giovedì 4 febbraio 2021

Non così brutto - le cose che salvo dal mio 2020

 Non faccio bilanci né buoni propositi, il passato è passato e il futuro esiste e non esiste - e comunque per esperienza viva la scaramanzia.

Ma nel mio 2020, l'anno della pandemia, devo riconoscere per onestà qualcosa di buono, perché no? D'altronde sono stata fra i fortunati ad essere caduti in piedi, subendo alcune lievi negatività e trovando il modo di cavarmela senza grosse ferite e ancora un minimo di entusiasmo.

Ecco quindi alcune cose, in ordine sparso, che salvo dal mio 2020:

- sono venuti a mancare un artista, uno scrittore e un compositore che mi piacevano molto oltre al mio regista e modella anni '90 preferiti, ma nessuno dei miei familiari ha avuto anche solo i sintomi della terribile malattia

ho donato il sangue senza complicazioni di nessun tipo

- in un panorama calcistico stravolto, è stato bello non assistere alle solite patetiche scene di violenza e inciviltà che avvengono negli stadi o nei centri storici italiani con ultras europei che vandaleggiano impuniti

ho ripreso a leggere un libro dopo l'altro, spaziando dai classici ai contemporanei

- ho avuto cinque offerte di lavoro fra stagionale, temporaneo e al nero, del tutto spontanee e tutte accettate. Tre mansioni si sono interrotte subito e una si è insabbiata prima ancora di iniziare, ma va beh

- fra maggio e luglio sono riuscita a sopportare la versione gonfia e ingrassata di me stessa (causa "sensibilità" a farine raffinate e latticini freschi e un breve scompenso ormonale), roba da far fatica a vestirmi, trovando la forza di mettermi in costume e stare in spiaggia senza troppe paranoie

- ho visto molti buoni film in televisione senza cedere ad abbonamenti extra

- ho appurato di avere una discreta dose di pazienza anzi no, resilienza, che va tanto di moda, ma anche di saper coabitare 24/7 col mio fidanzato senza liti, bestemmie o insofferenze

- ho dato ma soprattutto avuto dimostrazioni di vera amicizia


venerdì 25 dicembre 2020

Che a natale siate sani, sereni e liberi di mangiare

 Con tutte le cose che avrei da dire, nel giorno di natale trovo il lampo creativo e vi dico: siate sani, sereni e liberi di mangiare.

Sani perché sulla salute non si scherza, non si fanno neanche i malauguri - meglio allora cose come corna, pavimenti che si rompono, gatti e cani che distruggono tutto... ma la salute è intoccabile! In più quest'anno c'è il Covid-19 con le sue varianti, quindi è un motivo in più per sperare che tutti stiano al meglio.

Sereni perché se non c'è tranquillità mentale allora ciaone, bisogna imparare di nuovo ad essere più lenti, più pazienti, più spartani e più sgombri di testa e animo. Se invece fisicamente avete qualche chilo in più non temete, prima o poi rimedierete anche a quello soprattutto se sarete il più sereni possibili. 

Liberi di mangiare perché dopo un anno di sofferenze e morti extra - non dimentichiamoci tutti gli altri mali terribili che imperversano in questo povero sfruttato pianeta! - direi che abbiamo tutti problemi più gravi di una o due taglie in più, no? E che farsi dilemmi esistenzialistici proprio a natale, visto che almeno chi ha i nonni vicini può accoglierli e avere un pranzo quasi normale, direi che è abbastanza stupido. 

Mangiate senza abbuffarvi ma soprattutto senza paranoie. Concedetevi quelle leccornie che chissà perché in molti vi risparmiate per troppe volte nel corso dell'anno solare, arrivando al pasto natalizio famelici di fronte a piatti reperibilissimi come tortelli o fettuccine al sugo. Gustatevi gli antipasti come i dolci, i primi come i secondi. Ma se prima ancora di sedervi a tavola dovete iniziare a perder tempo con conteggi di calorie, pesate preventive, computo della grandezza di fette e porzioni allora rimanete a letto, chiudetevi in camera al buio a tartassarvi dai morsi della fame, perché è quello che vi meritate. Se però un lampo di buonsenso vi dovesse illuminare la materia grigia, alzatevi e sedetevi a tavola, mangiando a sazietà (non come se fosse l'ultimo pasto! La vita continua!) e gustandovi anche la compagnia, con un po' di impegno e filosofia perché dai, neanche voi siete sempre perfetti, simpatici e gradevoli.

Ma basta demonizzare il buon cibo, proprio quando questo rappresenta dono e condivisione, famiglia e tradizioni.

domenica 11 ottobre 2020

sabato 3 ottobre 2020

...allora preferisco essere grassoccia - e obiettiva

 Per me possono anche fare digiuno completo, sono affari loro! Siamo tutte adulte fatte e rifatte anche se ci vestiamo a volte un po' troppo gggiovani - purtroppo un vizio che sta dilagando in ogni fascia di età.

Solo, non capisco perché se loro fanno "X" ed io "opposto di X", fanno facce stravolte dallo stupore e dallo smarrimento mentre io dico loro rilassata ok, benone. Eh no, qualcosa non mi torna.

Già ero io quella stramba per qualche ciocca di capelli verdi, per fare da anni smartworking con tutte le eccentricità del caso, per la mia scarsa urgenza nel depilarmi.

Ma per il fatto di comportarmi esattamente il contrario di loro all'aperitivo e a tavola ecco che si, sono davvero un alieno perché ahimè, fra donne spesso e volentieri si continua a parlare e inquadrare le persone per come e quanto mangiano - e più segretamente con un occhio alla massa fisica - più che di viaggi, cinema, libri, episodi buffi.

Mi scusino se alle 12,30 a digiuno non mi va di bere vino frizzante né mangiare patatine in sacchetto e noccioline salate! Mi perdonino se, assetata, preferisco il succo d'ananas! O se - peggio - a pranzo ordino e mangio tutto un piatto di pasta al pomodoro, finendo pure un contorno di verdure ("Non è come noi, lei mangia" "Ah se vuoi rimpinzarti di carboidrati fai pure" "Non ti piacciono le Pringles??? Ma le hai assaggiate almeno?.... Si?? Sicuraaa?"). E no, se portano un vassoio di patatine fritte il mio istinto non è prenderne, per me si potevano anche non ordinare. E se a pranzo prendessi del pollo senza neanche finirlo, abbaierei dalla fame fino a cena.

Ma loro due, quel giorno assolato inguantate nella stessa marca di vestitini, magre come coltellini da non arrivare a cento chili in due (ed io sono 53 scarsi dopo un mese e mezzo di lavoro stagionale, obiettivamente normale ma grossa rispetto a loro) non mi convincono. Io dico che c'è qualcosa che non va, qualcosa di innaturale e poco sano. E di certo non sanno quello che fanno, perché dubito fortemente che abbiano letto gli stessi libri di alimentazione che ho letto io su consiglio del mio medico dietista. Preferisco mangiare sano e quasi abbondante che poco e male, anche a costo di sembrare grassoccia ai loro occhi.

martedì 25 agosto 2020

L'importante era combattere, giusto?

Eh appunto. Combattere. Fare anche passi da formica ma sforzarsi, muoversi, a costo di girare in tondo. Come nel film "Cube", no? Dove - MEZZO SPOILER!!! - i protagonisti scoprono di essere finiti in un punto in cui sarebbero capitati anche solo aspettando, ma chi ne sarebbe stato capace?

Combattere resistendo alla reclusione forzata da pandemia, all'alienazione conseguente, alla lontananza da familiari e amici - sopportando il minor lavoro, lo stipendio ridotto, l'aumento di peso da eccesso di liquidi.

Tollerando la sfiga di un mancato lavoro che ci stava proprio a pennello e a settembre invece chissà... Digerendo a forza il mancato lavoro stagionale full, con possibilità poi di chiedere la disoccupazione.

Rassegnandosi ad un'estate di incognite, che però si è risolta fra giugno e luglio con due viaggetti in famiglia, intervallati da cinque giorni di vacanza in una località balneare abruzzese con quattro amici da baci - fra cui i due adorati della squisita vacanza nell'amato Salento.

Sempre nel mezzo, la seconda donazione di sangue della mia vita, che mi facevo mancare qualcosa?

Finalmente a luglio un po' di sole per bene in Abruzzo, dopo il mio cosiddetto trekking balneare sulle spiagge riminesi a camminare anche due ore sul bagnasciuga e attivare la circolazione - pelle a buccia d'arancia, non possiamo separarci un pochino???

In famiglia ci è scappata anche una giornata in una zona termale piccola ma di media bellezza, a rosolare al sole e fra acque sulfuree con la generosa adorabile suocera - che offre anche un bel pranzetto healthy.

Tornata in Romagna, la telefonata che cambia ulteriormente il mio quotidiano, sottraendomi ad un loop bello ma privo di soldi e potenzialmente deviante fatto di letture, mare e concertini: una proposta di lavoro per agosto in un albergo degli stessi capi e coi medesimi colleghi dell'anno scorso. Colazioni e pulizie passando dal delirio della Notte Rosa a quello di Ferragosto, più gli ultimi abbagli di estate: pesante, si, ma come rifiutare?

Ed ecco che le mie giornate sono di nuovo piene e produttive, anche se faticose e sempre più doloranti per le mie povere estremità.

Un'estate variegata più che mai la mia, forse con poco senso, disconnessa, improvvisata, insolita - prima il piacere e poi il super dovere!!! - ma va bene così. Posso dire che non mi sta mancando quasi niente. E che per fortuna ho ancora voglia di incrociare i guantoni.

martedì 9 giugno 2020

Beati voi che gioite

Beati voi che gioite o piangete, perché a me rimane tutto incastrato in gola

Beati coloro che riescono a voltare pagina, ad uscire, ad uscirne, perché io non faccio che girare in tondo

Beati coloro che dimenticano, perché io ce li ho tutti, i demoni, qui attorno a me a farmi compagnia e tenermi in allarme, anche la notte

Beati coloro che si arrabbiano ed esternano, che alzano la voce e battono il pugno sul tavolo, perché io sono un oceano avvelenato di implosioni

Beati coloro che decidono di propria iniziativa, perché io sono ancora qui a dover prendere il male minore

Beati coloro che volano ma anche che provano a svolazzare, perché io mi sto impantanando da collo a piedi - ancora

sabato 21 marzo 2020

Misure da quarantena, niente di nuovo per me

Dopo un mese di Coronavirus in Italia e i primi dieci giorni di quarantena nazionale dalla dichiarazione di pandemia dell'Oms, sono ormai a tonnellate virtuali i programmi televisivi, i post e i filmati dai maggiori social network che si prodigano di comunicare a spron battuto impressioni personali, cronache di quotidianità e consigli.

C'è chi mette in dubbio l'origine vera del virus e fa congetture, come chi le smonta e parla di profezie citando come fonti romanzetti contemporanei di minima fama.

Chi analizza le varie disposizioni governative per capire se può fare questo o quello.

C'è chi percula chi tira fuori le scuse più incredibili per essere uscito di casa senza motivo, meditando di scriverci un libro (!!!), "e non rubatemi l'idea".

C'è chi la butta nel melodrammatico, biasimando il passato quando consumismo e vizio dilagavano e poi guardano dolorosamente avanti, "che ne sarà di noi dopo?".

Chi posta foto e filmati del quotidiano fra cibo, coccole con gli animali domestici, pulizie ma soprattutto consiglia di rimanere a casa.


Poi ci sono tre categorie particolari: i lavoratori che si ritrovano costretti a tribular da casa, coloro che cantano dalla finestra prendendo parte in maniera automatica ai flash mob quelli che iniziano a fare fitness fra le mura domestiche e magari danno consigli agli altri. Solidarietà per i primi, compassione e tenerezza per gli altri. Ma di certo, niente di così strano o nuovo per me!

1) è da circa dieci anni che lavoro da casa, facendo fronte alla monotonia del non vedere molte persone, del vestirmi sempre con vestiti comodi pantofole incluse, rinunciando a farmi trucchi, acconciature e manicure con costanza. E soprattutto vincendo la tentazione di vivacchiare tutto il giorno in pigiama e coperta di pile. Si può fare, ve lo garantisco! Se ce l'ho fatta io...!

2) Ok, non canto certo dalla finestra a voce alta, ma canticchio spesso e ascolto musica quando stendo i panni, specie d'estate col sole bello forte, mentre lavo i piatti e faccio le pulizie. In Piemùnt ero cliente fissa nei bar dove facevano karaoke. Molte persone invece, con queste cantate delle 18, sembra abbiano scoperto l'acqua calda. E dico io, c'era bisogno del virus e degli annunci Facebook per mettersi a cantare rigorosamente in gruppo? Farlo da soli "a sentimento" no, o come attività da fare e coltivare con i propri figli? E beh, no: non va di moda...

3) Dopo i primi mesi da quando mi ero trasferita in Piemonte, chi mi legge da anni rammenterà che ad un tratto avevo iniziato a fare ginnastica da camera, forte del fatto di poter usufruire dell'ellittica del padrone di casa. Lavavo i pavimenti, facevo riscaldamento e poi, tappetino e pesi alla mano, eseguivo i miei esercizi da salotto più stretching. Poi iniziai con la corsa ed alternai le due attività, non con grande costanza ma senza mai abbandonare la "fede" nella bontà dell'aerobica casalinga: economica, comoda, riservata, personalizzata e funzionante: via i doloretti nella zona lombare; glutei, gambe e braccia più tonici; umore positivo e sereno. Addirittura, con la mia amica del Monferrato ci scambiavamo incoraggiamenti, idee e schede!!! 

Una tipica Fitspiration :-)

E seguivo i profili Instagram di Kayla Itsines, di culturiste o di yogi (coffeeandrainbows il mio mito irraggiungibile!!!). Ma quante occhiate allibite ricevevo, come se fossi stata l'ultima delle sfigate o la peggiore delle pezzenti!
E adesso invece?? Tutti a seguire e consigliare i video di questo, quello e codesto guru!!! Che dire??? Benvenuti dormiglioni nel fitness "alternativo" a basso costo!


Un'ultima cosa. 
Non capisco tutta questa smania di scrivere fiumi di parole su web e social da quando c'è questo virus. Per la stragrande maggioranza la vedo solo come esibizionismo, bisogno di attenzione, richiesta d'aiuto. Unica eccezione, i post di utilità o quelli di buona ironia o satira, perché perlomeno si impara qualcosa o altrimenti si sorride di cuore. 

Viva i consigli costruttivi, viva chi smaschera una bufala o una fake news - mai tante come in questo momento - ma soprattutto viva il comportamento dei contagiati in oriente, dai cinesi ai giapponesi: silenziosi e obbedienti. 

So bene che proprio questi due popoli sono particolarissimi e molto diversi per indole e cultura dai paesi occidentali, Italia per prima: la Cina è una repubblica reduce da governi dittatoriali, il Giappone ha l'imperatore. Ma dovremmo copiarli almeno in parte. Bisogna stare in casa, dice il governo? E stiamo in casa, senza se e senza ma! Non alimentiamo ossessioni spaccando ogni ora di ogni giorno il capello in quattro scrivendo l'impossibile sui social!

Torniamo a dieci anni fa quando in pochi avevano Facebook e compagnia brutta e ritroviamo buonsenso, fantasia, pazienza, calma e soprattutto umanità! L'eccezionale deve diventare normale, perché anche a causa delle tante trasgressioni, in Italia come in molti paesi occidentali (perché mezza Europa ha criticato in tutto e per tutto e pure percolato il Belpaese, ma tra sfilate di Puffi, mezza maratona di Liverpool e altri gesti negazionismi anche delle ultime ore anche Gran Bretagna, Francia e Spagna non son messe tanto bene), la quarantena rischia davvero di prolungarsi a maggio se non a giugno. Ed io voglio che finisca il prima possibile!