La mia gioia va soprattutto al Maestro italiano (anche se lo stesso Di Caprio, come altri artisti in gara, ha lontane origini tricolori), 86enne lucido e geniale, modesto e laborioso, che mi ha letteralmente trasportata e ipnotizzata col brano iniziale di "The Hateful Eight", con quelle lunghe inquadrature sul paesaggio innevato e sulla statua di Cristo a fare da cassa di risonanza a quelle note toccanti, più da film giallo o d'inchiesta che da western.
Tarantino, #santosubito, gli aveva fatto una corte lunga due anni per convincerlo a lavorare di nuovo con lui dopo "Django Unchained" e ai Golden Globe a gennaio fu lui a ritirarne il premio, lodandolo e definendolo come un Mozart ed un Beethoven dei nostri giorni.
Come mezzo mondo ormai saprà, per Morricone questa è la seconda statuetta dopo quella alla carriera nove anni fa: una rivincita oltre che vittoria, perché riconosce la sua superiorità rispetto agli altri candidati, non in generale per le sue opere passate che però ai tempi erano state snobbate - vedasi quella per "Mission".
Meno amara la situazione per Leonardo: tante volte snobbato pur con interpretazioni meritevoli, ma perlomeno battuto da degni colleghi e da degni lavori, ovvero Tommy Lee Jones per "Il fuggitivo", Matthew McConaughey per "Dallas Buyers Club"e anche Jamie Foxx per "Ray" e Forest Whitaker per "L'ultimo re di Scozia", questi ultimi due colored, tanto per riecheggiare il tremendo canovaccio su cui un pedante Chris Rock ha blaterato in lungo e in largo, in maniera un po' stucchevole, delle mancate nomination a vantaggio di afroamericani. Ma tornando a Di Caprio, se recitare per quasi tutto un film da solo sia in inglese sia in lingua pawnee con i disagi del freddo, della neve e di un set fra Canada e Argentina a buscarle da un orso, a uscire da una fossa e strisciare sulla neve con una gamba fratturata, a piangere un figlio morto ammazzato, a doversi cauterizzare una ferita sul collo, a mettere le mani ed il proprio corpo dentro animali di grossa taglia per nutrirsi e riscaldarsi, a darsi a fughe, cavalcate e infine combattimenti corpo a corpo non sarebbe bastato per sentirsi tributare come il migliore attore dell'ultima annata, allora davvero avrei gridato al complotto.
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