Una delle cose che più mi manda il delirio è il buon cinema, anche se qui ne parlo poco e non molto bene.
Decine e decine di volte in vita mia mi sono emozionata nel sapere della prossima uscita nelle sale italiane di una pellicola che mi interessava e di cui avevo sentito dire - spesso mi bastava sapere che era uscito l'ultimo lavoro del tale regista o che c'era un film X che affrontava una certa tematica e subito l'ossitocina entrava in circolo.
Sfidando il corrosivo sarcasmo dei miei familiari, negli ultimi anni sono andata, anche nel weekend, al cinema a vedere, sola soletta, "Millennium - Uomini che odiano le donne", "Bastardi senza gloria" e, a settembre, "Bling ring"....e avrei preso il muro a testate altre volte in cui invece non ho potuto farlo.
Poco fa stavo guardando un telegiornale e mi è apparso, fulmineo ma riconoscibilissimo, il trailer di "Lovelace", di cui avevo letto qualcosa circa un anno fa. Si, finalmente sta uscendo in Italia.
Il titolo allude al cognome (d'arte, se ben ricordo) di Linda, attrice porno divenuta famosa in mezzo mondo nel 1972 per la pellicola hard divenuta di culto "Gola profonda", uno dei più noti film a luci rosse della storia del cinema (c'è da dire che dalla fine degli anni '60 è incredibile quanto il cinema si sia mosso in generi e sottogeneri nuovi: pensiamo al caso dell'italiano ario Bava e i suoi horror!), e ripercorre appunto la vita della suddetta.
Attenzione: nel prossimo paragrafo accennerò al contenuto del film, quindi si astengano dalla lettura coloro che non vorranno avere nessuna anticipazione a riguardo.
Detto così, chi legge può sentirsi legittimato a pensare "wow, un film su una pornostar, ergo scene zozze, tette, culi, vagine, orge, copule e perversioni a gogo!". E invece dubito che sia così, anche perché altrimenti una simile pellicola non potrebbe girare tranquilla di nazione in nazione, di sala in sala, per evidenti problemi di censura, che già ne ha avuti in parte.
Se poi si conosce "Wonderland - Massacro a Hollywood" del 2003, si capisce ancora meglio di cosa si sta sta parlando in questo post dal titolo in parte tendenzioso.
"Lovelace" è una vera biografia, seria e documentata, su una donna impelagatasi da giovanissima in un mondo solo apparentemente figo e divertente, moderno e trasgressivo, incastrata in un matrimonio contratto forse troppo velocemente e ingenuamente con un marito-padrone violento che l'ha fatta entrare - e restare per anni - nel mondo dell'hard, con tutti i suoi risvolti psicologici e materiali in gran parte cruenti, traumatici e destabilizzanti. Girare scene di sesso anche spinto era solo la parte più indorata e pubblicizzata della vita di Linda, che per anni è stata un piccolo inferno di maltrattamenti, costrizioni, ricatti morali, violenze e sensi di colpa, da cui è uscita in età matura.
Da quel che lessi l'anno scorso, a Linda non piaceva particolarmente l'idea di fare l'attrice hard né lo diventò per curiosità o indole (Rocco Siffredi ad esempio al Chiambretti Night raccontò che già a 13 anni era già pronto per fare il pornoattore), anzi. Lei iniziò a fare questo lavoro in parte plagiata dal marito e dal produttore, poi palesemente costretta, ormai bloccata in un vicolo cieco, troppo giovane e sola in un mondo e in un meccanismo economico di cui non controllava niente e in cui era solo un oggetto (ab)usato per fare soldi.
Se poi Linda avrebbe potuto evitare tutto questo, lo dirà il film, anche se non è il tema fondamentale della storia. Mi piace pensare e constatare che ci siano registi e sceneggiatori che diffondono anche storie particolari come questa, perché ci ricordano che la realtà e la verità, in qualsiasi situazione, per qualsiasi persona, sono sempre più sfaccettate di quanto si possa immaginare.
Già i film porno sono un'alienazione della realtà, se poi ci mettiamo che pure l'attrice era costretta, beh... un dramma nel dramma.
RispondiElimina"Sfidando il corrosivo sarcasmo dei miei familiari, negli ultimi anni sono andata, anche nel weekend, al cinema a vedere, sola soletta"...eeeeehm mi sento presa in causa...io AMO andare al cinema da sola! O forse ho cominciato a farmelo piacere quando non ho più avuto nessuno con cui andarci, ahah! Anche se ci vado molto di rado, non disdegno una capatina al cinema del mio paesino piccino da sola...sala quasi sempre vuota (a parte per il tipico stronzo di turno alto 2 metri che si siede davanti a me), pausa sigaretta senza dover parlare, nessuno di fianco che mi commenta le scene del film (non sono sorda o cieca, grazie)...sì ogni tanto mi fa sentire un po' sfigatella, ma è uno dei tipici momenti di puro relax che mi concedo un paio di volte l'anno (a seconda di quel che c'è da vedere)!
RispondiElimina... e soprattutto, nessuno di fianco a me che si scofana popcorn e cocacola con rumori lesivi della quiete mentale e pubblica!
@ Airbag, giusto! E se oggi una porno diva e' trattata con una certa considerazione, per non dire di più, quelle degli anni '70 devono aver pagato caro il pionierismo nel mondo dell'hard.
RispondiElimina@ Jo, un pelino di sfilataggine, ma giusto un pelino appunto, in realtà considero andare al cinema da sole come un piccolo atto di forza, oltre che una cosa ganza, proprio per la completa indipendenza della situazione!!