dosati con maestria, senza forzature e con un incastro perfetto, tanti degli ingredienti dei film precedenti; non una scena di troppo o una battuta inutile, più un finale col botto da far accapponare la pelle e il cuore. Roba che anche i fan di Tarantino, inclusa me, difficilmente avranno provato altrettanto appena alzatisi dalla poltrona del cinema dopo aver visto "The hateful Eights".
Menomale che c'è il cinema a farmi conoscere buoni film e a volte buone persone anche solo sul web, perché dal vivo è uno sfracello :D
Mi è bastato il suo "Bad Guy" per invaghirmi delle sue tematiche e del suo stile asciutto e realistico, oltre che delle sue originalissime storie non facili da digerire, ma che lasciano tanti spunti di riflessione e tante emozioni dentro.
"Bad Guy" era incluso in una lista dei cinquanta migliori film asiatici degli ultimi tempi.
Una visione shock, un'illuminazione. Allora mi sono messa a cercare tutte le pellicole di KKD dall'inizio riuscendo a vedere "Crocodile", "The Birdcage Inn", "Real Fiction", "Indirizzo sconosciuto", "Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera", "La samaritana", "Ferro 3", "Soffio", "Arirang" e "Pietà".
Per ciascuno sudore freddo, emozione, tremore, suspence, mentre il mio innamoramento era sempre più forte. Non vedo l'ora di guardarmi "Moebius", che come in una favola avevo già adocchiato e mi ero procurata già qualche mese fa senza sapere che fosse anche lui di KKD.
In quasi tutte le storie di Kim ci sono conflitti o situazioni masochiste, è presente un personaggio che deve/vuole espiare una colpa o riscattarsi, ma anche uno che non parla mai (come anche in "Dolls" di Kitano) comunicando solo con gli occhi e la mimica; a volte le due figure coincidono. In "Ferro 3", Leone d'Argento a Venezia, i due protagonisti pronunciano complessivamente due frasi - scandite solo da lei peraltro.
Anche in "Bad Guy" il personaggio principale è un taciturno con una cicatrice sulla gola, ma verso la fine si scopre che potrebbe parlare seppure con voce deformata, quasi comica, cosa che non ha incidenza nella sostanza della storia per quel che ci ho capito.
Conflitti e masochismo si rispecchiano anche nella violenza come lotta per la sopravvivenza e nel modo di trattare il sesso, inquadrato spesso in prostituzione imposta o spontanea e in stupri minimalisti, appena drammatici e anche vagamente grotteschi (in "Crocodile", mentre il protagonista abusa della donna, il bambino lo morde in una natica), come atipici sono i corteggiamenti (l'apprendista asceta che ne fa di ogni per palpeggiare la ragazza in "Primavera, estate..."). C'è anche spazio per l'amore, malato e controverso come in "Crocodile", "Indirizzo sconosciuto", "Soffio", o romantico come in "Ferro 3", vera e propria apoteosi per me del romanticismo puro senza sdolcinatezze, retorica e forzature come non ho memoria di aver mai visto in altro lungometraggio.
Kim Ki-Duk è un regista molto prolifico, con una storia personale ricca di episodi che lo hanno arricchito di sentimenti e sensazioni defluite appunto nella sua opera: dal 1996 ha girato quasi un film all'anno che scriveva, montava e produceva per ricominciare, a ruota, fino ad alcuni accadimenti del 2008 che lo hanno fatto interrompere. Nel 2011 è uscito "Arirang", docufilm autobiografico in cui Kim ha spiegato la sua opera e la sua crisi per riprendere subito a lavorare più o meno come prima anzi meglio, più forte e rassicurato, girando in pochi mesi "Amen" che ahimè mi manca e l'incredibile "Pietà", Leone d'oro a Venezia, una vera bomba dove gli appassionati come me di questo grande autore si ritrovano in successione, dosati con maestria, senza forzature e con un incastro perfetto, tanti degli ingredienti dei film precedenti; non una scena di troppo o una battuta inutile, più un finale col botto da far accapponare la pelle e il cuore. Roba che anche i fan di Tarantino, inclusa me, difficilmente avranno provato altrettanto appena alzatisi dalla poltrona del cinema dopo aver visto "The hateful Eights".
Menomale che c'è il cinema a farmi conoscere buoni film e a volte buone persone anche solo sul web, perché dal vivo è uno sfracello :D
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