http://www.amoremiao.it/1281-gattino-quasi-morto-per-aver-seguito-una-dieta-vegana/
ed eccomi a dire la mia sulla fede/dieta vegan.
Chi segue questa corrente dice in sintesi di amare gli animali e non volerli mangiare (e quindi anche indossare indumenti di pelle o usare oggetti di cuoio), ma anche che la carne in commercio non è effettivamente del tutto sana oltre che costosa, soprattutto durante la fase di "produzione"; c'è chi specifica, come la mia ventenne conoscente amica (quella del regalo di novembre) o come una blogger che leggo saltuariamente, di non aver mai amato molto il gusto della carne, quindi aderire al veganismo è stata una scelta automatica. Altri, come Red Ronnie, hanno dichiarato di aver eliminato le carni per prova, ottenendo sin da subito molti benefici e quindi di aver chiuso il cerchio evitando anche i derivati animali.
Fin qui non ho molto da ridire: se c'è un motivo razionale o spontaneo, benissimo. A non piacermi è l'assolutismo - con punte di fanatismo e assurdità, con toni politicizzati -, il totalitarismo, la macchinosità, la programmazione di certi vegani. Dico "certi" perchè ovviamente non tutti saranno estremisti come i tizi di Melbourne che hanno presentato verdure e chissà cos'altro ad un animale carnivoro e cacciatore per antonomasia come il gatto. Ho conosciuto anche persone semivegetariane, ovvero che mangiavano pesce oppure solo carni bianche, e altre latto-ovo-vegetariane, come altre ancora che si sono adattate ad una dieta vegan gradualmente, immaginando l'impatto non per forza positivo che avrebbe avuto sul loro organismo. Red Ronnie stesso, passando la sua dieta ai propri figli, ha dichiarato di aver fatto un'eccezione permettendo loro di mangiare gelati e merendine al latte. Tutti questi sono begli esempi di persone aperte ai cambiamenti ma anche disponibili al confronto e al dialogo, che non rizzano il pelo di fronte all'amante della fiorentina o al fan della pizza quattro formaggi. Ma ho ahimè letto anche di fanatici che mettono avanti come somma giustificazione la natura intimamente erbivora dell'uomo (ma non siamo ormai da millenni onnivori??? Sicuri che, in fatto di proteine, ad ossa, sangue e muscoli vadano bene decenni di seitan, soia, tofu e legumi?), altri che auspicano sul web un mondo vegan al 100%, senza caccia, in cui rientra anche la futura estinzione totale del genere umano, violento e carnivoro, o di gruppi vegan che hanno fatto affiggere in alcune città italiane provocanti cartelloni con scritto "Chi mangi oggi?" con un neonato confezionato e invaschettato come un petto di tacchino, come se volessero cercare lo scontro o dovessero per forza esagerare per farsi sentire o per accollarsi la ragione e additare gli altri di essere in torto* - mangi pollo, maiale, coniglio e bovini? E' come se mangiassi tuo figlio!
Quest'altro cartellone, tra l'altro molto carino, coinvolge gli animali:
Molto semplicisticamente, a questo punto mi viene in mente uno sketch di Maurizio Battista su uno scambio di battute con un vegan, che diceva più o meno così: "perchè mangi carne, che ti hanno fatto polli, maiali e conigli?", " e perchè, a te mo' che t'ha fatto 'a lattuga?". Poi mi fa storcere la bocca questa mania dei vegani estremisti di predicare e convertire chi non la pensa come loro, come fosse una religione, un partito. Se a me piace X me lo tengo per me finché non capita di parlarne, senza condannare chi ama Y.
Tornando all'articolo, tra i commentatori c'è anche chi molto correttamente accenna all'esistenza di cibi vegan per animali, che garantiscono proteine e nutrienti adatti a loro e che di sicuro avrebbero evitato il collasso al gattino in questione....però in generale non mi sembra bello decidere per il proprio amico a quattro zampe anche per la sua dieta: già li costringiamo spesso in appartamenti mai abbastanza comodi per loro, reprimendoli in tante loro attività fisiche indispensabili, ma anche piegandoli inevitabilmente al nostro stile di vita, ai nostri orari, ai nostri odori...
Chissà come avranno ragionato i tizi australiani, che per rispetto al genere animale intero, ne hanno messo un esemplare in pericolo di vita, quello che pur generosamente avevano preso con loro in casa: "Non mangiamo animali perché li amiamo, perché chi li uccide e mangia è un violento e un assassino...e il nostro gattino fa come noi...oh, ma che succede....non respira bene...sta collassando? Non può essere stata la soia cagliata, è fresca di stamani...".
Chi mi legge, conosce la mia filosofia alimentare: di tutto un po'. In tempo di dieta dimagrante, aumento le insalate e riduco salumi e dolci. Mi piacciono sia la carne che la verdura, ma ovviamente all'interno di questi due insiemi ci sono delle eccezioni: evito funghi e carciofi perché in bocca mi sembrano l'uno poltiglia e l'altro legno, ma giro alla larga da certi salumi troppo grassi e dalle bistecche troppo grosse: mi rimandano all'eventuale fatica che farei a masticarle! E tengo a precisare che più volte ho provato a mischiare il cibo per gatti del mio amato gattone nero con riso o pasta, come gli ho offerto varie volte verdure e formaggi, per vedere di dargli un po' di carboidrati, fibre e calcio.
Gioiamo comunque che qui in Europa non abbiamo il cibo eccessivamente trattato come negli Stati Uniti, dove (oltre a mettere zuccheri complessi anche nei dentifrici e nelle aspirine!) non a caso hanno un tasso di obesità molto elevato e sottoalimentazione e malnutrizione a livelli preoccupanti, quindi non saranno una capatina da Mc Donald's ogni semestre o qualche gelato o merendina con grassi idrogenati a mandarci in tilt l'organismo, ma certo se un po' tutti noi "non vegani" mangiassimo meno carne e più minestre, meno formaggi e più insalate, e se le grandi aziende alimentari riducessero gradualmente l'allevamento di animali da carne come la produzione di certi alimenti surgelati, sono sicura che sarebbe un mondo almeno apparentemente più equilibrato. Il problema per quest'ultima questione è che siamo anche parte di un ingranaggio perverso, in un pianeta sempre più affollato, con un divario sempre più sconfortante tra chi possiede in abbondanza soldi, acqua, cibo ed energie e chi invece si deve accontentare degli scarti.
*situazione simile a quella in cui un mio cugino non tatuato, scovando sul braccio di mia cugina FS un pezzo del suo bellissimo disegnino sottopelle, si sentì autorizzato ad aprire una cosa a metà tra filippica e ramanzina, per cui lui non si tatuava perché sua madre e suo padre li amava col cuore senza bisogno di "scarabocchiarseli" addosso.
Solo a caricare le foto alimentari presenti in questo post mi è venuta l'acquolina in bocca...e quando tra un mese andrò a trovare la mia amica vegana in Puglia assaggerò qualsiasi cosa che cucineranno lei e sua madre :))
Sono totalmente d'accordo con te. Sono anche convinta che non si debba esagerare con la carne, ma quella volta.che mi faccio la scaloppina al marsala me la voglio godere XD
RispondiEliminaBella :* grazie per il tuo commento!
RispondiEliminaScaloppine? Di recente ne ho mangiate al limone e alla sorrentina, con mozzarella e salsa di pomodoro: due delizie!
Passo da questo blog e leggo il tuo post, e quindi commento perché ho un esperienza opposta da portare. :D
RispondiEliminaSai che a me è successo sempre l'inverso? Sono stata vegetariana per un paio d'anni, e vegana per qualche mese. Poi ho smesso per questioni organizzative relative ad un lavoro in terra nordica d'oltreconfine, dove non c'è la varietà di verdure e legumi che c'è in Italia, e non ho più ripreso ad esserlo davvero perché ogni tanto mangio pesce, e ogni tre mesi circa la carne.
Comunque, dicevo, nel periodo in cui sono stata vegetariana, mi sono trovata a mangiare con persone che mi guardavano nel piatto in preda alla frenesia da caccia alle streghe, dicendomi "Ma che è, sei vegetariana?" Alle mie risposte affermativa li vedevo storcere il naso con quell'aria di supponenza arrogante e dirmi "Ma come, studi medicina, lo sai che hai bisogno anche della carne!"
Giuro che alla fine non lo raccontavo più a nessuno che ero vegetariana. Mi toccava vedere amici che conosco bene avere un'animosità esagerata nei miei confronti senza che io dicessi loro niente. Non mi sono neanche mai permessa di dire che dovrebbero farlo anche loro perché fa bene alla salute.
Io penso che da entrambe le parti si scatenino ostilità perché il cibo è condivisione, un rito sociale a cui prendiamo parte oltre che per nutrirci, per consolidare i legami che abbiamo con chi è nella nostra vita. Prendere parte a questo rito e dire "però io non mangio come te" ci rende automaticamente dei sabotatori agli occhi di chi abbiamo di fronte. E partono le ingiurie.
In ogni caso, per me rinunciare alla carne è stato automatico nel periodo in cui studiavo anatomia: giuro che poi tornavo a casa e al pensiero di vedere una fettina di vitello o eviscerare una trota mi saliva una nausea tremenda. Eppure ero una da bistecca di cavallo al sangue (devo ricordare di non dire troppo in giro che ho mangiato cavallo con gusto nella mia vita, perché anche questo è un comportamento ingiuriato finanche dagli onnivori :D ). Quando poi ho ripreso a mangiarla, dato che non andavo in sala settoria da un po', ho avuto meno difficoltà. E capisco che sia difficile rinunciarci per molti, perché a me la carne piace. Ma a piccole dosi, ormai.
Anche a me non piacciono gli estremismi... Per salute e per gusto io non posso fare a meno della carne se no letteralmente non sto in piedi e , gravidanza a parte, più è al sangue meglio è.
RispondiEliminaLa mia scelta cade quindi almeno sul rispetto con cui questi animai vengono allevati e trattati, oltre che alimentati e nel limite delle nostre possibilità economiche cerchiamo carni e derivati (uova e latte) di animali allevati a terra, che abbiano razzolato o pascolato felici.
Anche io ho trovato resistenza da parte di vegani convinti... ma se i vegerariani li capisco perchè gli animali sono animali rifiutarsi di mangiare i derivati anche se gli animali sono trattati con rispetto non lo capisco proprio e nessuno ancora mi ha dato ragioni valide...
La maggior parte delle volte si arrabbiano e basta... ma non dovrebbero essere più tranquilli?
Bimbe, scusate il maxiritardo nel rispondervi....
RispondiElimina@ G., intanto benvenuta :) Hai detto benissimo: il cibo è condivisione ed alimentarsi in maniera personalizzata fa storcere occhi e bocca. In effetti in partenza erano i vegetariani ad esser visti male, ma non si può mai dire se la situazione si sia totalmente invertita. Diciamo che qualcuno ostile a qualcun altro c'è sempre! Personalmente ho fatto più scalpore solo con il mangiare poco almeno fino ai miei 22 anni, poi lo stomaco mi è diventato più accogliente ma già se mangio meno pasta e pane di altri passo per mezza pazza...
@ Manuki, bellissima, condivido il 90% del tuo commento, specie per la parte sui derivati animali. Per quelli, la mia amica vegana ha detto di astenersi dal mangiarli perché disgustata dai mezzi violenti e sfruttatori e soprattutto innaturali con cui troppi animali vengono trattati negli allevamenti....ma si rifiuta di prendere qualche gallina da mettere nel suo cortile dietro casa. Mi viene da pensare che anche molte donne, molti bambini e molti anziani vengono maltrattati (ma tutte le "categorie" di persone fanno registrare maltrattamenti e abusi, ahimè) ma se tutti applicassimo i motivi etici di molti vegani cosa faremmo, smetteremmo di avere fidanzati maschi per dare contro al femminicidio, o smetteremmo di affidare i nonni alle case di riposo o di fidarci di infermieri e OS o smetteremo di mandare i bambini nelle colonie o nei campeggi perché si sono registrati stupri e maltrattamenti??? Allora smettiamo di andare a scuola e all'università per la violenza psicologica, lo stress inflitto e i danni procurati da molti professori??Ahimè la violenza è tutta attorno a noi, non vedo perché rivoluzionare il proprio modo di mangiare come protesta o gesto morale verso alcune specie animali, semmai dovremmo passare all'azione con gesti mirati....