lunedì 8 gennaio 2018

Dieci frammenti di film che mi comunicano frustrazione

...e in cui ogni tanto mi rivedo.

Eccoli:

- in "Tootsie" quando il regista della soap opera grida alla troupe "Due a sinistra, tre a destra" con la diretta che sta degenerando

- in "Terminator 2" quando Sarah Connor ricarica il fucile a pompa ma ha finito le munizioni

- in "Wargames - giochi di guerra" il generale che dice "Che cosa non avrebbe senso?"

                                

- in "Erin Brocovich" quando lei vede degli scarafaggi in cucina

- il finale di "Uomini che odiano le donne" con Lisbeth che butta via il giubbotto di pelle che aveva fatto fare per Mikael, dopo averlo visto con Erika
                                   

- in "Apocalypto" la donna incinta e il bambino in fondo al pozzo, con l'acquazzone che scroscia su di loro

                                   

- il nonno di Titta in "Amarcord" perso davanti casa nella nebbia: "mi sembra di non stare in nessun posto"

                             


- in "Schindler's list" il bimbo nella latrina che si sente dire di andarsene ed alza gli occhi smarrito

                            

- una compagna di Charles in "Chaplin" che gli grida per farsi sentire, con lui al pianoforte tutto immerso in una composizione per un film

- Molly protagonista femminile di "Ghost" che fa oscillare il barattolo di vetro con la monetina per poi farlo ruzzolare e infrangere per le scale.

Sto regredendo e non va bene. Buon 2018.


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