SmokyIronman: "Che ne dici se dopodomani andiamo al centro commerciale di Arese?"
Vanessa (impallidisce, tossisce con sputazzi): "Cough cough.... Mmmhhh.... quello che è aperto la settimana scorsa?... Maaaahhh.... Non sapreeeei... aspettiamo che il polverone dei visitatori si sia placato un pooooo'..."
SmokyIronman: "Ma no, dai, partiamo presto, arriviamo presto, così cerchi quel vestito per il matrimonio di tua cugina..."
Vanessa: "Mhhhh okkkeeeeeei....Magari riusciamo ad entrare al Kentucky Fried Chicken..."
E certo, due volte.
Scherzo ovviamente. Perché le file chilometriche dell'inaugurazione si sono ripetute anche il 23 pomeriggio in un loop da film dell'orrore, roba che il tempo sembrava non scorrere mai. Ma tutta la nostra giornata è stata strana e surreale, nel secondo sabato di attività de "Il Centro" di Arese, nuovissimo super centro commerciale fra Rho Fiera e Milano ovest fra paradossi, stranezze e assurdità.
1a stazione - Preambolo
Definito il più grande d'Europa, cosa che obiettivamente mi suona strana, con duecento negozi fighi ed alcuni inediti in Italia come Primark (che già avevo visitato a Marsiglia) e Lego. Costruito in tempi record, ben attrezzato, fonte di lavoro per tante persone, spauracchio per la concorrenza, meta imperdibile per gli amanti dei centri commerciali, dei VIP, dei fashion blogger/ youtuber.
2a stazione - Uscita dall'autostrada e parcheggio
Venendo dal Piemùnt, varcato il Ticino e presa l'uscita per Malpensa, occhio a non prendere l'uscita 1 anziché la 1a: vi costerà 1,70 € e cinque minuti extra di tempo. Nessun problema per noi, invece, per trovare uno fra gli oltre 4400 posti macchina del mega parcheggio.
3a stazione - Primo impatto
Se anche non fosse il più grande d'Europa, è fra i più nuovi e appunto belli, moderni, avveniristici, con rifiniture, materiali, linee, ascensori e dettagli che ne riecheggiano altri già visti all'Expo. Alla prima occhiata panoramica sono rimasta a bocca aperta. In più, mappe del sito sia cartacee che interattive, a disposizione su maxischermi a portata di touch, con tanto di fotografi e cameraman al lavoro a documentare il flusso umano e monetario all'ora di punta.
4a stazione - Frendly in tutto: relax, family, pets....
Aree di sosta con panchine e poltrone a piena disposizione, anche in stile "cabina" con pareti laterali a garantire un minimo di privacy (quello che mi avrebbe fatto comodo quando mi sono concessa una merenda iper golosa); zona bambini da sogno, altro che i giocattoli dei negozi lì vicino, con attrezzi e strutture che anche molti maggiorenni avrebbero voluto sperimentare; bagni anche "per famiglie" con annessa iconina, spaziosi e ben equipaggiati; cani benvenuti e onnipresenti, con tanti toy portati fieramente al guinzaglio come in borse e passeggini ad hoc, ad allietare sguardo ed anima.... anche se personalmente vedere un rotweiler adulto ringhiare contro un giovane esemplare di carlino nero mi ha messo un pizzico di apprensione.
5a stazione - KFC ovvero il Kentucky Fried Chicken
Ore 13: oltre 20 metri esterni di fila.
Ore 17,25: oltre 20 m esterni di fila.
Ore 19: come prima.
Motivazioni più che sufficienti a farmi rinunciare alle amate Hot Wheels, divorate magno cum gaudio ad Amsterdam, Magaluff e Edinburgo e punta di diamante di questa nota catena di fast food tutta a base di pollo, che ho il piacere di conoscere già dalla fine degli anni '90 da un viaggio in Olanda coi miei genitori - e dal film "Major League". Anche perché è paradossale fare un'ora e passa di fila per un alimento che si consuma in due minuti e che contiene nutrienti effettivamente miseri ma calorie spropositate. E al di là dello sconcerto di Selvaggia Lucarelli di fronte alla maxicoda dell'inaugurazione proprio nel giorno del referedum boicottato, metto l'accento sul fatto che questo milanese non è il primo bensì il S-E-S-T-O (6°) KFC italiano dopo quelli, stranamente meno conosciuti ma neanche tanto pubblicizzati, di Brescia, Chieti, Genova, Roma e Torino. Questione di glamour???
6a stazione - Alfa Romeo d'epoca, vere icone
Una delle cose più belle è stata la carrellata di auto quasi tutte d'epoca, proprio a ridosso della zona ristorazione, provenienti dal museo storico Alfa Romeo di Arese: uno stuolo di bellezze tutte rosse ad eccezione di una super futuristica e degna del set di Star Trek classe 1971, la P33 Cuneo, bianca con rifiniture gialle ma soprattutto griffata Pininfarina!!! #laclassenonèacqua
7a stazione - Pranzo made in Emilia, caffè Illy
Eh si, abbiamo rinunciato al fast pollo ma non al pranzo, pur avendolo ordinato verso le 14,30. Escluso a priori il KFC e scartato a posteriori Il Birrificio nel mega mezzanino, abbiamo optato per la comodità, l'eleganza, l'ordine e soprattutto i tavolini assegnati dal personale di Dispensa Emilia. Per me un'insalata Mediterranea con tre tigelle e acqua naturale, deliziosa ma forse con un po' troppo olio per i miei parchi gusti; per il mio fidanzato tortelli al ragù con birra media. L'espresso inevitabilmente da Illy, dove ahimè non funzionava la macchina dell'Illycream e dove il cassiere fascinoso, alto, snello e dai begli occhi blu sembrava prelevato da un set fotografico.
8a stazione - Un Desigual meno pacchiano del solito
Passiamo davanti alla vetrina di Desigual, negozio in cui in genere entro sorridente e speranzosa ed esco affranta e un po' schifata, e rimango abbagliata da due sobri vestiti in vetrina con scollo a barca e manichine tagliate in diagonale, di cui uno nero con un mega fiore rosso fucsia insolitamente intonato. Provo sia questo che l'altro, taglia M ovviamente, ma ahimè gli orli sono troppo sopra il ginocchio e la stoffa sudorifera non va bene per un matrimonio di fine giugno. Ma finché è durato è stato bellissimo!!!
9a stazione - Tridente Victoria's Secret-Kiko-Disney Store
Forse perché c'è chi reputa noi donne dai 5 ai 60 anni tutte uguali in fondo in fondo, schiave del lusso come delle favole, strano ibrido fra angeli, diavolesse e principesse, obbligate ad essere sexy ma impossibilitate a crescere del tutto, gazze del consumismo attirate indifferentemente da pelouche, gloss e canottierine.....ne "Il Centro" questi tre negozi vengono l'uno dopo l'altro, belli adiacenti appiccicati, in un perverso commensalismo commerciale come per facilitare le visitatrici nell'acquisto di cosine belle, delicate, colorate, incantevoli e talora superflue.
10a stazione - Melting Pot, delirio e compulsione da Primark
Dopo le capatine da Terranova e Alcott, l'affaire Primark - anch'esso caratterizzato da file massicce sia al pian terreno che al primo. Ce la siamo cavata con neanche una decina di minuti d'attesa all'ingresso di sotto, passando attraverso un percorso tipo aeroporto e dove, negli ultimi 5 metri, ci hanno gentilmente muniti della super bag simil retina porta pesci per metterci gli acquisti, che prevedevamo numerosi. Entrati là, l'inferno: frotte di famiglie, coppie adulte e branchi di ragazzine o ragazzini di mille nazionalità a smistare e carpire capi ed oggetti da scaffali ormai disordinati stile esplosione, fra corridoi affollatissimi e sempre più stretti, con tanti articoli economici ma di dubbia qualità. In quel pandemonio meltingpottaro, abbiamo dovuto far tesoro del precedente a Marsiglia e centellinare la smania di far compere, concentrandoci su cose "necessarie". Ho provato invano delle ballerine argentate, ahimè improponibili per taglia. Ho evitato altre scarpe come anche jeans e costumi, troppo teen-dozzinali. Ho snobbato accessori e trucchi: futilità allo stato puro. Ho dribblato i pigiami: siamo pur sempre a fine aprile! In quello strano ibrido fra Woodstock e Porta Portese indoor, dove i camerini erano miraggi lontanissimi e le ragazzine si provavano scettiche giacche e camicie davanti ai mega specchi nei corridoi, spesso lasciando qualcosa per terra, il caldo e l'uggia si son fatti sentire presto. Il mio fidanzato ha sedato il suo crescente fastidio con due magliettine deliziose e dei calzini, mentre io ho scovato una spugna scrub e delle forcine mentre eravamo in fila alle casse, ovvero il punto migliore per guardare e scegliere con calma; ho anche preso last second una candela aromatizzata per mia suocera, un regalino dejavù che non potevo non rifarle.
11a stazione - Cannolo re degli sfizi, ma quei centrifugati.....
Usciti da Primark alle 17,21 accaldati e mezzi disidratati, non potevamo non tirare il fiato e riprendere pigolo con una sigaretta e un po' d'acqua. Ma poco dopo ho voluto/ dovuto concedermi una merenda degna di Melissa McCarthy: un bel cannolo siciliano con riccioli di cioccolato. Ne avevo adocchiati in almeno tre punti vendita differenti, preferendoli ad una più leggera macedonia o ad un più modajolo (ma allettante) centrifugato di frutta e verdura.
12a stazione - Tiger: non puoi non comprarci
Anche questa è una vecchia conoscenza milanese: un percorso obbligato a serpentone dove si può scegliere qualcosa fra cartoleria, casalinghi, oggettistica, trucchetti, candele, tisane e ammennicoli vari, tutti rigorosamente cheap ed invitanti. Siamo riusciti a spendere una ventina di euri in cose che non avevamo di già.
13a stazione - Uscita, benzina cheap ed una "lasciata"
Coi piedi dolenti, le gambe pesanti e le facce allucinate, alle 19 abbiamo inforcato definitivamente l'uscita dopo aver incrociato l'ultimo gregge di giovani fashionisti e l'ennesima coppia con annesso chiwawa color crema. Con la sottoscritta al volante, usciamo dal parcheggio strabuzzando per l'ultima volta gli occhi di fronte al mega distributore di benzina a 1,31€ al litro, con già una trentina di auto in attesa di rifornirsi low cost. Anche questa coda è stata evitata come la peste. Mi sentivo un po' come dopo Gardaland, ma più soddisfatta - anche perché non mi è caduto il cellulare nel wc. Unico accenno di rimpianto: non aver avuto la forza non solo fisica di fare una capatina al Lego Store.
14a stazione - Un consiglio personale, banalissimo
"Il Centro" è un'esperienza di vita, specie per chi abita come me in una città di medio-piccole dimensioni. Gli addetti ai lavori come anche i fashionisti, quelli che hanno voglia e danari da spendere, ma pure coloro che devono comprare una cosa in particolare, fanno più che bene a farci un salto anche in queste giornate caotiche, altrimenti possono aspettare tempi di maggiore quiete. E chissà se per i saldi ci ritroveremo di nuovo tutti qui a saltare meccanicamente da un brand all'altro, a dragare mensole e stand peggio di un cercatore d'oro e a barcamenarsi per riuscire ad ordinare da mangiare nel minor tempo possibile.
Ecco... io sto ancora aspettando perchè oltre le code da te elencate mi dovrei fare pure la tangenziale nord in direzione traffico... forse non lo vedrò mai perchè mi stanza solo il pensiero!
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