Non c'è niente di meglio che una serata iniziata per un verso e finita in un altro. Ovvero il mio ultimo venerdì sera, in cui sono stata invitata ad una cena di fine bilancio da una società per cui ho fatto dei lavori. Ritrovo ore 20 in un ristorante di medio lusso in un residence con piscina, per aperitivo e cena: tutto molto elegante, ma dall'aria noiosa e impostata. "Evvai, tanto sono pure stanca", mi dico, un po' scoraggiata. La società però ha diversi dipendenti giovani più o meno miei coetanei, con qualche fidanzata e moglie. Ne conosco di vista un paio, ma mi ritrovo a scherzare discretamente con altri due un po' più socievoli ma molto gentili e ospitali. A cena siedo accanto proprio a quello più estroso, che mi promette che mi farà ubriacare e infatti mi offre del vino bianco, che io purtroppo non posso fare a meno di annacquare. Dopo un antipasto, un primo e un secondo tutti di pesce, una macedonia e una torta, il gruppo dei più modaioli decide di andare alla discoteca vicina, molto chic. Per mia somma gioia vengo invitata anche io, e inizio a maledirmi per essermi vestita semplicissima, con appena un ciondolino d'argento e una maglietta firmata a darmi un po' di tono, zero profumo, zero trucco e zero tacchi - insomma una tedesca ripulita. Mi lascio trasportare in quel tempio di musica, allegria e snobismo. Dopo un primo iniziale imbarazzo, in cui sembravo un oggetto di arredamento, tutto è diventato più automatico e coinvolgente grazie ai due giri di bevute alcoliche. Un po' di rum e coca mi hanno dato la giusta spinta per godermi in pieno la nottata. Prima qualche chiacchiera e battuta con altri conoscenti lì incontrati per caso; addirittura rivedo un ragazzo che mesi addietro, in un'altra discoteca, mi aveva chiesto in prestito la digitale e me l'aveva ridata con due piccole ammaccature vicino allo sportellino della batteria: ne approfitto per percularlo e "sgridarlo" un po', ma anche per scherzarci e farlo ridere di gusto. Poi alcune foto da hi-phones nuovi di pacca che mi vedono come protagonista: i due soliti, quelli più pazzerelli e scatenati, che mi cingono in vita, uno da un lato e uno da un altro stile panino, e io nel mezzo a fare la salsiccia e a fare mossette e sorrisini nemmeno avessi avuto sedici anni.
(foto da rivieracool.it, che suggerisce lo schema con difesa a tre in cui ho ricoperto, con abbigliamento assai più coprente ma con altrettanto gaudio, il ruolo centrale)
Applausi e coretti dagli altri maschi del gruppo. Ho avuto il coraggio di dirmi "Qui devo stare attenta a quanto bevo", pur sapendo che era tutto sotto controllo, d'altronde mi hanno solo tastato schiena e girovita (e addominali laterali, ahimè poco allenati). Il secondo atto è stata l'oretta in pista, allo scoccare delle tre: quando uno stormo di fighe d'oro tutte trucco e tacco 12 abbandonavano indifferenti la discoteca, io mi sono movimentata e divertita ancor di più. Ho ballettato senza strafare a fianco dei miei gaudenti accompagnatori, ho canticchiato Hello e Hang Over, ho accettato col sorriso l'invito a ballare di uno di un'altra comitiva e infine ho chiuso con due lenti, ballati col più giovane e anche più imbranato della "mia" comitiva. Insomma, ho fatto un po' la ragazza jolly, ma senza scadere troppo nel cattivo gusto, e sono tornata a casa alle prime luci dell'alba. Ma dopo due mesi di clausura mi ci voleva davvero. E io che volevo andar via prima dei dolci!
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