mercoledì 28 novembre 2018

Cani e padroni fastidiosi e un po' $tr0*#i

       



"Belli gli animaletti", recita una canzone divertentissima del romagnolo Duo Bucolico.
Confermo: è vero, belli, adorabili. Ma non tutti. Personalmente, mi riferisco in particolare ad alcuni cani, a causa ovviamente dei loro padroni. Ne ho avuto almeno dieci riprove in vita mia, quindi ho ahimè una parte di ragione.

Già a priori non mi piacciono molto i cani. Trovo alcune razze adorabili, veri gioielli della natura come tanti altri tipi di esemplari del regno animale: come non rimanere incantati dalla regalità del levriero, dalla simpatia del carlino, dalla spumosità del volpino di Pomerania, dall'elettricità del jack russel? Ma non amo tutti i cani indistintamente, né vengo conquistata dal loro sguardo, dal loro scodinzolio.
La morte di Marley, dopo una lunga vita di allegria e affetto, non mi ha commossa, no!

Come per gli uomini e le donne, il problema sono i bastardi o i meticci maleducati: quadrupedi né carne né pesce che se la sorte affianca loro un padrone che come essere umano non vale le cicche di sigarette che butta sotto al tavolino, allora si che sono delle chiaviche e che stanno al concetto "il cane è il miglior amico dell'uomo" come Lady Gaga in "Bad Romance" sta al passare inosservate. O Ugo Foscolo sta alla meccanica quantistica. O Ambrogio Lorenzetti sta all'architettura concettuale.

Si diceva, il miglior amico dell'uomo... si, per l'uomo che se lo piglia appresso per soffocare la sua solitudine di scapolo che vive con mammà e soddisfare il suo bisogno di compagnia spicciola, obbediente e muta... ma per molti altri quello stesso canide sarà solo una rottura di p@ll€, un ammasso di peli cascanti a volte "divertente!!" e "buffo!!", a volte ostile e di fatto sempre potenzialmente pericoloso.

Agli estranei che passano mezz'ora a casa del suo "caro" padrone, che lo trascura e gli fa fare le sgambatine proprio il minimo indispensabile, il quadrupede si imporrà pesantemente, vorrà "essere coccolato", vorrà "attenzioni", vorrà proprio il biscotto che l'incauto ospite sta cercando di mangiare col the offertogli, ma se poco dopo lo stesso ospite, dopo aver porto quel biscotto, "ma anche un altro, piccolino!", si avvicina ad un mobile nella stanza del padrone con il canide là dentro nella sua cuccia, ecco che si ritrova bersaglio di ringhiate tutt'altro che benevole, senza neanche aver messo piede nella stanza. "Non ti fa niente", no certo, perché l'ospite si adatta e fa in modo che non accada niente e no, non è la stessa cosa.

Nella natura leccascodella e "ipocrita" di queste bestie, spesso vale la proprietà commutativa: prima abbaiare e ringhiare all'ospite benché accolto affettuosamente dai padroni di casa, poi le richieste lagnose/ringhiose - a volte anche bavose - di commestibile.

Non meno incoraggiante pensare che, uscendo di fretta dall'abitazione di quel funesto binomio uomo-cane, ci si possa imbattere in un'evacuazione solida prodotta dallo stesso quadrupede non raccolta dal medesimo bipede.


La morale, come direbbe un blogger che ahimè da quando convive non posta più? Due!

Diversi cani non sono il miglior "amico" dell'uomo, ma di uno soltanto: si continui pure col vecchio luogo comune, ma si rammenti la verità!

Certi uomini dovrebbero tenere in casa giusto i ragni negli angoli delle stanze e le mosche in cucina perchè non meritano nient'altro, tantomeno un cane.

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